Ferrara: cari candidati, ma l'acqua?
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- Pubblicato: Venerdì, 22 Febbraio 2013 08:51
Acqua pubblica senza se e senza ma. Candidati a confonto.
A moderare l’incontro Marcella Ravaglia, del Comitato, e Corrado Oddi, del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Tre gli impegni fondamentali sui quali i candidati sono stati chiamati ad esprimersi: ripresentare in Parlamento, tramite un gruppo interparlamentare per l’acqua bene comune, la legge di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione del servizio idrico, firmata da 400 mila italiani e depositata nel 2007, mai discussa nelle ultime due legislature; contrastare il metodo tariffario transitorio stabilito dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, che cancella l’esito del referendum sul profitto garantito in bolletta; infine, favorire la ripubblicizzazione del servizio, a partire dai territori, come Reggio Emilia, Piacenza, Palermo, Vicenza, dove questo processo è già avviato.
Riguardo al primo impegno, un sì incondizionato è arrivato sia da Ferraresi che da Corridoni, qualche distinguo per gli altri candidati, soprattutto da parte di Bratti per il quale la legge “pur esprimendo principi condivisibili, ha bisogno di una profonda manutenzione”.
Sul contrasto alla nuova tariffa deliberata dall’AEEG, che annulla l’esito referendario e sarebbe illegittimamanete applicata in modo retroattivo, la sintonia appare sostanzialmente totale: per tutti i candidati il voto popolare va rispettato e dunque è necessario intervenire con un provvedimento legislativo che annulli il lavoro dell’Authority.
Sul tema della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato invece le posizioni si differenziano. Per Giubelli, da radicale e difensore del mercato, il rispetto del voto referendario va garantito, ma la gestione pubblica del servizio è una proposta non condivisibile, visto che “il profitto è naturale”. Per Paglia e Bratti è da preferire la gestione pubblica, ma la forma giuridica del soggetto gestore non è dirimente. Questa posizione diventa terreno di scontro con Corridoni e i membri del comitato. I candidati di Pd e Sel sono per lasciare agli enti locali la decisione sulla forma migliore, sia essa una società di diritto privato a totale partecipazione pubblica o un ente di diritto pubblico. Il dibattito finale, sul confine che deve separare il diritto umano dalla compatibilità economica, coinvolge i presenti fra il pubblico e lascia aperto un solco fra le diverse posizioni. Il tema è più che mai attuale alla vigilia delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, coinvolge l’idea di società che vorremmo: quali sono i beni e i valori “non negoziabili” che per la loro natura intrinseca devono rimanere fuori dalle logiche di mercato e di profitto, tipiche del privato? L’acqua è fra questi? E cosa dire di settori come la sanità e l’istruzione, che stanno anche essi subendo gli stessi attacchi da parte delle politiche neoliberiste per cui vale sempre e comunque l’assioma “privato è meglio”? Per l’esponente di Rivoluzione civile e del M5S solo enti di diritto pubblico trasparenti e partecipati possono garantire la corretta gestione del bene comune acqua, secondo la proposta portata avanti da anni dai movimenti e nel rispetto dell’esito referendario, troppe volte calpestato.
Perché oggi più che mai si scrive acqua ma si legge democrazia!
Comitato Acqua Pubblica di Ferrara
Ferrara, 21 febbraio 2013