Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Abruzzo - Continua la lotta su Sporca Italia

Logo_blocca_Sblocca_Italia_DEFComitati ed associazioni: serve un tavolo permanente presso la regione, le trivelle possono essere fermate.

Intanto la Medoilgas ha presentato inaccettabili contro-deduzioni alle osservazioni per la procedura di V.I.A. Serve una soluzione immediata!

Ombrina, Decreto ”Sporca Italia”, nuove istanze e progetti di gasdotti, stoccaggi e in generale grandi infrastrutture energetiche: per comitati ed associazioni serve un tavolo permanente presso la regione per affrontare quella che si sta profilando come una vera e propria espropriazione di massa del territorio.

Le manifestazioni contro lo “Sporca Italia” in Basilicata, la regione “cavia” sottoposta dal 1998 alla “cura petrolio”, si succedono da giorni con migliaia di cittadini e decine di comuni coinvolti. Insomma i petrolieri non l'hanno trasformata nel paese di Bengodi! Lo stesso comune di Viggiano, sede del Centro Oli dell'ENI, ha dichiarato di aver dato mandato a due legali per verificare se può ricorrere direttamente contro il decreto! La reazione a questo trattamento ultra-decennale basato su contaminazione delle acque, incidenti, emissioni, continua emigrazione dei giovani, mancato sviluppo locale è la migliore risposta alle sprezzanti dichiarazioni del patron di Ombrina Chicco Testa sull'Abruzzo e alle proposte di “piano b” basate sulla svendita del territorio per un piatto di lenticchie dello sponsor locale dei petrolieri Primavera.

Secondo lo Statuto della Regione Abruzzo la vita democratica dei cittadini abruzzesi si fonda sulla protezione dell'ambiente. Sulla qualità del territorio si deve puntare per assicurare il benessere economico della Regione e la salute dei cittadini. Le lobby che operano a livello governativo si sono poste in diretto contrasto con i principi che si sono dati gli abruzzesi per regolare la loro esistenza.

Il Decreto “Sporca Italia” prevede l'imposizione dall'alto non solo dei pozzi petroliferi. Si applica anche agli stoccaggi e ai gasdotti e relative centrali e opere connesse nonché, con l'Art.33, anche alle procedure di pianificazione e gestione del territorio che possono essere espropriate ai comuni ogniqualvolta lo decida il Consiglio dei Ministri, evidentemente su pressione di qualche costruttore. Infine, con l'Art.35 il Governo incide pesantemente sulla gestione dei rifiuti potendo imporre gli inceneritori, che, ricordiamo, nella scala gerarchica europea per lo smaltimento costituiscono la penultima opzione appena prima delle discariche (e questa sarebbe il livello di innovazione del Governo Renzi...) e ben lontano dalle opzioni privilegiate a livello comunitario: mancata produzione di rifiuti, riciclo e riutilizzo.

Sul comparto energetico il Decreto “Sporca Italia” prevede, tra l'altro:

-titolo concessorio unico (finora distinto in due fasi, ricerca e coltivazione) quando, cioè, non si sa ancora se vi sia un giacimento o meno;

-sottomissione dei terreni al vincolo preordinato all'esproprio rispetto al titolo unico;

-procedure di valutazione di impatto per la terraferma trasferite dalle regioni allo Stato dal 31/03/2015;

-gli stoccaggi di gas naturale e le infrastrutture della rete nazionale di trasporto del gas naturale, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi ora rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, nonché indifferibili e urgenti;

-per le infrastrutture lineari energetiche l'autorizzazione costituisce variante automatica anche dei piani di gestione e tutela del territorio comunque denominati (quindi anche piani dei Parchi nazionali e dei SIC/ZPS!) nonché autorizzazione paesaggistica.

Nel passaggio parlamentare, anche grazie alla mobilitazione dei cittadini, è stata ripristinata la necessità dell'intesa con la regione ed è stato introdotto un comma che può diventare di centrale importanza per il prossimi passi della lotta contro la deriva petrolifera.

Si tratta del comma 1bis dell'Art.38 che prevede la necessità di un piano in cui individuare le aree in cui consentire o meno le attività petrolifere. E' vero che la redazione del piano purtroppo è stata affidata al Ministero dello Sviluppo Economico (sentito il Ministero dell'Ambiente) ma si apre nei prossimi mesi una partita enorme, visto che il piano dovrà essere aperto al contributo di tutti, dai cittadini agli enti locali passando per regioni e strutture di ricerca. Può rivelarsi un vero e proprio boomerang per i petrolieri e per il Governo.

Comitati, movimenti ed organizzazioni ritengono che sia indifferibile l'istituzione di un tavolo permanente presso la regione con riunioni con cadenza settimanale in cui affrontare l'enorme mole di progetti e procedimenti sulle grandi opere energetiche che cadono dall'alto sulla testa degli abruzzesi. Ricordiamo che il 37% della terraferma è sottoposto a 31 procedimenti amministrativi riguardanti gli idrocarburi mentre nel mare antistante la regione sono attivi 19 procedimenti su oltre un milione di ettari di superficie. Il tavolo è essenziale per coordinarsi e scambiarsi informazioni sulle varie iniziative: monitoraggio (anche degli impianti esistenti), osservazioni ai vari progetti presentati e in corso, ricorsi al TAR/Consiglio di Stato/Corte Costituzionale sia di privati che di enti pubblici, segnalazioni alla Commissione Europea.

Per il progetto finora più problematico, quello di Ombrina, segnaliamo che la Medoilgas S.p.a. ha consegnato un mese fa le proprie contro-deduzioni alle centinaia di osservazioni pervenute da parte di enti, istituzioni, associazioni e cittadini. Riteniamo superficiali, inadeguati, incongruenti ed incompleti i tentativi di Medoilgas di dare risposte alle puntuali osservazioni pervenute. La cosa non ci sconcerta ed era in larga parte preventivata avendo letto il progetto che a nostro avviso presenta pesanti criticità. Non entriamo nel merito per non dare la possibilità a Medoilgas di cercare disperatamente di integrarle ulteriormente e rimandiamo integralmente alle nostre osservazioni. Ci basterà evidenziare l'esistenza di ripetizioni, probabilmente frutto di errato copia-incolla, e un meraviglioso “idrocarbui” a cui non avevamo mai pensato e che, non ce ne voglia Chicco Testa, useremo estensivamente nei nostri slogan.

Ci sono tutte le condizioni tecniche per respingere il progetto in questa fase. Se il Comitato V.I.A. nazionale dovesse prendere per buone le “soluzioni” di Medoilgas sarebbe solo un'ulteriore prova della volontà del Governo Renzi di scavare il fondo del...barile. Per questo riteniamo urgente una soluzione legislativa per bloccare questo ed altri progetti come Elsa2.

 Forum Abruzzese Movimenti per l'Acqua, Nuovo senso Civico,Coordinamento NO TRIV Abruzzo, Comitati cittadini per l'Ambiente di Sulmona, Comitato Villablocc, Chieti, ARCI Mountain Wilderness, Abruzzo Social Forum, Amici Riserva Punta Aderci, Comitato La Difesa, Zona 22 San Vito, Comitato NO Powercrop, Comitato NO Stoccaggio Gas San Martino, Comitato Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni, Associazione LEM Abruzzo, Associazione Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS, Associazione Peacelink Abruzzo, Associazione Antimafie Rita Atria, Ass. Zero Waste Teramo, CAST – Comitato Ambiente e salute del territorio, COBAS Abruzzo, Comitato difesa del territorio Equo, Ass. Bed and Breakfast parco Majella – Costa dei Trabocchi

 

P.S. Leggiamo che Terna sostiene che il nuovo elettrodotto è indispensabile perché l'Abruzzo sarebbe in deficit energetico. Ora basta leggere i dati TERNA delle Regioni per verificare che gli impianti di produzione elettrica abruzzesi superano di gran lunga per potenzialità installata le necessità, in linea con la situazione italiana. Cioè abbiamo costruito più centrali di quante ne servivano, come i tanto vituperati comitati avevano previsto. Infatti, nel 2009 gli impianti abruzzesi esistenti allora (e oggi sono anche aumentati per numero e potenza) hanno prodotto 7.651,20 Gwh. Mai i consumi abruzzesi hanno superato i 7.300 Gwh. In particolare nel 2013 gli abruzzesi hanno consumato 6.240,00 Gwh ben al di sotto della potenzialità di produzione abruzzese. Come mai? Semplice, alcuni impianti sono rimasti fermi per lungo tempo per ragioni economiche, in particolare la centrale Turbogas di Gissi, a causa del fatto che sono meno concorrenziali delle rinnovabili! Sarebbe auspicabile che Terna abbandoni questo atteggiamento paternalistico e partecipi al dibattito contribuendo a ridurre la componente fossile e stimolare efficienza e risparmio.

 

Segreteria:

FORUM ABRUZZESE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

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