Discarica di Bussi - Situazione di inquinamento inaccettabile, un vero calvario
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- Pubblicato: Venerdì, 17 Gennaio 2014 17:26
Nuova inchiesta sul Sito Nazionale di Bonifiche di Bussi.
Situazione di inquinamento inaccettabile, un vero calvario.
Bonifica lontana anni luce e messa in sicurezza inefficace e, per alcune aree, inesistente.
Una nuova inchiesta, secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Il Centro con alcuni indagati, sarebbe stata avviata dalla Procura di Pescara sul Sito Nazionale di Bonifiche di Bussi, una delle aree più inquinate d'Europa che pone a forte rischio l'intera val Pescara fino a Pescara.
La nuova iniziativa giudiziaria avrebbe preso avvio, secondo l'articolo, da un esposto di Augusto De Sanctis, allora referente acque del WWF Abruzzo e oggi attivista del Forum dei Movimenti per l'Acqua, con i dati ufficiali sullo stato di contaminazione delle falde dell'area, a monte e a valle dell'area industriale. Tali informazioni erano state divulgate durante un press tour fu organizzato il 28 aprile che ebbe eco nazionale. La sintesi dei dati è reperibile al link: http://regionali.wwf.it/client/news_regionali.aspx?root=32865&parent=3898&content=1
Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese Movimenti per l'Acqua “La situazione del sito inquinato di Bussi è del tutto inaccettabile, un vero calvario. Sono passati sette anni dal sequestro della prima discarica, la Tremonti, e sei dal Decreto di perimetrazione da parte del Ministero dell'Ambiente del Sito Nazionale di Bonifiche di Bussi. Il sito comprende diverse discariche e l'intero sito industriale che fino al 2001 è stato di proprietà della Montedison e oggi è della Solvay, che si è dichiarata non responsabile dell'inquinamento ed è stata accolta tra le parti civili del processo che si sta tenendo in Corte d'Assise a Chieti contro diversi dirigenti della Montedison. Anche l'area industriale è, infatti, pesantemente inquinata, con diossina e altri contaminantinei suoli e decine di sostanze tossiche e cancerogene nelle falde, sia quella superficiale sia quella profonda fino a 100 metri di profondità, con valori fino a 1 milione di volte oltre i limiti di legge. A parte la bonifica, che prevede l'eliminazione della fonte di inquinamento, il proprietario, anche non responsabile, deve comunque per legge mettere in sicurezza l'area per evitare la fuoriuscita degli inquinanti verso valle con l'acqua. L'inchiesta della Procura avrebbe per tema proprio l'efficacia degli interventi di messa in sicurezza di emergenza nel trattenere nel sito i contaminanti. In attesa degli eventuali ulteriori sviluppi giudiziari in ogni caso è urgente avviare la bonifica e colmare i clamorosi ritardi accumulati, usando i 50 milioni di euro disponibili per intervenire in primis sulla discarica Tremonti e non certo sull'area industriale. Infatti in quell'area il denaro pubblico speso “in danno” potrà essere più facilmente recuperato dai privati proprietari, avviando un circolo virtuoso moltiplicando le risorse disponibili, visto che 50 milioni sarebbero utili solo per un primo lotto di lavori. Nessun favore deve essere fatto con denaro pubblico a privati perché comunque deve valere il principio che gli inquinatori devono pagare”.
17 Gennaio 2014.
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