Vibo Valentia, acqua imbevibile e muri di gomma istituzionali
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- Pubblicato: Venerdì, 11 Luglio 2014 14:28
Mercoledì pomeriggio, 9/7/2014, presso gli uffici dell'Arpacal-Vibo, si è svolto l'incontro con la dirigente, dott.ssa Angela Diano, a cui abbiamo sottoposto la nostra petizione, costituita da più di cinquecento inequivocabili segnalazioni dei consumatori, circa la pessima qualità dell'acqua, tuttora spregiudicatamente distribuita come se fosse realmente potabile dal Comune di Vibo Valentia, con la complicità di Asp e Arpacal.
La nostra richiesta era di prendere atto del fatto che odore, colore e sapore non sono affatto “accettabili per i consumatori” come invece prescritto dalla legge vigente, e di comunicarlo ufficialmente agli altri enti competenti, finora completamente sordi tanto alla norma quanto alla vox populi.
Ai sensi del D.Lgs 31/2001, i parametri organolettici devono obbligatoriamente essere valutati in tutti i controlli, sia di routine che di verifica, eppure l'Arpacal evita da sempre accuratamente di analizzare odore e sapore dell'acqua, che spessissimo risulta, come noto, maleodorante e disgustosa e di qualità organolettiche tutt'altro che costanti o “senza variazioni anomale”.
In queste settimane, colmo dei colmi, il Comune di Vibo Valentia ha inviato agli utenti, tramite Equitalia, le bollette dell'acqua, calcolate con aliquote elevate ai massimi consentiti, come se questa fosse davvero acqua buona da bere, senza tenere neppure conto dei periodi di non-potabilità certificati dallo stesso Comune. Bollette-beffa, oltre che per quanto detto anche perché inclusive del canone di depurazione, calcolato come se i depuratori funzionassero perfettamente.
L'Arpacal, invece che prendere atto del dato scientifico da noi sottoposto, ha risposto alle nostre richieste che odore e sapore sono parametri non valutabili analiticamente, affermazione assolutamente contraria tanto al dettato legale quanto alle relative linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità che indica invece con precisione come analizzare scientificamente tali importanti parametri.
Ecco quindi che anche l'Arpacal, dopo il Comune e l'Asp vibonesi, aggiunge un ulteriore mattoncino all'assurdo muro di gomma, istituzionale ma palesemente illegale, contro cui noi cittadini, che vorremmo semplicemente acqua pulita e a norma di legge, ci scontriamo a più riprese da quasi un decennio.
Unica nota positiva dell'incontro sembra essere il fatto che in mezzo al fragoroso calpestio dei nostri diritti legali, civili ed umani, sembra intravedersi, finalmente, la possibilità di ottenere in tempi brevi, almeno l'attivazione di alcune fonti di approvvigionamento alternativo, leggasi “fontane pubbliche”.
Arpacal e Asp, infatti, hanno recentemente proposto al Sindaco, di analizzare, con costi irrisori, l'acqua del sottosuolo vibonese, ricchissimo di acqua sicuramente migliore di quella proveniente dal maledetto, avvelenato bacino dell'Alaco.
Al momento questa ottima idea, che risulta pure essere una richiesta che noi cittadini reiteriamo a partire dal 2006 con vari documenti, corredati da migliaia e migliaia di firme depositati presso le istituzioni competenti, si è fermata nuovamente sullo scoglio chiamato “Giunta D'Agostino”, che si aggiudica così, ancora una volta, la palma di peggiore nemica della salute pubblica sul territorio vibonese.
Il Sindaco infatti, come riferitoci durante l'incontro dalla dirigente Arpacal, si era impegnato, a conclusione di una recente riunione in Prefettura, ad effettuare entro giugno le prime analisi dell'acqua delle falde vibonesi, con il supporto praticamente gratuito di Asp e Arpacal, al fine di attivare adeguati pozzi e sorgenti sul territorio cittadino, ma al momento, purtroppo, nulla è accaduto.
Non resta a questo punto, che chiedere un incontro al Prefetto Giovanni Bruno, al fine di chiedergli di spingere il Sindaco a rispettare con urgenza gli impegni presi e finora disattesi, e soprattutto di fare sì che Asp, Arpacal e Comune comincino finalmente a rispettare le leggi vigenti, smettendo di certificare il falso riguardo alla potabilità dell'acqua vibonese, anche per evitare di ingolfare ulteriormente l'azione della Magistratura, impegnata nella nostra terra quotidianamente su più fronti, alcuni dei quali di urgenza paragonabile al problema dell'acqua sporca.
Problema, questo dell'approvvigionamento idrico che si potrebbe facilmente cominciare a risolvere anche senza lo stimolo della Procura, con poche decine di migliaia di euro, un po' di semplice buon senso, e soprattutto usando l'abbecedario della buona amministrazione, di cui, purtroppo, l'attuale giunta comunale sembra essere feroce nemica.
In calce il testo della petizione, al momento supportata da ben cinquecentoventuno sostenitori.
Vibo Valentia 10 Luglio 2014.
Luciano Gagliardi
Ass.”Compresi gli Ultimi”