Il Forum abruzzese per l'Acqua: comitato V.I.A. centrale per la vita democratica della regione
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- Pubblicato: Martedì, 07 Ottobre 2014 13:53
Comunicato stampa
ARRESTO DEL PRESIDENTE DEL COMITATO V.I.A. DELLA REGIONE
GARANTIRE TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE. INDISPENSABILE CAMBIARE LE REGOLE DELLE PROCEDURE AMBIENTALI
Per il forum abruzzese è necessario riesaminare i progetti più contestati valutati dal Comitato V.I.A. di Sorgi come filovia e Powercrop.
“L'arresto del presidente del Comitato V.I.A. abruzzese Antonio Sorgi impone l'approvazione di una regolamentazione delle procedure di valutazione ambientale fondata su trasparenza e partecipazione pubblica” questa la posizione del Forum abruzzese dei Movimenti dell'Acqua sull'inchiesta della Procura di L'Aquila.
Al di là dell'accertamento della verità e delle varie responsabilità da parte della Magistratura, la questione della corretta regolamentazione dei lavori del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale rimane centrale per la vita democratica della comunità abruzzese, sia per i cittadini che per gli imprenditori.
Il comitato V.I.A. abruzzese è da anni al centro delle critiche di associazioni e movimenti. Si impone un'urgente presa di posizione da parte del Consiglio regionale. Serve, infatti, una legge organica sulle procedure ambientali che solo nella nostra regione riguardano centinaia di progetti, dalle cave agli impianti idroelettrici ed eolici, dalle strade agli impianti per rifiuti, dalle centrali a biomasse alle lottizzazioni edilizie.
Le altre regioni da anni si sono dotate di specifiche leggi mentre in Abruzzo le attività di valutazione sono organizzate attraverso semplici delibere di giunta regionale che in questi anni sono cambiate più volte su proposta dello stesso Sorgi che agiva come massimo dirigente dell'apparato burocratico regionale.
In questi anni abbiamo messo al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica l'incredibile modalità di conduzione del Comitato V.I.A., come le convocazioni “monstre” con oltre 30 progetti da discutere in un solo giorno.
Ricordiamo solo alcuni dei progetti passati al vaglio del comitato V.I.A. regionale e sottoposti a dure contestazioni da parte dei comitati e delle associazioni: impianto eolico a Civitaluparella; impianti idroelettrici sul Sagittario e sul Vomano (quest'ultimo neanche mandato a V.I.A. completa nonostante le condizioni precarie del fiume); impianto a biomasse Powercrop (per la valutazione ambientale delle emissioni dal camino di questa mega-centrale, da realizzare nel punto più basso della conca del Fucino, a circa 700 metri di quota, il Comitato VIA considerò i dati per la qualità dell'aria raccolti ad Ovindoli, in montagna, a 1400 metri sul livello del mare!); permesso di ricerca di idrocarburi di Villa Mazzarosa a Roseto; impianto Recogen della Puccioni a Vasto (prima bocciato e poi rivalutato positivamente); deposito di pet-coke ad Ortona (anch'esso fermato alla fase di screening); l'incredibile Piano di tutela delle Acque che rimanda al 2027 il risanamento di molti fiumi abruzzesi. Per non parlare delle diverse procedure di V.I.A. “in sanatoria” con procedure postume, la cui legittimità è stata del tutto esclusa anche recentemente dal consiglio di Stato per alcuni impianti marchigiani. Interventi che, assieme ad altre decine di progetti valutati in questi anni, valgono miliardi di euro.
Tra le opere più contestate e dall'iter incredibilmente travagliato e, in diversi passaggi oscuro, la filovia di Pescara. Progetto prima escluso da Sorgi and co. dallo screening di V.I.A. su proposta dell'azienda nel 2008; poi “osservato” dalla Commissione Europea con la quale Sorgi aveva sostenuto la bontà della procedura seguita e l'avvenuta partecipazione del pubblico al procedimento tramite “rassegna stampa”; la scoperta delle note fuorvianti di Sorgi inviate in via riservata alla Commissione Europea con tanto di invio di un esposto in Procura per il giornale (primadanoi.it) per aver divulgato quelle note; il chiarimento da parte della Commissione della necessità dello screening con apertura dei termini per le osservazioni dei cittadini; la rivelazione delle inequivocabili intercettazioni con cui il presidente del Comitato interveniva sull'opera; il successivo passaggio al Comitato V.I.A. che, secondo la recente sentenza del TAR Pescara, non avrebbe costituito l'obbligatoria procedura di screening. Alla fine quest'intervento, in fase di ultimazione risulterebbe, secondo la richiamata sentenza, ancora sprovvista di una procedura ambientale da svolgersi all'avvio della progettazione!
Riteniamo che la Regione Abruzzo debba immediatamente ridefinire l'intero iter della procedura di questa e di altre opere (ad esempio, Powercrop) rispondendo alle diffide che i comitati avevano inviato dopo la sentenza del TAR.
Per il Forum acqua bisogna ripartire dalla legge “Acerbo” su trasparenza e partecipazione nei procedimenti ambientali, norma che fu prima approvata e poi rapidamente “affossata” dallo stesso consiglio regionale che l'aveva varata, proprio dopo l'intervento di Sorgi.
Fino a questa legge, l'ordine del giorno delle riunioni del comitato era sostanzialmente segreto. Forse perché quel comitato era ed è al centro del governo regionale, visto che ha potere di vita e di morte su centinaia di progetti? PDL e gran parte della minoranza (e Primavera di Confindustria che fece una guerra "atomica" su queste nuove e sacrosante norme) vollero credere a Sorgi e non ai movimenti. Fecero a gara per smontare un provvedimento che introduceva una trasparenza che fino ad allora non vi era stata. Tra l'altro introduceva l'obbligo di realizzare sopralluoghi sulle aree interessate dai progetti e il coinvolgimento di personale con pubblicazioni scientifiche per l'esame degli stessi (in questi anni molti ci hanno chiesto: ma non è così? NO!). La norma, come detto, fu accantonata in larga parte e furono mantenuti solo i primi due commi (su 14): la divulgazione degli ordini del giorno una settimana prima delle riunioni e la pubblicazione dei documenti progettuali sul WEB (fino al 2012 bisognava andare a L'Aquila per consultare il materiale!).
Ora la politica dovrebbe dare un unico segnale: riprendere quella norma, sentire comitati ed associazioni, e approvarla, subito, in Consiglio Regionale aggiungendo un articolo sull'obbligo dell'inchiesta pubblica sulle opere più controverse. Il testo Unico sull'Ambiente la prevede ma solo come "possibilità" per l'ente pubblico di attivarla, senza ritardi nella valutazione delle opere. Risultato: in Abruzzo su centinaia di progetti che ogni anno vengono valutati dal comitato V.I.A., da cave a strade, da impianti per rifiuti a captazioni idriche, non è mai stata svolta una sola inchiesta pubblica sui progetti che i funzionari devono valutare dalle loro scrivanie. Non basta, quindi, cambiare gli uomini. Vanno modificate le regole.
1 Ottobre 2014.
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