Cari sindaci, i cittadini si sono espressi ora tocca a voi!
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- Pubblicato: Venerdì, 02 Settembre 2011 13:46
Cremona, 1 settembre 2011
siamo di fronte a un grave atto omissivo che vi priva delle informazioni necessarie perché possiate prendere decisioni ponderate. Questa sera non vi sarà prospettata e descritta con l’ampiezza che meriterebbe l’unica soluzione gestionale che realizza compiutamente i contenuti e l’esito del voto referendario, vale a dire l’azienda di diritto pubblico. Ricordate lo slogan referendario? “Fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua!”
Nel giro di meno di due settimane voi sarete obbligati, basandovi su note tecnico-informative superficiali, tendenziose e incomplete, a decidere l’affidamento per vent’anni di un servizio fondamentale per le vostre comunità. Il quadro complessivo suggerisce invece di mettere in campo la massima cautela, in considerazione di vari fattori:
- la legge regionale vigente è largamente inficiata dalla abolizione dell’art.23bis ed è gravata da accuse di incostituzionalità poste dallo stesso governo di centro-destra
- nelle prossime settimane prenderà il via un percorso di revisione della legge costruito da numerosi soggetti della società civile, enti locali, istituzioni pubbliche, sindacati, cittadini che non potrà prescindere dalla presa d’atto degli esiti dei referendum
- l’esistenza di tutte le province, la nostra compresa, è messa in forse dai provvedimenti in corso di approvazione in Parlamento
- la commissione affari costituzionali del parlamento vincola l’approvazione della manovra finanziaria alla completa riscrittura delle parti che tradiscono pesantemente l’esito referendario.
Evidentemente chi ha interesse a mettere le mani sui proventi di un diritto fondamentale ed insopprimibile come l’acqua sta facendo forti pressioni perché si rubi al pubblico tutto quanto è possibile rubare prima che i cittadini, forti dei risultati referendari, possano “chiudere la stalla”.
Molte province lombarde stanno rallentando, se non hanno già interrotto del tutto, l’applicazione della legge regionale: in questo quadro l’ipotesi — sventolata più volte dal presidente Salini — del commissariamento appare nulla più che uno spauracchio e un ennesimo strumento di indebita pressione su di voi per costringervi a decidere in fretta e furia. Non si tratta di una scelta di tipo meramente tecnico, ma politico in quanto la privatizzazione di un servizio pubblico stravolge la natura e le finalità del servizio stesso.
Date quindi un forte segnale, esprimete un indirizzo politico inequivocabile come lo è stato il voto dei 28 milioni di italiani e di 136mila cremonesi. Non rendetevi complici del tradimento della loro volontà: ricordatevi che il parere che la conferenza dei sindaci esprime è vincolante, dunque la responsabilità per aver accettato di vendere il bene comune più prezioso delle nostre comunità ricadrà su di voi molto più che sul presidente Salini.
Voi sindaci, nonostante l’abolizione degli AATO, avete ancora la possibilità di incidere fortemente sulle sorti del servizio idrico, ma è importante che iniziate subito, tutti insieme senza divisioni di parte politica, un processo forte di rivendicazione dei vostri diritti che, passando attraverso una revisione radicale della legge regionale, restituisca ad ognuno di voi la titolarità del servizio idrico.
Siate anche voi gelosi custodi della volontà dei vostri concittadini: sottraetevi a questo sporco gioco al massacro dei beni comuni esprimendo una chiara e netta presa d’atto degli esiti referendari che affermi senza ambiguità l’esclusione dal novero del proponibile di ogni ipotesi anche parziale di privatizzazione. Le soluzioni gestionali per le nostre aziende vanno ricercate, dal 13 giugno in poi, esclusivamente tra le forme che assicurino la totale pubblicità del servizio per una gestione trasparente, partecipata, efficiente e socialmente efficace.
Non è più tempo di retorica, è tempo di scelte: o si sceglie la privatizzazione o si sceglie di stare con i cittadini e non si privatizza. In base soprattutto a queste scelte fondamentali sarete giudicati e ricordati. Voi siete il “primo livello” della politica, quello più vicino ai cittadini, quello con il quale i cittadini si relazionano spesso e volentieri direttamente, con maggiore familiarità e quindi sul quale il peso di un tradimento graverebbe in modo irrecuperabile. Non approfondite il solco già ampio tra la politica e la società civile.
Scegliete la correttezza, scegliete i beni comuni.
“Perché si scrive acqua ma si legge democrazia”
c.i.p. Comitato Referendario Cremonese “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” - referendumacqua@fastpiu.it