La storia
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- Pubblicato: Martedì, 15 Luglio 2014 14:55
In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società.
Da diversi anni sono attive nei territori decine di vertenze aperte da cittadini, lavoratori ed anche Amministratori Locali che sono portatrici di un’esigenza comune e condivisa, cioè la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti, diseconomia della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia.
Queste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene comune e far diventare l’acqua una vertenza nazionale, comunemente condivisa e costruita in forma partecipata. Sono nati così cinque incontri nazionali itineranti che, attraverso Cecina (Luglio 2005), Firenze (Settembre 2005), Roma (Ottobre 2005), Napoli (Dicembre 2005) e Pescara (Gennaio 2006), hanno portato alla nascita Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, la cui prima assemblea si è svolta a Roma dal 10 al 12 marzo 2006 e durante il quale più di seicento partecipanti, rappresentanti di reti associative e sindacali nazionali e di realtà territoriali di movimento si sono confrontati, hanno approfondito le analisi, hanno messo in comune saperi e pratiche di mobilitazione. Soprattutto hanno condiviso la necessità di cambiare radicalmente il quadro normativo esistente attraverso una proposta di legge d’iniziativa popolare i cui obiettivi sono: la tutela della risorsa e della sua qualità, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la gestione dello stesso mediante strumenti di democrazia partecipativa: “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico”. Ad oggi al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua aderiscono oltre 80 reti nazionali e più di 1.000 realtà territoriali e centinaia di Enti Locali.
Approfondimenti
In Italia il processo di privatizzazione ha subito un'accelerazione con l'approvazione, nel novembre 2009, del cosiddetto “decreto Ronchi” il quale avrebbe sancito la totale e definitiva privatizzazione dell'acqua potabile.
A luglio 2010 una vasta coalizione sociale, riunita nel Comitato Promotore per il Sì ai Referendum per l'Acqua Pubblica, ha presentato tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l'acqua in Italia, sostenuti da 1.402.035 firme raccolte in meno di tre mesi.
Solo 2 di questi sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale e su questi il 12 e 13 giugno 2011 circa 27 milioni di italiani hanno votato, con un 95% di SI', esprimendo pienamente la volontà di riportare l'acqua tra i beni comuni. Un risultato costruito dal basso, attraverso una partecipazione di massa e un autofinanziamento basato su un meccanismo di "sottoscrizione con restituzione", che ha permesso ai cittadini di scommettere su questa vittoria e di vedersi resituire la propria quota una volta che il Comitato Promotore ha ottenuto il rimborso referendario.
Questo risultato ha reso nuovamente possibile in Italia la gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico e, eliminando la possibilità di trarre profitto dall'acqua, estromettere di fatto i privati dalla sua gestione. Un risultato così semplice e rivoluzionario ha messo in allarme i poteri forti che, dall'estate 2011, non solo non hanno dato seguito gli esiti referendari approvando la legge di iniziativa popolare promossa dal Forum nel 2007, ma hanno messo in atto ripetuti tentativi di cancellare quella vittoria.
Tentativi tutti falliti, ai quali il Forum, a livello territoriale e nazionale ha risposto con mobilitazioni e campagne. Prima fra queste la Campagna di “Obbedienza Civile”, che attraverso la decurtazione dalla bolletta dell'acqua della quota di “remunerazione del capitale investito”, abrogata dal 2° quesito referendario, punta ad applicare gli esiti referendari dal basso, laddove le istituzioni risultano inadempienti. In questi mesi decine di migliaia sono gli utenti che pagano il giusto, sottraendo la quota di profitto dalla propria bolletta così come sancito dalla volontà popolare.
A livello internazionale si è contribuito a costruire la Rete Europea per l’Acqua Pubblica. Inoltre il Forum dei Movimenti per l'Acqua è stato fortemente impegnato nei diversi Forum sociali che si sono svolti a partire da quello di Città del Messico del 2006 e soprattutto ha contribuito fattivamente alla costruzione del Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua di Istanbul 2009 e a quello di Marsiglia del 2012.
All'interno della Rete Europea per l'Acqua è stato sperimentato il nuovo strumento “Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE)”, introdotto dal Trattato di Lisbona, il quale consente ai cittadini ed alle organizzazioni della società civile di proporre alla Commissione Europea un'iniziativa legislativa raccogliendo un milione di firme in almeno sette paesi dell'UE nell'arco di 12 mesi.
A favore dell'ICE “L'acqua è un diritto umano” sono state raccolte più di un milione di firme in tutta Europa e chiamando, dunque, in causa su questo tema direttamente la Commissione europea e il Parlamento Euriopeo. La prima discussione è stata affrontata nel Marzo 2014 a cui le istituzioni europee hanno risposto con una prima sfuggente posizione; per noi è solo un primo passaggio e torneremo a porre la nostra battaglia.
L' iniziativa era volta a rendere l'acqua un diritto umano in tutti i Paesi membri dell'Unione Europea attraverso una petizione articolata in più punti, esortando la Commissione europea a proporre una normativa che sancisca il diritto umano universale all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e promuova l'erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti. La legislazione dell'Unione europea deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari.
Inoltre il Forum dei Movimenti per l'Acqua ha lavorato per favorire la strutturazione del Coordinamento Nazionale "Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico", la cui nascita è stata formalizzata durante una partecipata assemblea svolta a Palermo il 14 Maggio 2009. Tale realtà vuole essere uno strumento di coordinamento e di servizio fra Enti locali ed Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO) che perseguono l’obiettivo di salvaguardare e promuovere la proprietà, la gestione ed il controllo pubblici dell’acqua, intesa come bene comune e che considerano l’accesso all’acqua nella quantità e qualità sufficienti alla vita come un diritto umano, in un contesto di salvaguardia delle risorse idriche e di sostenibilità ambientali e altresì di cooperazione e di solidarietà internazionale.
Altro passaggio di assoluta rilevanza è avvenuto il 12 Giugno 2013, quando a due anni esatti dai referendum del 2011 in Piazza Montecitorio è nato, su invito del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, l'intergruppo parlamentare per l'Acqua Bene Comune, a cui hanno aderito oltre 200 parlamentari afferenti a diversi forze politiche, come ad esempio Movimento 5 Stelle, SEL, PD, Scelta Civica e Gruppo Misto.
La finalità dell'intergruppo è quella di avviare un percorso legislativo per la ripubblicizzazione del servizio idrico a partire dall'aggiornamento e la riproposizione della legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum che, sostanzialmente, è rimasta indiscussa in Parlamento e che sulla base della legislazione vigente decade dopo due legislature. Altri obiettivi a breve termine quelli di contrastare la tariffa truffa elaborata dall'AEEGSI in completo contrasto con i risultati referendari e quello di tutelare il diritto all'acqua dei cittadini contrastando la pratica degli stacchi all'erogazione.
Il 20 Marzo 2014 l'intergruppo parlamentare, in maniera coordinata con il Forum dei Movimenti per l'Acqua, ha depositato presso la Camera dei Deputati il testo aggiornato della legge di iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" (Scarica il testo della legge e la relazione di accompagnamento).
Più in generale il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua continua a battersi per la ripubblicizzazione in tutto il paese, attraverso delibere di iniziativa popolare, proposte di legge regionali, campagne, iniziative e mobilitazioni oltre ad approfondimenti che hanno portato all'elaborazione delle linee guida per la ripubblicizzazione. E' chiaro infatti come la crisi dei mercati finanziari metta sempre più a rischio la salvaguardia dei beni comuni, fornendo come unica ricetta la loro svendita. Il Forum, insieme a tutte e tutti coloro che credono in un'alternativa, continua ad elaborare proposte ed iniziative per ripubblicizzare l'acqua e difendere i beni comuni. A cadenza annuale si sono svolte le assemblee nazionali del Movimento per l'acqua in cui, oltre a fare il punto della situazione, sono state elaborate e condivise le strategie di medio-lungo periodo.
In tutti questi anni centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia perché ritengono che le privatizzazioni siano un epilogo da scongiurare, per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, perché la gestione tramite S.p.A. espropria l’acqua potabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini, consegnando al mercato l’acqua, con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare. Diverse sono state le manifestazioni nazionali che hanno visto come protagonista il movimento per l'acqua, a partire da quella promossa il 1° Dicembre 2007 a sostegno della legge d'iniziativa popolare per finire a quella del 17 maggio 2014 in cui diverse decine di migliaia di persone hanno deciso di prendere parola contro le privatizzazioni e a favore dei beni comuni, passando per quella partecipatissima del 26 Marzo 2011 con cui si è aperta la campagna referendaria.
L'analisi del cambiamento di fase che si sta attraversando soprattutto in merito alle politiche economico e sociali che gli ultimi Governi hanno messo in campo, al rilancio dei processi di privatizzazione, al peggioramento del quadro politico e sociale, come anche all'approfondimento della crisi economica e alle politiche di austerità imposte da alcune istituzioni europee ha portato a far emergere nel movimento per l'acqua l'esigenza di una svolta politica in grado di garantire un rilancio e un salto di qualità della propria iniziativa pur mantenendo e sviluppando la propria specifica fisionomia e natura, di soggetto che si batte per ripubblicizzare il servizio idrico, eliminare la logica del profitto dalla gestione dell'acqua e sperimentarne forme di democrazia e gestione partecipativa. Sulla base di queste considerazioni l'allargamento dell'orizzonte, l'individuazione e la costruzione dei nessi, delle relazioni con gli altri soggetti che si battono per i beni comuni è divenuto uno degli obiettivi prioritari su cui il movimento per l'acqua intende continuare a lavorare nel prossimo futuro. Contemporaneamente s'intende riprendere la narrazione originaria sul tema dell'acqua come bene comune e del diritto all'accesso a tale bene e dall'altra rinnovarla collocandola pienamente dentro la crisi economica e sociale affermando che la difesa dei beni comuni e un nuovo modello di pubblico sono leve per contrastare le politiche di austerità e di privatizzazione.