Provincia di Bologna - progetto di privatizzazione della gestione dei servizi ambientali
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- Pubblicato: Mercoledì, 24 Luglio 2013 16:11
Comunicato stampa
Geovest: che bisogno c'è di un socio privato? Ci sono alternative alla privatizzazione!
Il progetto di privatizzare parzialmente (20%) Geovest (che gestisce i servizi ambientali per conto di 11 comuni Bolognesi e Modenesi) è in contrasto con la volontà dei cittadini espressa con i referendum del 2011.
Un analogo progetto di semi privatizzazione di GEOVEST del 2010 era stato correttamente cancellato dai comuni nel luglio 2011, a seguito della vittoria referendaria .
Dopo il referendum poi, la sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato l’art 4 della manovra Berlusconi, conferma il quadro normativo che permette l’affidamento “in house” dei servizi pubblici locali.
A poco vale ad oggi il richiamo indiretto al decreto “liberalizzazioni” del governo Monti che giace senza decreti attuativi ed è affrontabile da amministrazioni pubbliche che intendano dare un forte ruolo di gestione pubblica alle proprie aziende, nei principi dell’utilità sociale ed ambientale, tesa a realizzare in concreto i diritti previsti dalla Costituzione.
Pur nel quadro di un piano che afferma di voler perseguire fattori importanti di qualità del servizio (raccolta differenziata, riduzione della produzione rifiuti procapite, qualità dei servizi al territorio) che comunque andrebbero verificati da una attento esame pubblico, manca la prospettazione di ipotesi alternative a quelle definite per affrontare i punti di difficoltà (operatività, assetti finanziari, costi di smaltimento) che vive l’esperienza di GEOVEST nella prospettiva di mantenere il totale controllo pubblico.
Va aggiunto che la carenza di politiche territoriali più ampie (di Regione e di ATERSIR) nel settore Ambientale e della gestione del ciclo dei rifiuti, ora schiacciate sulle logiche delle grandi SPA quotate come HERA ed IREN, (carenze impiantistiche e sovradimensionamento ed alti costi dello smaltimento tramite inceneritori, solo per citare un problema), porti i Comuni a decisioni di scarsa prospettiva strategica e allontana un’idea di governo e gestione pubblica, scegliendo una soluzione che si muove in una direzione opposta a quella indicata dai cittadini.
Con questa, nuovamente frettolosa decisione, si smentiscono gli indirizzi già stabiliti con le delibere del 2011, e si cede su due punti fondamentali:
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L’ingresso dei privati nel consiglio di amministrazione
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L’introduzione del concetto di profitto con la realizzazione degli utili (come si evince dal Piano di sostenibilità di GEOVEST)
Chiediamo quindi di interrompere il processo avviato.
La “fretta” è sospetta, in quanto tende ad assumere decisioni gravi mettendo tutti di fronte al fatto compiuto, senza il necessario corredo di una istruttoria pubblica e partecipata, indispensabile per permettere ai cittadini, ma anche ai consiglieri comunali di decidere in modo consapevole ed informato.
I segnali che arrivano anche da questo governo, nel quale prevalgono linee di privatizzazione piegate ai diktat di BCE e dei poteri forti europei sembrano indicare l’ennesimo aggiramento dell’esito referendario. Procedendo verso le privatizzazioni e cercando di impedire i processi di ripubblicizzazione del servizio idrico e degli altri servizi pubblici locali.
Chiediamo quindi alle Amministrazioni pubbliche di concorrere alla difesa della democrazia, e di svolgere apertamente il ruolo di difesa della volontà dei loro cittadini, recedendo dalla loro proposta di privatizzazione di GEOVEST.
Ma nel contempo chiediamo loro :
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di mobilitarsi contro l’eventuale assoggettamento al patto di stabilità delle aziende pubbliche “in House” e per cancellare in generale il patto di stabilità per gli Enti Locali, che li strangola, come chiesto dal comunicato congiunto ANCI-Forum Nazionale dei Movimenti per l’acqua ;
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di avviare studi di fattibilità tesi alla trasformazione di GEOVEST in azienda speciale pubblica e partecipata, introducendo rappresentanti degli utenti e dei lavoratori nella governance aziendale,
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di chiedere la ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti per una finanza pubblica finalizzata agli investimenti degli enti locali e delle opere di interesse generale
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di sostenere la Proposta di legge di iniziativa popolare, che sarà ripresentata in questo parlamento, per la ripubblicizzazione del servizio idrico;
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in attesa del quadro normativo coerente all’esito referendario, che va insieme conquistato, contrattare in via transitoria e in una logica di sistema locale (regionale) delle aziende pubbliche , i mutui necessari agli investimenti, con Cassa depositi e prestiti ed anche col sistema bancario territoriale per convenzioni, a basso tasso di interesse, garantite dai sistemi tariffari (dalle bollette); (Regione ed ATERSIR di concerto con gli Enti Locali potrebbero coordinare questa azione).
Per valutare queste proposte ed avviare il confronto, chiediamo ai sindaci di incontrarci ed avviare una pubblica istruttoria prima di assumere decisioni.
Comitati Acqua Bene Comune Bologna e Modena
Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune dell’Emilia Romagna
Bologna, 24 Luglio 2013