Piacenza, dai nuovi sindaci una speranza per rispettare il referendum sull'acqua pubblica?
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- Pubblicato: Martedì, 27 Maggio 2014 12:43
Domenica scorsa abbiamo pubblicato a mezzo stampa le risposte alle domande che abbiamo posto ai candidati sindaci alle prossime elezioni, riguardanti il rispetto del referendum sull’acqua pubblica e il futuro della gestione di acqua e rifiuti.
Abbiamo inviato le domande a tutti i candidati contattabili tramite internet, in tutto 67 candidati su 88.
Nel comunicato di domenica scorsa abbiamo riassunto le 12 risposte che ci erano arrivate da diversi candidati di Calendasco, Caorso, Coli, Gazzola, Ottone, Podenzano, Pontenure, San Giorgio P.no.
Negli ultimi giorni sono arrivate altre 6 risposte, che riassumiamo.
Un sostegno completo ai nostri quesiti è arrivato dai candidati Chiara Pozzi (“Immagina Ziano”) e Stefano Gnecchi (“Cortebrugnatella, Partecipazione è cambiamento”), così come da Marisa Benzi (“ABC - Alseno con Benzi Cambia”) e Piera Reboli (“Tradizione e sviluppo Ponte dell’Olio”) che però non si sono espressi sull’ultimo quesito riguardante la gestione rifiuti.
Anche Giuseppe Riva (“Sarmato Bene Comune”) e Silvana Maserati (“Essere Rivergaro”) hanno risposto favorevolmente, riservandosi però di approfondire nello specifico tutti gli aspetti correlati alla gestione del servizio idrico e rifiuti.
Sul nostro blog (acquabenecomunepiacenza.blogspot.it) sono pubblicate integralmente tutte le risposte che ci sono arrivate e che arriveranno prima delle elezioni.
Auspichiamo che i futuri Sindaci abbiano a cuore il rispetto del referendum, e siano in grado di opporsi alle scelte dei vertici di Atersir, che propongono la Spa mista con socio privato come l’unica possibilità senza che sia stato nemmeno effettuato un serio progetto di fattibilità sull’ipotesi completamente pubblica.
Occorre un cambio di rotta rispetto alle ultime scelte di Atersir, che intende privatizzare l’acqua per i prossimi 20/25 anni e che in incontri a porte chiuse con il Presidente di Iren Profumo ha preso accordi che regalano a Iren circa 27 milioni di investimenti che la società avrebbe dovuto realizzare dal 2011 al 2015 secondo il Piano d’Ambito, ma che non realizzerà più (mentre i cittadini pagheranno una tariffa più alta del 13%, grazie anche al nuovo metodo tariffario dell’AEEG).