Modena 21/10, conferenza stampa "La restituzione della "remunerazione del capitale" dopo la vittoria del Referendum"
- Dettagli
- Pubblicato: Venerdì, 18 Ottobre 2013 16:34
COMUNICATO STAMPA
La restituzione della “remunerazione del capitale investito” ai cittadini dopo la vittoria referendaria
Perché i gestori più virtuosi devono restituire di più, e quelli che operano sui mercati finanziari devono restituire di meno
ATERSIR, l'Agenzia Territoriale dell'Emila Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti, sta per deliberare quanto debba essere restituito ai cittadini della nostra regione rispetto alla “remunerazione del capitale investito” che i gestori hanno indebitamente caricato sulle bollette dell'acqua nel periodo luglio-dicembre 2011, nonostante la vittoria referendaria.
Nel caso dell'Emilia Romagna, da prime informazioni ricevute, questo calcolo porta ad una restituzione ai cittadini della nostra regione di circa 9 milioni di € per il periodo 21 luglio 2011- 31 dicembre 2011, comprensivi anche degli interessi.
Nello specifico del bacino modenese, i calcoli mostrano che Hera restituirà 0 €, mentre SorgeAqua dovrà restituire poco più di 100mila €, e Aimag più di 900mila €.
Il calcolo effettuato da ATERSIR è stato costruito sulla base di una deliberazione dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG) che indica i criteri per calcolare la quota parte della remunerazione da restituire ai cittadini in quanto non costituisce puro costo per il gestore, definendo viceversa che vanno considerati costi della gestione:
i) gli oneri fiscali, derivanti dalla gestione del servizio idrico integrato;
ii) gli oneri finanziari effettivamente sostenuti e documentati dal gestore, per il servizio idrico integrato;
iii) gli accantonamenti per la svalutazione crediti, nella misura ritenuta efficiente da parte dell’Ente d’Ambito o del soggetto competente.
Criteri che i Comitati per l'Acqua Pubblica contestano fortemente, in parte perché illegittimi (come nel caso degli oneri fiscali, che si configurano di fatto come uno sconto ex post rispetto alle tasse che i gestori hanno versato), in parte perché ispirati a riferimenti finanziari del tutto aleatori, come nel caso degli accantonamenti per la svalutazione dei crediti, visto che tale voce si presta ad essere quantificata in maniera del tutto discrezionale e arbitraria.
Ma c'è un punto sul quale il Comitato Modenese intende richiamare l'attenzione di ATERSIR: la voce dei costi finanziari, che la delibera vuole detratti solo nella misura di quelli effettivamente sostenuti e documentati dal gestore per il servizio idrico, e che invece, nel caso soprattutto delle multi-utility, non è possibile desumere, poiché il ricorso al debito non è indicato in bilancio per le singole gestioni, ma risulta accorpato in un'unica voce.
Non solo. La gestione privatistica delle multi-utility non consente nemmeno di individuare se il ricorso al debito è effettivamente giustificato dall'assenza di capitale proprio, o è invece riconducibile al mero calcolo di convenienza finanziaria, come è lecito immaginare nel caso di HERA Spa, che ha un tasso di indebitamento molto alto nonostante utili in continua crescita, e un rapporto tra utile e dividendi pari quasi al 100%.
Questo significa che l'azienda è ricorsa al finanziamento bancario nonostante la disponibilità di capitale proprio, potendo in questo modo ottenere due risultati:
- consentire ai soci - in particolare ai privati, che in HERA sono oltre il 40% - di effettuare operazioni di reinvestimento degli utili sul mercato finanziario, operazioni che nulla hanno a che vedere con le finalità della gestione specifica del servizio pubblico;
- scaricare questa decisione sui cittadini, ai quali viene imposto il costo finanziario del debito contratto con le banche quando poteva essere evitato.
Un paradosso che ha fatto sì che i gestori che si sono dimostrati capaci di reinvestire l'utile conseguito sulla gestione specifica del servizio, ricorrendo quindi al debito con le banche in misura minore (come nel caso di Sorgea e Aimag), devono restituire molto più denaro ai cittadini di quei gestori che scaricano sugli utenti il costo di un debito contratto per mere valutazioni finanziarie.
I cittadini modenesi hanno diritto alla massima trasparenza sulle scelte di bilancio delle aziende pubblico-private che gestiscono i servizi pubblici locali.
Per questo chiediamo ai Sindaci modenesi di chiarire perché nel caso di HERA si sia deciso di avallare scelte di bilancio che tradiscono quanto il referendum ha sancito, ovvero che la gestione dell'acqua deve rimanere estranea a logiche di mercato e che i cittadini non devono pagare quote di costo che nulla hanno a che vedere con i costi del servizio idrico.
E chiediamo loro che, come a Reggio Emilia, Piacenza e RImini, avviino quanto prima uno studio di fattibilità per lo scorporo del servizio idrico e la sua gestione attraverso aziende speciali partecipate dai cittadini e dai lavoratori.
Scarica la rassegna stampa