Diario da Cancun
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- Pubblicato: Giovedì, 09 Dicembre 2010 14:46
Deportivo Jacinto Canek, Cancun, ore 10: è il momento dell'incontro delle migliaia di campesinos, attivisti e rappresentanti di movimenti e associazioni che in questi giorni hanno attraversato con le proprie carovane 17 stati del Messico fermandosi in 40 località per ascoltare, condividere, conoscere le mobilitazioni di tante comunità locali in difesa della propria terra e dei propri diritti.
Ha preso il via infatti la mattina del 4 dicembre il Foro Alternativo Globale per la Vita, la Giustizia Ambientale e Sociale organizzato da Via Campesina. Durante l'apertura dei lavori del Forum la delegazione di Rigas si è collegata con le piazze italiane in cui erano in corso le mobilitazioni della Giornata Nazionale dell'Acqua. Nell'accampamento di Via Campesina, sede del Forum, è stato srotolato lo striscione "Italia - Mexico - Mundo, el agua es un bien comun".
Per il 5 dicembre invece, è previsto l'arrivo di 22 ministri, tra cui alcuni di paesi chiave come India, Stati Uniti, Cina, Germania, Inghilterra, Spagna e Brasile. La provocazione giapponese, la cui delegazione ieri ha dichiarato l'intenzione del paese nipponico di non firmare il rinnovo del trattato di Kyoto, ha suscitato diverse risposte: in primo luogo quella degli ecologisti giapponesi che hanno sottolineato che, con questa posizione, il Giappone si isola dal mondo e, peggio ancora, pregiudica i negoziati in corso a Cancun.
Mentre i delegati visitano la zona Maya per verificare lo stato di conservazione dell'ambiente, all'interno del circo del Cop16 si esibiscono anche le aziende; è il caso della Acciona, impresa spagnola impegnata nella realizzazione e nella gestione di un gigantesco campo eolico nella zona di Oaxaca, in Messico. Presentato come un esempio di buona pratica nel mondo delle energie alternative, questo progetto nasconde in realtà il rovescio della medaglia: le comunità che vivono quel territorio, infatti, hanno subito l'esproprio delle proprie terre oppure se le sono viste comprare a un prezzo bassissimo.
Insomma, quel che all'interno del vertice si vende come esempio concreto di sostenibilità, nella realtà mostra la sua faccia insostenibile per quanti abitano quel territorio e se lo sono visti sottrarre e devastare. L'Acciona, inoltre, ha ottenuto il monopolio dell'energia prodotta, prefigurando così una sorta di privatizzazione del vento, per definizione libero di andare dove vuole.
Ogni giorno che passa il Cop 16 dimostra di essere un fallimento: nel suo affrontare i cambiamenti climatici guardandoli dal punto di vista della finanziarizzazione dell'inquinamento e delle nocività, infatti, i 18 mila delegati del vertice si dimenticano dei bisogni degli altri 6 miliardi di abitanti di questa terra e dei beni comuni che la fanno vivere. Vorrebbero cambiare il clima pur di salvare il loro sistema. Ma è fuori degli hotel di lusso e delle passerelle dei meeting che si sperimentano strade per difendere il mondo. Sotto le tende di Via Campesina si sono incontrati centinaia di donne e uomini che rappresentano lotte, comunità, percorsi sociali e ambientali. Sono l'immagine di milioni di abitanti di questa terra che si mobilitano per l'unico mondo possibile: quello che cambia il sistema per difendere il clima.
RIGAS a Cancun
La delegazione di Rigas - Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale arrivata in Messico per partecipare alle iniziative e alle mobilitazioni della società civile sarà presente e interverrà a vari momenti di discussione.
Il primo, il 5 dicembre, nel FIJC, con l'obiettivo di raccontare la situazione italiana e il percorso della Rete che riunisce circa 70 organizzazioni tra comitati locali, associazioni e sindacati. Il secondo, il 6 dicembre, è il Panel "Tessendo la lotta per la Giustizia Ambientale e Sociale a livello globale", nel Foro di LVC, al quale interverranno tra gli altri il portavoce di A Sud Giuseppe De Marzo, il sociologo filippino Walden Bello e l'economista messicano Andres Barreda. Il 7 è prevista la mobilitazione di piazza.