Elettrodotto Villanova - Gissi a rischio idrogeologico, ecco il dossier del Forum Abruzzese
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- Pubblicato: Giovedì, 19 Febbraio 2015 10:59
Dossier sull'elettrodotto “Villanova – Gissi”. Rilevate secondo il forum abruzzese dell'acqua oltre 20 criticita' progettuali, procedurali e realizzative.
Il forum: enti intervengano per ritirare pareri favorevoli e autorizzazioni in auto-tutela. Opera inutile, Abruzzo ha sovra-capacita' produttiva elettrica. Un'opera inutile dal punto di vista energetico per gli abruzzesi, un tracciato che presenta troppi rischi idrogeologici, un iter procedurale denso di criticità, tra difetti di pubblicazione di atti rilevanti e assenza di partecipazione dal basso.
il Forum Abruzzese dell'Acqua ha presentato oggi un corposo dossier in cui si riassumono decine di criticità rilevate sull'elettrodotto Villanova – Gissi in via di realizzazione. Alcune delle problematiche trattate, come quelle relative al rischio idrogeologico che interessa ben 55 sostegni su 151 perché posti su aree franose e a rischio di esondazione, la Determina “Sorgi” e le modalità dei controlli sui cantieri, sono state già oggetto di discussione e vengono ulteriormente approfondite nei dossier.Vi sono molte novità rispetto a diversi altri elementi del progetto e dell'iter autorizzativo seguito:
a)è spuntata una seconda “Determina Sorgi”, la DN32 del 20/03/2009, che non pare essere stata pubblicata sul BURA, con cui si approva il corridoio ottimale Villanova – Gissi – Foggia (ricordiamo che il tratto Gissi – Foggia è proprio ora in procedura di Valutazione di Impatto Ambientale). Attua, cioè, la Determinazione precedente, individuando il tracciato con il supporto delle province ma non dei comuni quando questi avrebbero dovuto essere coinvolti (si veda il protocollo d'intesa tra Regione e Terna);
b)il progetto esecutivo di TERNA prevede la localizzazione di sostegni della tipologia “Monostelo”, a corpo compatto. Diverse fondazioni appropriate per tale modello sono state già realizzate. Nel progetto esaminato nella procedura di V.I.A. i sostegni erano di tipologia del tutto differente, a “traliccio” tradizionale. Una difformità rilevante tenendo conto che i sostegni rappresentano il “cuore” di un progetto di elettrodotto e che alle diverse tipologie si associano differenti impatti, ad esempio quello visivo (il monostelo è compatto e opaco alla vista). Una modifica progettuale così importante avrebbe dovuto portare a riattivare una nuova procedura valutativa;
c)il Comune di Paglieta ha certificato con una lettera di non aver mai ricevuto la documentazione relativa alla seconda procedura di V.I.A., una questione molto delicata che attiene al rispetto delle norme comunitarie e nazionali che impongono il deposito presso tutti i comuni degli elaborati finalizzato a garantire la partecipazione del pubblico. Sempre per quanto riguarda questo tema, non sono stati interessati dal deposito degli atti comuni il cui territorio viene sfiorato dal tracciato (anche a distanza di soli 100 metri). Le norme prevedono che siano coinvolti tutti gli enti che anche indirettamente possono subire potenziali impatti (in questo caso basti pensare all'impatto paesaggistico di piloni alti 70 metri visibili a chilometri di distanza!). Il caso più eclatante è S. Martino sulla Marrucina che ha più di 10 tralicci proprio sul confine. Il suo territorio viene citato anche nello Studio di Impatto Ambientale presentato dal proponente (!); negli elaborati progettuali il comune è ricompreso per ampie aree all'interno del poligono per la valutazione degli impatti; ebbene, a questo ente non è stato mai comunicato nulla rispetto a questa vicenda!
d)TERNA sostiene che è fatto ordinario costruire piloni in aree come lagune e risaie. Notiamo come non abbia parlato, però, di fiumi con acqua corrente come sta avvenendo in questo caso. Perché? Una breve e banale ricerca in google evidenzia che il rischio è reale in quanto in pochi anni diversi piloni sono crollati letteralmente nei fiumi (uno di 33 metri è crollato proprio in Abruzzo nel 2013 con la piena del Salinello). Altri piloni sono stati interessati da erosioni e frane, tanto da determinare la chiusura di un'autostrada a causa del rischio che i cavi cadessero sul sedime stradale. I casi citati e le relative immagini destano ancor più preoccupazione considerato che l'elettrodotto Villanova – Gissi attraversa più volte l'autostrada e che uno dei piloni allagati dalla piena del Pescara è proprio quello laterale all'arteria. Inoltre, ci sono tratti dell'elettrodotto dove più di 10 sostegni consecutivi sono in fila sullo stesso corpo di frana; la riattivazione di un movimento franoso con fronte ampio potrebbe destabilizzare molti piloni contemporaneamente.
e)emerge la clamorosa “dimenticanza” del Ministero dell'Ambiente che ha approvato due progetti di livello nazionale, lo stoccaggio gas di S. Martino sulla Marrucina e l'elettrodotto, distanti tra di loro solo 100 metri (dal pozzo; se si considera la concessione di stoccaggio l'elettrodotto la attraversa!) senza accorgersi dell'insistenza dei due interventi sulla stessa area. Praticamente non si può neanche sostenere che una mano non sa cosa fa l'altra; qui è peggio: la stessa mano non si è accorta cosa stava facendo! Di conseguenza non sono stati valutato né l'effetto domino in caso di incidente (visto che lo stoccaggio è un Impianto a Rischio di Incidente Rilevante) né l'effetto cumulo degli impatti ambientali dei due progetti.Il Forum ha inviato questo dossier a tutti gli enti chiedendo controlli e, soprattutto, di riesaminare i pareri e le autorizzazioni favorevoli rilasciati.Il dossier prende in esame anche la questione, più volte sollevata da TERNA, sul deficit energetico che renderebbe necessaria questa infrastruttura per gli abruzzesi.In primo luogo un elettrodotto non produce energia ma la trasporta. Sembrerà strano dover ricordare questo aspetto ma lo dimenticano mischiando le pere con le mele. Non si capisce come un elettrodotto possa colmare un deficit produttivo, al massimo può far importare ancora di più energia da fuori esacerbandolo!Alla base del procedimento autorizzativo e, soprattutto, delle varie Valutazioni Ambientali Strategiche dei Piani di sviluppo di Terna vi erano delle “certezze” che non si sono rivelate come tali. I consumi elettrici sono in continuo calo sia per la “crisi” sia per l'attuazione di norme per l'efficienza energetica e il risparmio.Esaminiamo qualche dato tratto dai documenti annuali “Energia delle regioni” di TERNA:
-i consumi elettrici in Abruzzo sono in forte calo (in cinque anni tra il 2008 e il 2013 sono scesi da 7.272 Gwh a 6.808 Gwh; - 7%). Gli ultimi dati TERNA per l'Italia indicano un ulteriore calo anche nel 2014;
-la produzione di energia elettrica in Abruzzo nel 2013 è stata bassa ed ha portato al famigerato dato di deficit citato continuamente da TERNA (-33%). Mancano impianti? NO! Le centrali abruzzesi nel 2009 ben 7.651 Gwh, un surplus del 16%, e, soprattutto, molto di più dell'energia consumata nel 2013 presa a riferimento da TERNA. Sono capaci, cioè, di generare energia ampiamente in eccesso. Se gli impianti abruzzesi avessero prodotto come nel 2009 nel 2013 avremmo esportato energia per oltre il 10% e, tra l'altro in questo quinquennio sono state costruite ulteriori centrali. Perché, allora, c'è stato questo deficit? Mancano elettrodotti? Le centrali termoelettriche nel 2013 hanno prodotto tre volte meno energia prodotta rispetto al 2009 (5.273 Gwh del 2009 contro i 1.436 del 2013!). Come è noto dietro ai problemi produttivi delle centrali a ciclo combinato vi sono ben altri problemi di carattere economico e di concorrenza delle fonti rinnovabili (si legga l'illuminante analisi del Il Sole24Ore1). Addirittura, il Governo ha introdotto il cosiddetto Capacity Payment, cioè paghiamo le centrali anche se stanno ferme, un “contributo” per il solo fatto di esistere stimato in alcune centinaia di milioni di euro (si legga l'illuminante analisi del Corriere della Sera2). Alcuni sostengono che serve per stabilizzare la rete, molti altri che si tratta di un soccorso per assicurare i profitti di chi ha scommesso sulle turbogas a metano rischiando di perdere. Ne consegue che:
-non vi è alcun rischio black-out visto che nel 2009 l'Abruzzo è stato in surplus e TERNA ha dispacciato questa energia verso le altre regioni senza problemi, dimostrando di poter gestire flussi molto superiori rispetto alla produzione e ai consumi odierni, che sono nel frattempo diminuiti;
-un anno siamo in deficit, una anno siamo in surplus (e in quest'ultimo caso dovremmo smontare gli elettrodotti se passasse la “logica Terna”). L'Abruzzo ha impianti di produzione elettrica sovradimensionati rispetto ai suoi consumi. Se le centrali producono poco dipende da altri fattori e non dalla mancanza di elettrodotti. La Turbogas di Gissi ha già il suo elettrodotto e nel 2009 vi ha immesso tanta energia senza problemi;
--per smontare definitivamente il “mantra del deficit” di TERNA tirato in ballo anche per il cavo dal Montenegro, ricordiamo che nonostante la Puglia sia in fortissimo surplus (+87% nel 2013) è stato autorizzato un cavo di trasporto di energia in corrente continua dall'Albania alla Puglia da 500 MW. Come mai? Non è che dobbiamo diventare importatori di energia prodotta a costi bassissimi nei Balcani e rivenduta a prezzi altissimi e fissi agli italiani?1 http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-05-07/tempo-crisi-anche-termoelettrico-150434.shtml?uuid=AbP5PqtH
2 http://www.corriere.it/economia/14_marzo_02/premier-sorgenia-salvataggio-pagato-stato-c3a9e07a-a1e2-11e3-adcb-9ee016b80fee.shtm