Il Consiglio Comunale di Monterenzio per l’applicazione del referendum acqua, la ripubblicizzazione del servizio, l'allentamento del patto di stabilità e l'utilizzo di strumenti di finanza pubblica per gli investimenti del servizio idrico
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- Pubblicato: Giovedì, 26 Luglio 2012 14:51
Il Comitato Bolognese per l'acqua bene comune esprime la sua soddisfazione per l'ODG proposto dal gruppo Consigliare "centrosinistra per Monterenzio" ed approvato all' unanimità dal Consiglio Comunale di Monterenzio, nella seduta del 25.06.2012, con i voti favorevoli del gruppo di Maggioranza "Lista Civica la tua Monterenzio" e del gruppo di opposizione "centrosinistra per Monterenzio".
Ciò in sintonia con la maggioranza dei cittadini che anche nella nostra provincia, un anno fa, hanno deciso di votare per l'acqua pubblica e la sua uscita dalle logiche del mercato con 479.947 voti pari al 95,67% .
Il valore della delibera è nel merito delle cose che afferma: "....non assoggettare al patto di stabilità le aziende speciali e quelle “in house”, di escludere dal patto di stabilità tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e, più in generale, di riscrivere le regole del patto di stabilità.....". Essa infatti dopo avere affermato il diritto umano all'acqua e la necessità di rispettare il referendum "...di compiere gli atti e le azioni conseguenti per intraprendere una piena gestione pubblica del servizio idrico..." considera che ciò può avvenire solo attraverso la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico.
Afferma inoltre che gli investimenti necessari per garantire che: "... beni comuni come l’acqua, il territorio, l’energia e i rifiuti e servizi pubblici essenziali come quelli deputati a garantire un welfare locale di qualità appartengono alla comunità e non possono in alcun modo essere sottratti alla stessa, condizionandone la fruizione da parte di tutti i cittadini e limitandone la piena partecipazione al loro governo e alla loro gestione democratica.." possono essere garantiti solo con "...l’esclusione dal patto di stabilità di tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle categorie dei beni comuni e del welfare locale..", ripristinando "...l’antica funzione della
Cassa Depositi e Prestiti, quale ente finanziatore a tassi calmierati degli investimenti degli Enti Locali..." e facendosi portavoce "...affinché vengano riscritte le regole del Patto di Stabilità interno".
Questi contenuti sono totalmente condivisi dal Comitato bolognese per l'acqua bene comune, e ci auguriamo che analoghe prese di posizione vengano assunte anche da altri consigli comunali della nostra provincia.
Ciò assume una speciale rilevanza oggi, nel momento in cui la sentenza della Corte Costituzionale ripristina la legalità e la valenza dello strumento referendario con la dichiarazione di illegittimità dell'articolo 4 della finanziaria 2011 e delle successive iniziative del governo Monti.
Tanto più importante in quanto con l'operazione di fusione HERA/ACEGA i comuni del nostro territorio sarebbero ancora più espropriati dalla gestione dell'acqua, dei rifiuti e dell'energia sul proprio territorio.
Perchè si scrive acqua, ma si legge democrazia
Bologna, 26 luglio 2012
Il valore della delibera è nel merito delle cose che afferma: "....non assoggettare al patto di stabilità le aziende speciali e quelle “in house”, di escludere dal patto di stabilità tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e, più in generale, di riscrivere le regole del patto di stabilità.....". Essa infatti dopo avere affermato il diritto umano all'acqua e la necessità di rispettare il referendum "...di compiere gli atti e le azioni conseguenti per intraprendere una piena gestione pubblica del servizio idrico..." considera che ciò può avvenire solo attraverso la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico.
Afferma inoltre che gli investimenti necessari per garantire che: "... beni comuni come l’acqua, il territorio, l’energia e i rifiuti e servizi pubblici essenziali come quelli deputati a garantire un welfare locale di qualità appartengono alla comunità e non possono in alcun modo essere sottratti alla stessa, condizionandone la fruizione da parte di tutti i cittadini e limitandone la piena partecipazione al loro governo e alla loro gestione democratica.." possono essere garantiti solo con "...l’esclusione dal patto di stabilità di tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle categorie dei beni comuni e del welfare locale..", ripristinando "...l’antica funzione della
Cassa Depositi e Prestiti, quale ente finanziatore a tassi calmierati degli investimenti degli Enti Locali..." e facendosi portavoce "...affinché vengano riscritte le regole del Patto di Stabilità interno".
Questi contenuti sono totalmente condivisi dal Comitato bolognese per l'acqua bene comune, e ci auguriamo che analoghe prese di posizione vengano assunte anche da altri consigli comunali della nostra provincia.
Ciò assume una speciale rilevanza oggi, nel momento in cui la sentenza della Corte Costituzionale ripristina la legalità e la valenza dello strumento referendario con la dichiarazione di illegittimità dell'articolo 4 della finanziaria 2011 e delle successive iniziative del governo Monti.
Tanto più importante in quanto con l'operazione di fusione HERA/ACEGA i comuni del nostro territorio sarebbero ancora più espropriati dalla gestione dell'acqua, dei rifiuti e dell'energia sul proprio territorio.
Perchè si scrive acqua, ma si legge democrazia
Bologna, 26 luglio 2012
Comitato Acqua Bene Comune Bologna