Liguria, sindaci contro la privatizzazione
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- Pubblicato: Lunedì, 19 Dicembre 2011 21:19
Nell’estremo ponente ligure, anche nella provincia di Imperia – feudo pluridecennale dell’ex-ministro Claudio Scajola – la vittoria del referendum per l’Acqua ha cambiato lo stato delle cose. Sono ormai 30 i comuni che si sono espressi per la modifica radicale della gestione del servizio idrico in provincia. Sino a oggi l’acqua viene distribuita da molti gestori: “in casa” nella maggior parte dei piccolissimi comuni, da società al 100% nei Comuni di Sanremo e Taggia, da società pubblico-private a Imperia e Ventimiglia, da società totalmente private in un’altra decina di Comuni. Il socio privato è sempre riconducibile alla IREN, la grande multiservizio quotata in Borsa.
L’AATO – l’assemblea dei Sindaci che dovrebbe sovraintendere a tutto il servizio idrico della provincia – non è riuscito, in questi anni, a definire un gestore unitario per tutto il territorio. Questo anche per le “resistenze” delle società private alla fornitura dei dati per la definizione del Piano d’Ambito, necessario per la pianificazione futura e la determinazione delle tariffe uniche da applicare ai cittadini.Il 31 dicembre prossimo decadranno ufficialmente, in tutta Italia, gli AATO, che dovranno essere sostituiti con una legge regionale che, in Liguria, non è stata ancora approvata. In questo mese, vi sono stati, quindi i tentativi, per far approvare delibere che, in qualche modo, congelassero la situazione attuale e permettessero alle società pubbliche presenti di rimanere attive anche nella provincia di Imperia.
Queste manovre sono state, per ora, battute dalla forte alleanza tra il Coordinamento imperiese per l’Acqua pubblica (Sanremo sostenibile, ATTAC, CS La Talpa e l’Orologio, circoli ARCI e Legambiente) e il gruppo dei Sindaci per l’Acqua Pubblica che, oltre a bloccare gli amici della privatizzazione dell’acqua, ha messo insieme un forte gruppo – 30 su 62 - di “sindaci ribelli” che ora tenteranno il colpo grosso.
Infatti il prossimo giovedì 22 dicembre alla riunione – l’ultima – dell’AATO si chiederà che:
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la gestione del servizio idrico integrato in provincia d’Imperia venga affidata ad una società interamente pubblica e partecipata da tutti i Comuni; che possa diventare un’azienda speciale consortile;
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la possibilità per i comuni sotto i 1000 abitanti di poter continuare a gestire in maniera autonoma il proprio servizio idrico;
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il NON riconoscimento del diritto alla prosecuzione della gestione del servizio idrico alle diverse società con partecipazione privata che operano su buona parte del territorio provinciale.
Ovviamente la controparte sta facendo tutte le pressioni per mantenere le privatizzazioni attuali e, magari, mettere poi tutto il servizio in gara che – vi sono pochi dubbi – verrebbe vinta da una IREN in grande espansione.
Ma forte e rumorosa sarà la presenza del movimento dell’acqua il prossimo giovedì 22 alla riunione AATO per ricordare ai sindaci presenti che lo scorso 12-13 giugno, 88.416 cittadini, ovvero la maggioranza assoluta dei cittadini elettori della provincia di Imperia, hanno votato due SI ai referendum per l’acqua, per affermare che: l’Acqua è un Bene comune, il servizio idrico deve essere pubblico, non bisogna fare profitti con l’Acqua: IL MIO VOTO DEVE ESSERE RISPETTATO.
CIMAP – Coordinamento imperiese per l’Acqua Pubblica