Cremona, lettera aperta al Sindaco Leni
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Pubblicato: Venerdì, 18 Novembre 2011 14:48
La conferenza dei sindaci del territorio cremonese tenutasi questa sera ha visto una scarsa partecipazione, frutto delle avverse condizioni atmosferiche e probabilmente anche del preavviso scandalosamente breve.
Alla fine di due ore di presentazione di un piano d’ambito completamente rivisto sia nelle componenti essenziali sia nella durata sia nella priorità degli interventi sia nel piano tariffario sia soprattutto nella entità totale degli investimenti previsti, l’ufficio d’ambito ha presentato la propria decisione, assunta pochi giorni fa nel cda e comunicata ora ai sindaci: l’acqua va privatizzata. Si vuole la società mista: l’azienda di diritto pubblico non viene neppure citata, l’in-house viene messo da parte come residuale (peccato che i sindaci della provincia di Como abbiano appena scelto proprio l’in-house).
Questo cda è fermamente deciso a non tenere in minimo conto le indicazioni chiare venute dalla assemblea di settembre — che aveva visto vari sindaci esprimere critiche anche pesanti su modalità e contenuti del percorso proposto — e soprattutto a buttare a Po l’esito dei referendum di giugno (che non è un suggerimento ma dovrebbe essere legge).
La scelta di privatizzare per vent’anni il servizio viene motivata dalla preoccupazione di non trovare finanziamenti: ma i calcoli si fanno sulla situazione finanziaria di queste settimane, che tutti confidiamo sarà superata; non è stato neppure detto ai sindaci quale percentuale andrà al privato, proprio perché si vuole privatizzare, non importa come e quanto. Quello che però è stato precisamente calcolato (dati presentati pubblicamente) è che la tariffa supererà abbondantemente i 2 euro al metro cubo, dunque quasi raddoppierà.
Salvo il poltronificio di tutta la provincia: è anche stato detto a chiare lettere che le poltrone delle nostre aziende rimarranno tutte salde, mentre il privato che entrerà aiuterà il gestore a risparmiare soprattutto sul personale (chissà come farà: i lavoratori e i sindacati che ne pensano?). Molta chiarezza anche su chi entrerà come socio privato: una delle aziende che operano sul territorio italiano (ACEA, A2A, IREN... tutti soggetti che in breve tempo si papperanno in un sol boccone le nostre aziendine).
Dunque sempre la stessa solfa che si sente da due anni: il presidente Salini vuole assolutamente privatizzare e il cda obbedisce silente (con buona pace dell’ex-rivoluzionario Bordi che vota a favore e del membro di “opposizione” che non trova di meglio da fare che astenersi).
I sindaci del territorio avranno ben una settimana per decidere e per valutare un Piano d’Ambito rifatto da capo a piedi: chiaramente nessuno di essi riuscirà neppure a parlarne in un consiglio comunale, figuriamoci a deliberare. Ma non importa, la democrazia è un optional. Infatti è stato detto in fine seduta (dal tavolo di presidenza, ma non sottoposto a votazione) che l’assemblea decisiva si svolgerà a porte chiuse. Suggeriamo a questo punto di votare in località segreta e a scrutinio segreto (avvertite prima i sindaci, però).
Il comitato acqua sarà comunque presente, fuori o dentro. Prima, farà di tutto perché i cittadini dell’intera provincia si mobilitino contro questa vergogna politica.
Il Signor sindaco Leni non può — neppure come presidente della Conferenza dei Comuni — decidere “d’impulso” come si deve svolgere una assemblea: infatti si è guardato bene dal proporre una votazione al riguardo. Dunque per quanto concerne i cittadini cremonesi l’assemblea del 22, se si terrà, sarà pubblica.
Il Signor sindaco Leni inoltre tenta (grave e inaccettabile comportamento) di forzare le norme in essere secondo le sue opinioni e volontà. L’art.9 relativo alle cosiddette “Adunanze aperte” da lui citato infatti recita espressamente: “Quando rilevanti motivi di interesse della comunità lo rendono opportuno, il Presidente può convocare un’adunanza “aperta”, cui possono essere invitati rappresentanti delle Amministrazioni regionali e locali, delle associazioni di categoria e sindacali, nonché degli organismi di partecipazione popolare”. Nessun punto di questa norma parla di riunioni a porte aperte o chiuse, né altri punti del regolamento prescrivono che le riunioni della Conferenza dei Comuni non debbano essere aperte al pubblico. D’altra parte, come già evidenziato da molti, tale scelta risulterebbe palesemente antidemocratica. La citata modalità di “Adunanza aperta” prevede non la semplice presenza in sala di elementi esterni ai membri del consesso, ma la possibilità per tali soggetti esterni di partecipare attivamente alla riunione con interventi.
Respingiamo nettamente al mittente l’accusa di avere mai interrotto o intralciato i lavori, come tutti i sindaci possono testimoniare. Se (d’altra parte come altri sindaci presenti in sala) non siamo riusciti a trattenere qualche risatina è stato perché il livello di alcuni interventi era decisamente ridicolo, a partire dal penoso intervento del sindaco di Bonemerse, partito lancia in resta a difendere la società mista più indifendibile d’Italia (Arezzo), per giungere agli interventi tecnici degli esperti che non facevano altro che impaurire i sindaci dicendogli che senza la società mista non si avranno finanziamenti per i lavori, dimenticandosi che tali finanziamenti sono assicurati dal Piano d’Ambito tramite le tariffe.
Per tutte queste ragioni come Comitato Acqua Pubblica chiediamo la sostituzione del presidente della Conferenza dei Comuni con persona più rispettosa della democrazia, che sappia essere garante della piena informazione dei sindaci e dei cittadini cremonesi.
per il Comitato Acqua Pubblica del territorio di Cremona