Il Comitato Acqua pubblica Ferrara sulla Giornata Mondiale dell'Acqua
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- Pubblicato: Lunedì, 24 Marzo 2014 17:20
Comunicato stampa
Mentre la Regione Lazio approva una legge per ripubblicizzare il servizio idrico, in linea con il risultato del Referendum del 2011; mentre il Forum dei Movimenti per l'acqua deposita in Parlamento una nuova proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da decine di parlamentari afferenti a diverse forze politiche, nella provincia di Ferrara le Amministrazioni Comunali scelgono invece di ignorare l'esito referendario e, quelle socie del CADF, rifiutano pure di rendere pubbliche le conclusioni di uno studio di fattibilità da loro stesse commissionato.
L'acqua è un bene comune, vitale ed essenziale per tutto l'ecosistema; è dunque un diritto che deve essere garantito escludendo su di essa ogni tipo di speculazione. L'acqua è pubblica, perché appartiene a tutti e a nessuno, e non può essere intesa, in nessun modo, come un bene privato. Né l'acqua, né la sua gestione. E' necessario un nuovo modello pubblico di gestione dell'acqua, all'interno del quale i cittadini e i lavoratori possano esercitare un controllo e partecipare alle decisioni che riguardano l'interesse generale.
Esercitare un controllo significa garantire che l'acqua sia di qualità, perché come cittadini di società complesse e altamente inquinanti abbiamo il dovere di assicurare la salubrità di bacini sotterranei, sorgenti, fiumi e laghi; di garantire la salute delle comunità che abitano i diversi territori. L'acqua è un bene comune, e come tutti i beni comuni, va difesa dalla logica delle privatizzazioni e restituita alla riappropriazione sociale delle comunità territoriali.
13 comuni del basso ferrarese possiedono CADF al 100%, la società che gestisce il servizio idrico integrato, ma ai cittadini non è dato sapere quanto emerso da uno studio di fattibilità che prevedeva la possibilità di trasformare CADF in un’azienda speciale di diritto pubblico. Così, senza alcun coinvolgimento dei Comitati per l’Acqua Pubblica, quindi dei cittadini, nei giorni scorsi CADF ha deciso di mantenere l’attuale modello di Società per Azioni, nonostante l'esito del referendum del 12-13 giugno 2011 votato dalla maggioranza degli italiani.
Il Comitato Acqua Pubblica di Ferrara chiede che anche in Emilia-Romagna si avvii un’azione simile e si contrasti lo strapotere delle multi-utility, fra le quali HERA, la quale persegue una logica di annessione di altre aziende e di espansione in altri settori a scopo speculativo, come nel caso della costruzione di una centrale a carbone a Saline Ioniche (Calabria).
Ora più che mai, occorre una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione dei finanziamenti per gli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia.
Si scrive ACQUA, ma si legge DEMOCRAZIA.
Ferrara, 22 Marzo 2014.
Comitato Acqua Pubblica di Ferrara