Rivieracqua al tempo dei Vassalli, Valvassori e Valvassini
- Dettagli
- Pubblicato: Venerdì, 05 Agosto 2022 03:43
Se non vivessimo un momento così cruciale e delicato per il futuro della gestione di un bene comune essenziale alla vita, ce ne sarebbe da ridere!
Ma il primo atto del dramma andato in scena durante il recente Consiglio comunale sanremese ha disvelato che il Re è nudo. L’involuzione formale e sostanziale del nostro sistema politico è innarrestabile, drammatica e pericolosa. Scivoliamo in un piano inclinato e nessuno è in grado di frenare la corsa men che meno invertire la rotta. Purtroppo vengono al pettine tutti i nodi che si sono aggrovigliati già dai primi vagiti dalla nascita di Rivieracqua, fino agli anni successivi nei quali è stata ostacolata in ogni modo l’attività di un servizio primario e di una risorsa naturale esauribile.
Un Commissario ad acta può divenire così il vassallo responsabile di un feudo acquisendo il diritto di goderne il comando delle terre e delle acque, e ai valvassori Sindaci non resta che avvallare le pratiche nonchè gestire la normale amministrazione con i propri valvassini Consiglieri. Non mancano all’appello dirigenti e funzionari, di rango inferiore, che tessono trame e ragnatele in grado di osservare o aggirare norme per il controllo del territorio.
Tutto questo in un sistema piramidale che si rispetti per padroneggiare sulla servitù della gleba, sui lavoratori e le lavoratrici che hanno visto quadruplicare i carichi di lavoro, e non ultimi sugli utenti.
Sarebbe una narrazione quasi del tutto realistica se non ci fossero Consiglieri come Robaldo e Artioli, che hanno avuto l’ardire, non da oggi va detto, di approfondire, informarsi ed informare, relazionarsi con le realtà sociali e dissentire.
In poche ore, con la petizione promossa dal Coordinamento imperiese Acqua Pubblica, sono state sottoscritte più di 700 firme dalle cittadine e dai cittadini pensanti della gleba per mettere in discussione qualunque privatizzazione e pretendere che Rivieracqua resti pubblica (per firmare l’appello: https://chng.it/bWF5npmBMn).
Il CimAP ha da sempre sostenuto l’affidamento e la gestione ad una società a totale capitale pubblico, ancorchè azienda speciale, per l’effettiva e realistica sostenibilità economica di una gestione interamente pubblica, come lo testimoniano il bilancio appena chiuso in attivo e la prospettiva di implementare la crescita per l’anno prossimo, rendendo percorribile la ristrutturazione del debito nel tempo, dopo la revoca della procedura fallimentare.
Ci pare casomai ideologica la scelta totalmente politica, che sarà oggetto di discussione nei vari Consigli comunali, di trasformare Rivieracqua Scpa in una società per azioni, propedeutica all’ingresso del socio privato, poichè la natura consortile per azioni è già contemplata dalla normativa vigente. L’acqua è una gallina dalle uova d’oro perchè tutti i costi del servizio sono pagati in bolletta dagli utenti.
Sono proprio sicuri i Sindaci che l’operazione prefigurata dal Commissario straordinario dell’ATO consentirà il controllo sul servizio? Permetterà campagne di sensibilizzazione per il risparmio dei consumi e per l’accesso all’acqua? Garantirà che vengano reinvestiti gli utili per il risanamento delle reti idriche? Ma soprattutto che sia legittimo un quadro trasformativo che prevederebbe la costituzione di una Newco, cioè una struttura a scatole cinesi, per mettere a gara solo il 49% del capitale. La questione del passaggio da una società in house a una società mista pubblico privato, che diverrebbe affidataria di un servizio, è stata recentemente materia di una sentenza della Corte di Giustizia Europea e valutata in contrasto con le normative vigenti.
Ma nel Medioevo non esistevano le associazioni, i comitati di persone consapevoli e le realtà sociali capaci di fare opposizione costruttiva, di mettere in discussione con la partecipazione e l’emancipazione collettiva, qualsiasi struttura piramidale.
Si scrive acqua si legge democrazia
4 Agosto 2022.
Coordinamento Imperiese Acqua Pubblica