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Emilia Romagna: la corte costituzionale rigetta l’ammissibilita’ del ricorso contro la legge regionale che proroga gli affidamenti del servizio idrico. Rimane la sua illegittimità con la connivenza del governo

Banner no proroga gestioni ERA fronte della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso della Presidenza del Consiglio rispetto alla legge regionale che ha prorogato le concessioni del servizio idrico in regione fino alla fine del 2027, diventa necessario chiarire come si è arrivati a tale decisione e svolgere alcune considerazioni conseguenti.

La vicenda nasce dall’approvazione della Regione Emilia-Romagna di tale decisione con una legge dell’ottobre scorso, cui ha fatto seguito il contrasto messo in campo dal Coordinamento regionale comitati acqua pubblica e dalla Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna. Ad esso si è collegata un’iniziativa parlamentare dell’On. Fassina, che riprendeva le ragioni da noi sollevate rispetto all’illegittimità costituzionale di tale norma, e la conseguente impugnazione del governo della norma stessa davanti alla Corte Costituzionale per la violazione delle competenze statali in materia.

Ora, interviene la corte Costituzionale che non si pronuncia sul merito dell’illegittimità, ma respinge il ricorso del governo perché, citiamo testualmente, “il Presidente del Consiglio dei Ministri non ha assolto all’onere argomentativo di chiarire il meccanismo attraverso il quale la disciplina dettata dal legislatore regionale si pone in contrasto con le norme evocate a parametro e, in particolare, con l’art. 149 bis cod. ambiente (in termini, di recente, sentenze n. 161 del 2020 e n.232 del 2019)”. In altri termini, la Corte dice che l’Avvocatura dello Stato, a nome della Presidenza del Consiglio, non è stata capace di di supportare adeguatamente le proprie argomentazioni. Oppure, come maliziosamente diciamo noi, non lo ha voluto fare.

In effetti, il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato - una paginetta e mezzo assolutamente scarna e priva di approfondimenti significativi - si presta abbondantemente a tale rilievo della Corte. Ciò però significa che siamo in presenza di grave incompetenza oppure di una volontà mascherata di non voler procedere nei confronti dell’illegittimità della legge regionale. Insomma, la Regione approva una norma illegittima - sostituendosi alle prerogativa dell’ATO regionale, che, per legge nazionale, è l’Ente che può disporre degli affidamenti del servizio idrico- e il governo fa finta di opporsi a tale norma, impugnandola in modo del tutto inadeguato.

Ciò peraltro, ha comportato che la memoria costruita dall’Associazione Acqua Bene Comune, che indicava in termini precisi l’illegittimità della norma, non è neanche potuta essere esaminata, mettendo da parte la voce dei comitati dell’acqua pubblica.

Per quanto ci riguarda non ci rassegniamo a tale situazione. Con la proposta di legge regionale di iniziativa popolare in tema di acqua e rifiuti, sulla quale stiamo raccogliendo lefirme necessarie per la sua presentazione, la Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale, di cui il Coordinamento regionale comitati acqua pubblica fa parte, assieme a Legambiente regionale, chiede l’abrogazione della proroga degli affidamenti del servizio idrico fino alla fine del 2027. Così come chiediamo che vada avanti lo studio di fattibilità previsto per esaminare la possibilità della ripubblicizzazione del servizio idrico a Bologna, dove la concessione a Hera è scaduta alla fine del 2021.

Il “vulnus” democratico compiuto dalla Regione Emilia-Romagna, supportato dalla finta opposizione del governo Draghi, va cancellato. Per questo continueremo a batterci.

16 Maggio 2022.

COORDINAMENTO REGIONALE COMITATI ACQUA PUBBLICA
RETE EMERGENZA CLIMATICA AMBIENTALE EMILIA ROMAGNA

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volantino Acqua pubblica2018