Gran Sasso: NO alla escalation radioattiva, SI' alla difesa del territorio
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- Pubblicato: Giovedì, 12 Ottobre 2017 15:23
Gran Sasso, ecco il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che autorizza la potente sorgente radioattiva. Regione coinvolta per legge in più fasi. Altro che decisioni francesi sulla sorgente radioattiva, l'INFN paga per 2/3 la sua produzione.
Alcune reazioni isteriche e oscurantiste prive di basi scientifiche. Gli unici che parlano dati alla mano siamo noi e ribadiamo: in caso di incidente emissioni pari a quelle di Fukushima in mare.
Rischi inaccettabili in territorio sismico con il maggiore acquifero del centro Italia, in un Laboratorio già classificato a Rischio Incidente Rilevante.
L'uso della potente sorgente radioattiva al Gran Sasso è stata autorizzata da un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico su richiesta avanzata il 27/11/2014 dai Laboratori; la regione è coinvolta per legge nell'iter.
La Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso è in grado di presentare una slide del ricercatore Gioacchino Ranucci dell'INFN che in una presentazione allo Scientific Committee dell'INFN dell'11 aprile 2016 mostra l'incipit del Decreto del Ministero dello Sviluppo che, in accordo con il Ministero dell'Ambiente, ha rilasciato l'autorizzazione all'uso della sorgente radioattiva.
Ebbene, si fa riferimento all'articolo 28 del Decreto 230/1995 che regola la materia. La norma è chiara e prevede il coinvolgimento della Regione in due momenti. L'ente viene "sentito" prima del rilascio e il Decreto viene inviato al Presidente della Regione e al Sindaco.
D'altro lato sia in questa slide sia in un'altra (sempre Ranucci allo Scientific Committee del LNGS del 29/04/2015), il ricercatore riporta il coinvolgimento della Regione Abruzzo tra gli enti a cui è stata chiesta l'autorizzazione. La Regione ha questi documenti? Che parere ha espresso a suo tempo? D'Alfonso ha ricevuto copia del Decreto?
In questa vicenda, oltre alla totale assenza di trasparenza e partecipazione, purtroppo ci tocca leggere reazioni scomposte con dichiarazioni che paiono inverosimili. È il caso del Direttore Ragazzi che ora parla di decisioni francesi sulla sorgente di Cerio144 evocando addirittura potenziali accordi degli stessi con altri stati per usarla altrove.
A parte che in decine di documenti ed atti si parla solo di uso al Gran Sasso, la Mobilitazione è in grado di rivelare il bilancio dell'esperimento (pag.4 del documento allegato) dove emerge chiaramente che l'INFN si fa carico di 1,8 milioni di euro per la sua produzione sul totale di 2,9 milioni di costo. Cioè la maggior parte, 2/3. Il resto ai francesi. L'accordo esiste già, ma è tra INFN e francesi. Inoltre un importante finanziamento viene dalla Commissione Europea e il proponente a cui è stato assegnato per fare l'esperimento ai Laboratori del Gran Sasso è un ricercatore dell'INFN. Questo ente ha pure dato mandato alla sua ragioneria di pagare ai francesi 242.736 euro per il trasporto della sorgente radioattiva!
Ora ci chiediamo: perchè Ragazzi sostiene per due volte - la prima quella relativa al fatto che l'esperimento era ancora tutto da decidere - tesi totalmente infondate che possiamo smentire con facilità? Chi è che parla cercando di sviare? Come mai non si è parlato tranquillamente alla popolazione di questo esperimento per anni? Forse perchè si è consci dei rischi?
Non parlare delle potenziali conseguenze di questo esperimento in caso di incidente è un atteggiamento oscurantista e anti-scientifico. Stiamo leggendo alcune reazioni che paiono addirittura isteriche fondate su elocubrazioni prive di qualsiasi basi tecniche. Da tempo l'ipse dixit e le ipotesi di lesa maestà scientifica non dovrebbero essere patrimonio proprio di chi fa ricerca e di chi ha responsabilità per la comunità.
Per ora è sconfortante rilevare che siamo gli unici a parlare con atti, dati tecnici e numeri e su quelli non ci sono denigrazioni e interpretazioni che tengano: in caso di incidente quella sorgente può rilasciare le stesse emissioni andate nell'oceano Pacifico con Fukushima secondo la IAEA. In Giappone per rottura di reattori, qui avverrebbe per perdita da una sorgente radioattiva, prodotta a partire da combustibile nucleare, temporaneamente confinata. Fonti diverse per apparato d'origine, con, potenzialmente, le stesse conseguenze in termini di quantità di emissioni. Crediamo, tra l'altro, che in caso di chiusura di un acquedotto per radioattività oppure in caso di evacuazione al cittadino importi poco sapere precisamente la fonte da cui arriva un problema per lui esiziale.
Possono smentire questo dato? Possono dire: se il materiale esce per qualsiasi causa - e siamo in territorio sismico in un laboratorio già ora classificato dalle leggi come a Rischio di Incidente Rilevante - non accade nulla? 100.000/150.000 curie nell'ambiente sono zucchero? Mettere la sorgente sotto centinaia di tonnellate di idrocarburi in sotterraneo è un modo tranquillo di gestire materiale altamente radioattivo? No, non possono e quindi si ricorre alla fantasia oppure addirittura alle libere interpretazioni fondate sul pregiudizio anti-scientifico.
Noi siamo per la ricerca e ad alcuni di noi è capitato di pubblicare studi su riviste scientifiche internazionali in altri settori, per cui vi è particolare sensibilità per la ricerca scientifica in generale e per quella in Abruzzo in particolare. Siamo, però, anche consci che la ricerca deve avere dei limiti. In questo caso ci sono alcuni esperimenti, quelli con grandissime quantità di sostanze pericolose, comprese quelle radioattive, chiaramente ed oggettivamente incompatibili per la vulnerabilità del contesto sociale ed ambientale, a partire dalla risorsa acqua. Semplice.
I nostri comunicati crediamo siano chiarissimi, con tutti i dati e i riferimenti. Se poi persone come Lolli vogliono reinterpretarli a loro piacimento per poi dire "smentire" quello che nessuno ha scritto, comprendiamo solo la difficoltà nel dover spiegare la realtà e le responsabilità.
Rinnoviamo l'invito ad annullare questo esperimento al Gran Sasso ed ad eliminare le sostanze pericolose dalla montagna. Non appena avremo il testo completo del decreto lo analizzeremo per verificarne la legittimità. Noi mercoledì a Teramo alle ore 17:30 presso Teramo Nostra in via Romani 13 ci organizzeremo per evitare che l'Abruzzo corra rischi inaccettabili.
Al seguente link alleghiamo:
- copia della modifica dell'agreement con il nuovo bilancio economico.
- copia della slide con il riferimento al Decreto;
- copia della slide con il riferimento alla richiesta avanzata, tra gli altri, alla Regione Abruzzo;
- copia del mandato di pagamento del trasporto della sorgente;
- copia dell'art.28 del D.lgs.230/1995.
MOBILITAZIONE ACQUA GRAN SASSO
Info: 3683188739
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Comunicato stampa del 12/10/2017
Gran Sasso, NO alla escalation radioattiva.
Con incidente potenziale impatto catastrofico sull'intera regione e sull'Adriatico
Con incidente potenziale impatto catastrofico sull'intera regione e sull'Adriatico. La sorgente radiattiva entro aprile 2018 sarà posta sotto centinaia di tonnellate di idrocarburi con rischio di "effetto domino". Il tutto in sotterraneo e in una zona fortemente sismica piena d'acqua. Appello alla mobilitazione generale e alla trasparenza. Mercoledì assemblea a Teramo.
Gli effetti di un eventuale incidente nucleare nei Laboratori del Gran Sasso rischiano di avere conseguenze catastrofiche su quasi tutto l'Abruzzo, parte delle Marche e sull'Adriatico.
La quantità di emissioni della sorgente di Cerio144 in arrivo entro Aprile 2018 dalla Russia, da Mayak dove si sta manipolando il combustibile nucleare proveniente dal reattore della Centrale nucleare di Kola, è dell'ordine di grandezza del rilascio in mare a Fukushima di Cesio137 (che è stato responsabile di una parte considerevole delle emissioni).
La sorgente radioattiva in questione, secondo i documenti redatti dagli stessi scienziati (ma non abbiamo per ora accesso a documenti di enti pubblici) è tra 100.000 e 150.000 curie, cioè tra 3,7 e 5,55 Petabecquerel (PBq). A Fukushima secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica per il Cesio137 finito in mare vi sono diverse stime che oscillano tra 2,7 e 5,7 Petabecquerel. Il valore di 1/4 uscito in questi giorni era riferito alla stima peggiore contenuta in una delle numerose ricerche che si sono occupate dell'incidente giapponese citate dall'IAEA, giusto per usare il valore più conservativo.
Lì parliamo di emissioni in un oceano, qui di un rilascio che potrebbe avvenire dentro una montagna piena d'acqua e da qui interessare diversi corsi d'acqua dal Pescara al Tronto fino ad arrivare all'Adriatico che in confronto al Pacifico è una vaschetta. Un rilascio massivo di quella sostanza dal contenitore renderebbe immediatamente radioattiva l'acqua usata negli acquedotti di L'Aquila e Teramo. Idem quella dei fiumi sui due lati della montagna, dal Pescara al Vomano fino al Tronto (per le varie captazioni Enel che rimandano alla fine parte dell'acqua anche in quel fiume). Si perderebbe l'acqua per l'irrigazione. Difficilmente un territorio simile avrebbe un futuro, tenendo anche conto della necessità di evitare la contaminazione per esposizione diretta della popolazione. Per non parlare dell'Adriatico, che sarebbe raggiunto e contaminato in poco tempo.
Quello che aggrava, se possibile, la situazione è che già ora i Laboratori sono classificati come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante sulla base della Direttiva Seveso Ter a causa dello stoccaggio in due esperimenti di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose e infiammabili, 1.000 tonnellate di acqua ragia in LVD e 1.292 tonnellate di trimetilbenzene in Borexino. Già questo dovrebbe far tremare le vene ai polsi visto che, tra l'altro, i laboratori non possono neanche vantare un passato cristallino in considerazione dei diversi incidenti che si sono verificati, con risvolti tragicomici se non stessimo parlando della contaminazione dell'acqua potabile e di quella di un parco nazionale.
Ebbene, la potente sorgente radioattiva di Cerio sarebbe piazzata proprio al di sotto del contenitore di Borexino con centinaia di tonnellate di un idrocarburo! Il tutto in sotterraneo. Un incubo dal punto di vista dei rischi, in considerazione del possibile effetto domino (un'avaria in un impianto che causa incidenti in altri impianti vicini) e anche dal punto di vista degli interventi in caso di incendio grave o terremoto.
Come si guarderebbe un'azienda se decidesse di stoccare grandi quantità di sostanze radioattive sotto un serbatoio di benzina, in un territorio a massimo rischio sismico e letteralmente sopra l'acquifero che rifornisce di acqua 700.000 persone? Come giudicheremmo tale azienda e i loro dirigenti se si comportassero come i Laboratori che non solo si sono ben guardati in questi anni dal divulgare alla comunità che li ospita le loro intenzioni ma sono anche arrivati in questi giorni a negare l'evidenza ammettendo i fatti solo ieri e solo grazie al vero e proprio lavoro di inchiesta della stampa e della Mobilitazione per l'Acqua Gran Sasso? Raccontando la solita stantia versione edulcorata, che ammette tra le righe che nonostante la schermatura di 19 cm di tungsteno mai realizzata finora al mondo, una leggera quantità di radiazioni esce nelle immediate vicinanze della sorgente radioattiva*.
In ogni caso a chi parla di schermature risolutive per la sicurezza ricordiamo che anche i reattori nucleari sono schermati, fino al primo incidente.
Qui pare passare in cavalleria che con il terremoto sul vicino monte Vettore vi è stata una dislocazione in superficie di oltre un metro tra i due lati della frattura. Un evento a cui nessun ingegnere può far fronte nella pianificazione di esperimenti come Borexino e Sox.
È insopportabile che tutto ciò sia stato progettato e forse autorizzato dagli enti senza avvertire in alcun modo la popolazione, calpestando diritti fissati nella Convenzione di Aarhus. È inaccettabile far correre rischi a questi livelli per anni a milioni di persone, visto che la sorgente di Cerio144 rimarrebbe nei laboratori per un anno e mezzo, seguita con ogni probabilità da altri esperimenti simili che sono già in fase di programmazione.
La Regione Abruzzo, le province e i comuni assicurino da subito la pubblicazione e divulgazione di tutta la documentazione autorizzativa varata finora sull'esperimento SOX. Si valuti la legittimità di eventuali atti e comunque ci si schieri a difesa del territorio e della popolazione senza "per ora", senza "se" e senza "ma"!
Ricordiamo che l'Art.94 del D.lgs.152/2006, in attesa di più puntuali provvedimenti delle regioni, vieta lo stoccaggio di sostanze radioattive entro 200 metri dai punti di captazione idropotabile.
È scandalosa, però, la colpevole inadempienza della Regione Abruzzo che da 11 anni non perimetra e norma con vincoli adeguati le zone di protezione circostanti i punti di captazione idropotabile e la zone di salvaguadia per la ricarica degli acquiferi. In assenza di tale provvedimento valgono i suddetti limiti blandi fissati dal legislatore nazionale in attesa dell'azione più puntuale e caso-specifica delle regioni. Per un acquifero di valore europeo come quello del Gran Sasso, estremamente vulnerabile per la grande permeabilità del contesto, pensare che la protezione dell'acqua fonte di vita sia affidata ad una norma nazionale transitoria per forza di cose generica e non a scelte fondate sulla situazione locale come prevede la legge fa pensare. La Regione è quasi nuda davanti a sfide e rischi di questo genere.
Facciamo appello al ricorso al buon senso e ad un'opposizione dura e compatta dei cittadini e delle istituzioni che vogliono rappresentarli a tale progetto. Qualsiasi bravo ricercatore sa che esistono dei limiti alla ricerca. I singoli specifici esperimenti devono essere compatibili con il contesto. Visti i numerosi problemi con l'acqua già verificatisi e i potenziali rischi di questo esperimento finora non sono considerati i diritti dei cittadini a vivere in tranquillità e in un ambiente sicuro, usando le risorse che offre loro naturalmente il territorio,
Intanto per mercoledì 18 ottobre a Teramo presso la sede di Teramo Nostra in via Romani 13, si terrà una prima assemblea sull'argomento promosso dalla Mobilitazione Acqua Gran Sasso per stabilire tutti assieme i prossimi passi.
*di grazia, visto che l'esperimento lo stiamo spiegando noi, si può conoscere se è confermata la dose di 90 microsievert/ora citata in una delle slide visto che è del 2014?
Al seguente link è possibile scaricare, in sequenza logica, alcune immagini esplicative dell'esperimento tratte dal documento tecnico della IAEA su Fukushima, da presentazioni dei ricercatori e da siti WEB dedicati all'esperimento (per eventuali riferimenti più precisi alle fonti potete contattarci):
1)schema produzione della sorgente radioattiva;
2)centrale di provenienza del combustibile nucleare (Kola);
3)mappa trasporto da Kola a Mayak;
4)procedure iniziali a Mayak per la produzione della sorgente;
5)mappa del trasporto da Mayak al Gran Sasso passando per la Francia;
6)schema del contenitore di Tungsteno e livelli di dose di radiazioni all'esterno;
7)schema contenitore di Tungsteno dentro contenitore alluminio;
8)schema delle strutture in sala C (binario; cunicolo; Borexino);
9)schema della posizione della sorgente sotto il serbatoio di Borexino;
10)estratto documento con livello di emissioni in Petabecquerel (PBq) (tenendo conto di 100.000 Curie);
11)estratto documento IAEA su emissioni in mare a Fukushima;
MOBILITAZIONE ACQUA GRAN SASSO
Info: 3683188739
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Gran Sasso, altro che "prove per verificare", la sorgente radioattiva è stata già acquistata in Russia!
Basta consultare le slide dei ricercatori che presentano il progetto SOX ai loro colleghi per verificare che la sonda è in produzione perchè ordinata definitivamente a dicembre 2016, prima della "prova" di trasporto. Alleghiamo due slide di due diverse presentazioni, fatte a marzo e giugno 2017, con le parti evidenziate da noi in rosso. In una vi è anche l'indicazione sulla prova di trasporto da svolgere, per poi finire con l'annuncio dell'avvio dell'esperimento nei primi mesi del 2018.
I Laboratori del Gran Sasso evitino, quindi, di continuare con le pantomime che magari possono trarre in inganno qualche sprovveduto o chi non legge le carte. Già sul trasporto ha cercato di minimizzare quando il documento poi pubblicato da Primadanoi era chiarissimo citando la norma UN2913 che fa riferimento a materiale irraggiato (ad esempio, un contenitore che ha già trasportato sorgenti radioattive).
È già sufficientemente incredibile che come al solito siano stati giornalisti e gli attivisti della Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso a divulgare le informazioni ai cittadini su questo esperimento.
Che cosa vi è da verificare?
Sconvolgente è il silenzio della Regione Abruzzo. Sapeva dell'esperimento? Per questo non voleva mettere in discussione le sostanze presenti nei Laboratori? Per questo non ha voluto nessun rappresentante di associazioni e cittadini nel gruppo di lavoro per il protocollo sull'acqua, magari per evitare domande scomode, alla faccia della Convenzione di Aarhus?
Ovviamente ora ci aspettiamo che la Regione operi a tutti i livelli per contrastare lo svolgimento di questo esperimento.
INFO: 3683188739
Trasporto di materiale radioattivo nei laboratori del Gran Sasso, nuovo esposto.
Abbiamo contattato alle 13:30 la ASL di Teramo che ci ha riferito di non essere a conoscenza di tale trasporto.
In ogni caso il vicepresidente della Regione continua a non voler affrontare, neanche dopo la manifestazione di Assergi del 9 luglio quando centinaia di persone hanno marciato per la tutela della Montagna, la problematica dello stoccaggio di grandi quantità di sostanze pericolose al di sotto di una montagna che garantisce acqua per 700.000 persone.
Questo è il vero tema da trattare imponendo limiti ad alcuni esperimenti, se si ha veramente a cuore la tutela della montagna e della sicurezza dell'approvvigionamento idrico degli abruzzesi.
Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua
e-mail:segreteriah2oabruzzo@gmail.com