Pescara, 14/5 - Conferenza stampa "No al DDL Concorrenza"
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- Pubblicato: Mercoledì, 11 Maggio 2022 20:54
Il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua organizza una conferenza stampa per sabato 14 maggio alle ore 11.00 in Piazza Unione a Pescara in cui ribadire le proprie ragioni contro il DDL Concorrenza.
NO alle gestioni opache delle risorse idriche in Abruzzo
Si all’approvazione da parte del Consiglio Regionale della Carta delle aree di salvaguardia dell’acqua potabile e per la ricarica delle falde
Il governo Draghi con DDL sulla concorrenza intende eliminare con misure non trasparenti tutte le gestioni pubbliche dei servizi locali e cioè trasporti, rifiuti e acqua potabile.
Per quanto riguarda l’acqua ciò è in aperta violazione dell’esito del referendum del 2011, quando la maggioranza assoluta degli italiani si espresse per la gestione pubblica di questo indispensabile bene comune.
L’acqua non può essere messo in mano ai privati, cioè a coloro che intendono trarre enormi profitti attraverso la sua gestione. L’acqua non può essere considerata una merce, non può essere lasciata in mano al mercato per produrre enormi profitti a beneficio dei fondi di investimento internazionali ed a detrimento dell’ambiente e del clima.
Il DDL Concorrenza reintroduce per la gestione dei servizi pubblici in modo sistematico un liberismo becero e immorale.
Con questa iniziativa il governo Draghi getta la maschera e si rivela per quel che è, un esecutivo che non cura gli interessi dei cittadini ma bensì gli interessi del capitalismo neoliberista.
In Abruzzo il problema della gestione dell’acqua si lega strettamente alla mancanza di una programmazione e di investimenti strutturali per la sostituzione delle ormai vetuste condotte che risalgono alla gestione della vecchia Cassa del Mezzogiorno.
Attualmente vi sono quattro enti gestori e cioè l’ACA, la Saca, la Ruzzo reti e la Sasi, una gestione assai mediocre visto i continui disservizi lamentati dagli utenti e il dato abnorme riguardante le perdite delle condotte, che mediamente raggiungono il 54%, cioè più della metà di questa fondamentale risorsa si perde prima di arrivare ai rubinetti dei cittadini.
Gli enti gestori invece di varare un piano pluriannuale per la sostituzione delle condotte continuano ad eseguire dispendiose riparazioni che servono solo a tamponare la situazione.
Questo modo di fare ha portato il territorio abruzzese, ricchissimo d’acqua, ad attraversare da uno/due anni un periodo di crisi idrica con continue interruzioni del servizio o al razionamento della distribuzione. Tutto ciò ha portato soprattutto nel periodo estivo molti cittadini all’esasperazione.
Alcuni di questi enti gestori mostrano una significativa difficoltà nell’invio sistematico agli utenti delle bollette, con il conseguente risultato che ad alcuni arrivano dopo mesi e mesi e continue sollecitazioni, con richieste enormi e con la conseguenza di alimentare contenziosi e ricorsi.
La soluzione adottata dagli enti gestori non è stata quella di un miglioramento dell’intero sistema gestionale amministrativo ma bensì di far ricadere i mancati introiti sulle tariffe e colpire in tal modo coloro che le bollette le hanno sempre pagate.
Tra l’altro gli enti gestori abruzzesi di proprietà pubblica ma di diritto commerciale verranno colpiti irrimediabilmente dal art.6 del DDL sulla concorrenza e cosi’ si rischia l’ingresso delle multinazionali nella gestione. Di tutto questo non sembrano rendersi conto i gestori abruzzesi, i consigli comunali e la Regione, nulla fanno per evitare il disastro attuale ed a venire. Nemmeno si uniscono alle centinaia di amministrazioni italiane che stanno chiedendo al Governo di cancellare l’art.6 privatizzatore dal DDL.
Altra irresponsabile non curanza in Regione non si adotta, nonostante lo si richieda da anni, la Carta delle aree di salvaguardia dell’acqua potabile e per la ricarica delle falde.
Strumento questo previsto da D.L. n. 152/2006 e redatto dall’ente regionale con un costo considerevole per le tasche degli abruzzesi da una ditta specializzata padovana, documento indispensabile per la tutela di tutte quelle aree interessate all’acqua potabile e che invece di essere adottata e di rendere in tal modo operative le tutele previste per le suddette aree viene lasciata colpevolmente chiusa in un cassetto presso gli uffici regionali.
Tutto perché una certa politica che ha al suo interno tutto lo spettro politico, non vuole applicare vincoli ed elementi di limitazione dell’iniziativa privata in territori così importanti per il la cura del patrimonio idrico regionale.
E’ ora di dire basta a tutto questo, la cittadinanza e le realtà sociali regionali tornino a prendere posizione. La politica non fugga dalle proprie responsabilità: le proposte, le idee, i programmi di finanziamento decisivi ci sono per dare una svolta ci sono. E’ il tempo dei fatti, sapremo valutare e intraprendere le adeguate azioni di lotta se ciò non dovesse accadere.
Pescara 10/05/2022.
Forum H2O Abruzzo