Abruzzo - Aca e gestione pubblica dell’acqua: basta spartizioni di potere
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- Pubblicato: Venerdì, 07 Ottobre 2016 10:27
Il Forum h2o: partiti e sindaci spieghino come evitare la privatizzazione e garantire un servizio idrico partecipato, trasparente ed efficiente. Serve trasformare la societa’ in corsorzio pubblico con controllo diffuso dei cittadini. Il commissario per i depuratori una beffa: 10 anni di goio non sono bastati?
“L’ACA deve garantire una gestione pubblica, efficiente, trasparente e partecipata del servizio idrico integrato; invece sono tornate le guerre per le poltrone e per il controllo degli appalti. I sindaci invece di pensare alle spartizioni dei posti devono spiegare come intendono evitare la privatizzazione della società e organizzarla affinché risponda alle necessità dei cittadini e non a quello dei gruppi di potere nei singoli partiti. Una delle proposte è trasformare la società in consorzio di diritto pubblico” così il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua sulle recenti vicende dell’ACA che sfoceranno in un’assemblea dei soci prevista per l’8 dicembre per l’elezione del CDA.
Il Forum in quest’ultimo decennio ha sempre denunciato la deriva affaristica e predatoria che aveva contraddistinto la gestione dell’ACA fino all’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente e alla richiesta di concordato preventivo per debiti di oltre 100 milioni di euro. Ad un certo punto il Forum aveva anche lanciato una campagna per lo scioglimento della società.
Alcuni anni or sono, dopo il Referendum del 2011, i sindaci si erano anche espressi formalmente per trasformare l’ACA in un consorzio pubblico abbandonando la forma S.P.A. che comporta, di fatto, una forma di gestione privatistica di un bene comune. L’esempio era quello di Napoli, l’unica grande città che ha ripubblicizzato veramente il Servizio Idrico Integrato ottenendo in pochi anni grandi risultati gestionali. La trasformazione in consorzio pubblico ovviamente non basterebbe ma darebbe la possibilità di prevedere forme di controllo diffuso da parte di associazioni, movimenti e singoli cittadini, proprio quello che è mancato all’ACA in questi anni e che servirebbe…come l’acqua! La partecipazione costante della comunità alla gestione di questo bene primario è un aspetto fondamentale; non a caso è un elemento centrale della Direttiva 60/2000/CE “Acque”. Invece i sindaci e i gruppi di potere all’interno di ciò che rimane dei partiti continuano in lotte all’ultimo sangue per la spartizione delle poltrone. L’ACA è arrivata ad un passo dal fallimento, non vorremmo che il ritorno degli appetiti porti in breve tempo alla privatizzazione forzata per manifesta rapacità nella gestione di un bene pubblico fondamentale.
Osserviamo indignati questa corsa alle poltrone che nasconde solo il tentativo di controllare gli appalti che stanno arrivando. Stupisce che nel dibattito intervengano anche quegli stessi personaggi che hanno partecipato a vario titolo nei peggiori fallimenti delle opere pubbliche connesse al Servizio Idrico Integrato a Pescara, dal fangodotto al potabilizzatore. Opere per decine di miliardi delle vecchie lire ora in abbandono, in cui gli unici a guadagnarci sono stati le aziende che li hanno costruiti e i tecnici che li hanno collaudati.
Strettamente connessa alla questione della gestione dell’ACA è quella della riproposizione della figura “salvifica” del Commissario straordinario imposto dal Governo (ma voluto dal Presidente della Regione). Strano che D’Alfonso ammetta così platealmente il suo fallimento visto che se c’è bisogno di un Commissario straordinario viene spontaneo chiedersi cosa rimane delle figure locali. A cosa serve un sindaco? A cosa serve il Presidente della Regione?
Questa proposta suona come una beffa visto che nessuno pare ricordare che sul fiume e sui relativi depuratori siamo stati commissariati per ben 10 anni, dal 2006 al 2016 con Adriano Goio. I risultati, se così possono essere chiamati, sono sotto gli occhi di tutti. D’Alfonso invece ripropone il solito mantra dell’uomo solo al comando che può fare veloce e risolve. Ci pare che a smentirlo ci sia la storia dei commissariamenti nella penisola, che hanno significato esclusivamente nuovi centri di potere, nuove spartizioni di posti, immenso sperpero di denari e zero opere per i cittadini.
Il Servizio Idrico Integrato ha bisogno di partecipazione e trasparenza per funzionare correttamente, per essere efficiente ed efficace. I sindaci rimettano al centro della loro azione la ricerca del bene comune e non quella del controllo degli appalti e/o dell’ennesima occupazione di qualche poltrona.
6 Ottobre 2016.
Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua
INFO: 3381195358 (Renato Di Nicola)