Genova 20/09, assemblea macroregionale "Per il diritto all'acqua contro la privatizzazione dei beni comuni"
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- Pubblicato: Giovedì, 25 Settembre 2014 12:47
Report assemblea macroregionale
Presenze: Comitato Savonese Acqua Bene Comune, Comitato Acqua Pubblica Torino, Comitato Acqua Bene Comune Genova, Comitato Cuneese Acqua Bene Comune, Comitato Acqua Pubblica Vercelli, Comitato Acqua Pubblica Alessandria, Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese, Comitato Acqua Pubblica Lecco, Comitato Acqua Pubblica Pavia, Comitato Acqua Bene Comune Varese, Comitato Acqua Pubblica Milano, Comitato Acqua Bene Comune di Piacenza, Coordinamento Imperiese per l’Acqua Pubblica, Rete contro il Carbone/Savona, PRC Liguria, Lista Tsipras, Verdi, M5S, Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.
- La legge regionale ligure d'iniziativa popolare per l'acqua bene comune (Alberto Dressino - Comitato Promotore)
- Accesso all'acqua: le ragioni di un diritto fondamentale in Costituzione (Alice Cauduro – Comitato Acqua Pubblica Torino)
- Costruire le gestione partecipativa e democratica dell’acqua (Comitato Acqua Pubblica Torino)
- A partire dagli strumenti (Osservatorio popolare) e dalle campagne (Obbedienza civile, ripubblicizzazione) del movimento per l'acqua, per contrastare i nuovi processi di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei beni comuni (Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua)
- Ore 10.45-13.30 - Discussione generale
Ore 14.30-17.00 – Assemblea “Verso una campagna contro la privatizzazione e la finanziarizzazione dei beni comuni” - Come rafforzare i nessi e costruirne nuovi con le realtà sociali, a partire dalla costruzione della “scuola dei beni comuni”, per costruire una campagna contro la privatizzazione e la finanziarizzazione dei beni comuni.
L'assemblea ha visto un'ampia partecipazione da parte dei comitati per l'acqua della Liguria e delle regioni limitrofe oltre a diverse realtà attive sui beni comuni, per un totale di circa 50/60 persone presenti.
La discussione ha preso avvio con un saluto e un primo intervento da parte del comitato genovese in cui è stato riportato lo stato dell'arte della mobilitazione nel capoluogo ligure e brevemente è stato illustrato un documento in cui si analizza il modello gestionale di IREN espletato tramite le sue controllate nel territorio genovese, a partire da Mediterranea delle Acque. Tale documento (pubblicato sul sito alla seguente pagina), esaminando nel dettaglio i bilanci, ricostruisce con chiarezza le dinamiche alla base di tale modello, giungendo a denunciare la pressochè totale assenza di trasparenza nella diffusione dei dati e l'effettiva finanziarizzazione, oltre che privatizzazione, del bene acqua. Il quadro che ne emerge risulta di estremo interesse in quanto evidenzia come il caso IREN rispecchi a pieno i processi intrinsechi al modello gestionale delle multiutilities e pertanto ne diventi paradigmatico.
Il secondo intervento introduttivo ha descritto l'articolato della legge regionale ligure d'iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico. Un accento particolare è stato posto sulla necessità che sia assicurata la conservazione qualitativa e quantitativa della risorsa. Inoltre è stato comunicato che la campagna di raccolta firme prenderà avvio ad inizio ottobre in tutta la regione.
Il terzo intervento ha riportato il lavoro fin quì svolto sulla costruzione della campagna di costituzionalizzazione del diritto all'acqua e dei diritti della natura. In particolare al momento si è giunti a condividere un'elaborazione in merito alla qualificazione del diritto fondamentale all'accesso all'acqua ed al suo inserimento in Costituzione. Su questo punto è stato evidenziato come ciò possa essere intesa come una sorta di prosecuzione del percorso già intrapreso dal movimento per l'acqua e si leghi strettamente alla fase post referendaria. Infatti di fronte all’elusione dell’esito referendario la Costituzione si porrebbe come un valido strumento per blindare le finalità referendarie e come una possibilità di traduzione normativa delle tradite finalità referendarie, oltre ad essere un antidoto alla sempre più invasiva prevalenza delle logiche di mercato che pongono la tutela della concorrenza capace di condizionare anche le autonomie locali. Inoltre è stato sottolineato come questo percorso, anche perchè costruito dal basso, possa dare nuova forza alle Campagne di Obbedienza civile e di Ripubblicizzazione, oltre a costituire un ulteriore strumento per contrastare i nuovi processi di privatizzazione.
Il quarto intervento si è concentrato sullo stato dell'arte del percorso volto all'elaborazione di una proposta di gestione partecipativa dell'acqua. Partendo dalla consapevolezza circa l'assenza di modelli nel nostro paese e in Europa a cui far riferimento, è stato evidenziato come risulti decisivo, soprattutto a seguito del rinnovato attacco ai beni comuni e di un'accentuazione della crisi democratica, procedere a definire reali forme di democrazia partecipativa in grado di coinvolgere gli abitanti e i lavoratori di un determinato territorio e giungere ad identificare modalità di partecipazione che incidano nelle scelte di gestione non riducendosi a mera consultazione, evitando, contemporaneamente, il rischio di cooptazione o subalternità e preservando l'autonomia dei movimenti. E' stato anche ribadito come la gestione partecipativa non sia una pratica facile né acquisita una volta per sempre, e d'altra parte come appaia sempre più evidente che il percorso del movimento per l'acqua, a partire dalla svolta culturale impressa con il referendum del 2011, necessiti sempre di più di un approfondimento in merito, ponendosi l'obiettivo di costruire una proposta che possa essere modulata e declinata sulla base dei diversi contesti territoriali.
Successivamente è stata svolta una relazione in merito all'attuale contesto politico e sociale che il movimento per l'acqua si accinge ad attraversare. In particolare è stato ricostruito il piano attraverso il quale il Governo intende rilanciare con forza le privatizzazioni nei prossimi mesi. E' stato riportato come questo in generale seguirà tre assi fondamentali già indicati nel DEF (Documento di Economia e Finanza 2014): a) cessione di quote statali delle grandi aziende; b) razionalizzazione delle aziende partecipate dagli enti locali, seguendo lo slogan "riduzione da 8.000 a 1.000"; c) dismissione del patrimonio pubblico.
Per quanto concerne i servizi pubblici locali e, quindi, anche il servizio idrico l'attacco passerà attarverso tre strumenti:
- il piano sulla "spending review" che prevederà aggregazioni e fusioni individuando sostanzialmente dei poli aggregativi nelle grandi multiutilities. Per favorire tali processi Cassa Depositi e Prestiti ha annunciato di mettere a disposizione 500 mln di € divenendo dunque uno degli attori protagonisti;
- il decreto "Sblocca Italia" che oltre a costruire un piano complessivo di aggressione ai beni comuni, contiene delle norme che, modificando profondamente la disciplina riguardante la gestione dell'acqua e arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale, mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico. Anche questo provvedimento, quindi, appare ispirarsi agli stessi principi della "spending review", ovvero individuare dei poli aggregativi nelle grandi aziende e multiutilities;
- la legge di Stabilità in cui, probabilmente, verranno inserite quelle norme volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento secondo le prescrizioni previste dal piano sulla “spending review”. E si arriverebbe, addirittura, a costruire un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità. Ciò si configura come una vera e propria finanziarizzazione dei beni comuni.
Pertanto di fronte a questo quadro si è sollecitata una riflessione su quali iniziative e azioni il movimento per l'acqua vuole mettere in campo da subito per scongiurarne gli esiti, a partire dagli strumenti, come ad es. l'Osservatorio popolare sull'acqua e sui beni comuni, dalla riattualizzazione delle campagne storiche (ripubblicizzazione e Obbedienza civile) e quelle in via di strutturazione (costituzionalizzazione).
Vista anche la discussione avviata sin dall'assemblea nazionale del novembre 2012 circa la necessità di rafforzare i nessi e la costruzione di percorsi in sinergia con le altre realtà e movimenti sociali attivi sui beni comuni, visto che l'attacco del Governo è generalizzato, si è sottolineata l'importanza di muoversi in questa direzione per costruire forme di mobilitazioni quanto più efficaci possibili.
La discussione ha preso spunto da questi interventi introduttivi ed è stata molto ampia e articolata. Di fatto è proseguita seguendo questi filoni sia nella mattinata che nel pomeriggio.
Per chiarezza di esposizione si riportano di seguito i punti e le prospettive condivise. Ci si è trovati d'accordo sul metterle a disposizione delle prossime assemblee macroregionali in modo che possano fungere da spunto di riflessione.
- Riappropriazione della consapevolezza della svolta culturale impressa dal movimento per l'acqua con la campagna referendaria, a partire dalla rilevanza di aver posto il tema della gestione dei beni comuni al centro del dibattito pubblico. Ciò è stato riconosciuto come elemento essenziale per rilanciare e trovare gli strumenti da mettere in campo;
- riconoscimento di un progressivo restringimento degli spazi di agibilità politica e approfondimento della crisi democratica. In merito, da una parte risultano evidenti le conseguenze delle riforme istituzionali attualmente in discussione in Parlamento, così come la riorganizzazione delle autonomie locali, cosiddetta riforma "Delrio", vada ad impattare direttamente sugli strumenti di governo dei servizi pubblici locali ponendo un problema enorme circa la partecipazione dei cittadini. A riguardo si è convenuto sull'importanza di approfondire ulteriormente la discussione con il fine di costruire una campagna sull'espansione della democrazia;
- necessità di costruire un'efficace strategia comunicativa alla luce del nuovo contesto politico e sociale. In merito è stato evidenziato come anche la relazione con altre realtà possa contribuire alla costruzione di forme comunicative più incisive;
- contrapporre alla rinnovata propaganda governativa contro "il pubblico", su cui in larga parte si basa il rilancio delle privatizzazioni, un nuovo modello di gestione pubblica che sia incentrato sulla partecipazione diretta della cittadinanza e dei lavoratori come elemento qualificante e realmente innovativo;
- riprendere la nostra narrazione originaria sul tema dell'acqua come bene comune anche come strumento rafforzativo dell'identità del movimento per l'acqua. In merito è stata utilizzata una metafora molto efficace circa la necessità di riprendere e rialzare la nostra "bandiera" sul diritto all'acqua. A riguardo si è convenuto sul portare a conlusione il percorso di definizione del nuovo logo intorno allo slogan “Diritto all'acqua: pubblica, partecipata, libera e di qualità!”;
- rafforzare i nessi e costruirne nuovi con le realtà sociali e i movimenti che si battono in difesa dei beni comuni. Questo è stato riconosciuto come un elemento centrale per rendere il più efficaci possibili le mobilitazioni che si metteranno in campo nelle prossime settimane. A tal proposito, è stato presentato il percorso nato con la tre giorni di dibattiti e workshop svolti a Roma "Strike Meeting", che in estrema sintesi ha ragionato sulla difesa dei diritti sul lavoro, sulle privatizzazioni e i beni comuni, sul contrasto alla riforma della scuola, e ha visto la partecipazione di un'ampia varietà di soggetti sociali, sindacali e associativi. Su questa base è stata valutata positivamente l'opportunità di portare il contributo del movimento per l'acqua soprattutto nella costruzione dei laboratori territoriali che si avvieranno prossimamente nelle varie città. Inoltre, si è ritenuto utile approfondire ulteriormente la proposta di percorso di "scuola dei beni comuni";
- esigenza di avviare una forte mobilitazione territoriale che sia inserita in una cornice e campagna di carattere nazionale di contrasto alle nuove privatizzazioni, ovvero individuare forme di mobilitazione e attivazione che rafforzino contemporaneamente il livello territoriale e nazionale;
- necessità di sviluppare una forte campagna d'informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sul rilancio dei processi di privatizzazione da parte di questo Governo, ciò come elemento propedeutico a costruire una moobilitazione ampia e diffusa;
- riconsoscimento nella campagna di costituzionalizzazione delle potenzialità di costruzione di un nuovo argine alle privatizzazioni e dunque un ruolo paragonabile a quello svolto dalla campagna referendaria;
- individuazione delle multiutilies quali fulcro del rilancio delle privatizzazioni.
Prendendo spunto dai temi sopracitati si riportano di seguito le proposte più concrete di attivazione emerse nel corso dell'assemblea:
- procedere nelle prossime settimane a definire ancor più nel dettaglio i contenuti della campagna di costituzionalizzazione, soprattutto rispetto ai diritti della natura, tema che abbisogna di un approfondimento ulteriore visto che pur avendo la stessa ispirazione del riconoscimento del diritto all'acqua ha motivazioni proprie e in parte distinte. Comunque è stata evidenziata la necessità di avviare l'interlocuzione con i giuristi, oltre a prevedere l'organizzazione di un convegno per il mese di novembre;
- elaborare uno o più strumenti comunicativi che ricostruiscano il quadro complessivo dei nuovi processi di privatizzazione e finanziarizzazione, oltre a contenere proposte alternative (ad es. Cassa Depositi e Prestiti utilizzi il fondo di 500 mln di € per favorire la ripubblicizzazione) e che possano essere utilizzati dai comitati nelle iniziative d'informazione e sensibilizzazione;
- elaborare una campagna di "boicottaggio" delle grandi multiutilies proponendo ai cittadini di spostare la propria utenza, che sappiamo essere possibile in alcuni territori per il gas e l'elettricità, su aziende più etiche e sostenibili. Tramite ciò si proverebbe ad individuare uno strumento pratico di coinvolgimento della cittadinanza giocando in modo "provocatorio" sul campo del mercato e della concorrenza che garantiscono il trasferimento ad altri gestori. Da approfondire le potenzialità, i limiti e in quali territori questa campagna potrebbe essere messa in campo;
- promuovere azioni volte alla richiesta alle amministrazioni di attuare "il principio della pubblicità" sancito dal D.lgs 118/2011 (Allegato 1, punto 14) in merito ai contenuti significativi e caratteristici dei documenti contabili. A riguardo si potrebbe costruire una proposta di redazione di un bilancio annuale del servizio idrico di ogni ATO;
- proposta di calendario di mobilitazione:
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16-22 Ottobre - Settimana di mobilitazione territoriale coordinata nazionalmente con iniziative volte principalmente all'informazione e sensibilizzazione;
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7-8 Novembre – Iniziative territoriali sulle multiutilities;
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14 Novembre – Attraversamento dello sciopero sociale organizzato dal percorso dello "Strike Meeting" mediante organizzazione di proprie iniziative territoriali o contributo a quelle già in programma;
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21 o 28 Novembre – Organizzazione di manifestazioni regionali anche e soprattutto in collaborazione con altre realtà attive sui beni comuni.
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Genova, 20 Settembre 2014 (Ore 10-17)
Assemblea macroregionale
Per il diritto all'acqua contro la privatizzazione dei beni comuni
ALTROVE - TEATRO DELLA MADDALENA
PIAZZETTA CAMBIASO 1 – GENOVA (centro storico)
La battaglia per il diritto all'acqua, che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua porta avanti da quasi 10 anni, si inserisce esattamente in questo contesto e ne ha saputo cogliere i limiti e le debolezze, riuscendo ad ottenere diverse vittorie, a partire da quella referendaria.
E' altrettanto evidente, però, che anche nella nostra battaglia rischiamo di essere costretti ad una posizione difensiva, dovuta ad un nuovo, profondo e determinato attacco, che il Governo intende mettere in campo a partire dall'autunno attraverso il rilancio delle privatizzazioni su larga scala.
Un processo che dovrebbe portare ad una riduzione delle aziende partecipate dagli Enti Locali “da 8 mila a mille”, per usare lo slogan governativo, mediante fusioni e incorporazioni in cui le grandi multiutilities rappresenteranno i poli aggregativi, oltre alla collocazione in borsa delle quote azionarie dei comuni. Ciò si configura di fatto come un’operazione lobbistica, estranea agli interessi collettivi e che allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi, invece, serve una gestione dell'acqua, dei rifiuti, del trasporto pubblico locale, dell'energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi.
Una strategia, questa, figlia delle solite politiche che, con la scusa della riduzione del debito, punta a mettere sul mercato ciò che appartiene a tutte e tutti, producendo una gravissima lesione e compressione dell'autonomia degli Enti Locali, un attacco frontale ai diritti delle cittadine e dei cittadini, una generalizzata privatizzazione e finanziarizzazione dei beni comuni, una rinnovata aggressione all'ambiente e agli ecosistemi. Tutto ciò ha già preso forma con il nuovo decreto "Sblocca Italia" e si concretizzerà definitivamente nella prossima legge di stabilità.
Crediamo sia determinante rilanciare una visione alternativa, costruire un'alleanza sociale per i beni comuni che, a partire dalla valorizzazione delle campagne proprie del movimento per l'acqua, dia vita ad una mobilitazione sociale diffusa e ampia.
Per tutte queste ragioni invitiamo tutte e tutti a partecipare all'assemblea macro-regionale (Valle D'Aosta, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana) del movimento per l'acqua che si terrà a Genova sabato 20 settembre. Per avviare un confronto, anche insieme ad altre realtà che si battono per i beni comuni, su quali proposte, strumenti e iniziative mettere in campo che siano in grado di rispondere efficacemente alla sfida che ci si pone davanti, per impedire la vendita di ciò che a tutte e tutti appartiene e costruire le basi per un altro modello sociale, fondato sulla riappropriazione sociale dei beni comuni e sulla gestione partecipativa degli stessi.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua