Varese - La forza del referendum stoppa la società di capitali!
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- Pubblicato: Sabato, 08 Dicembre 2012 14:50
Spostata a fine febbraio la Conferenza dei Comuni deliberativa, che il Presidente della Provincia Galli avrebbe voluto entro fine dicembre.
A giugno 2011 i referendum sull’acqua, votati dal 60% degli italiani, sancivano la vittoria dei SI’ e la sottrazione dell’acqua alle logiche del mercato e del profitto. Napoli, prima città italiana ad applicarli, ha appena trasformato in Azienda Speciale la sua società a capitale pubblico.
E da noi? In spregio ai referendum, nel dicembre 2011 la provincia di Varese votava all'unanimità la forma gestionale della società “in house” a totale capitale pubblico (gestione privatistica), senza che i sindaci e consiglieri fossero informati della possibilità di gestire il SII con Azienda Speciale, grazie anche ad una Legge regionale che “casualmente” non contemplava questo tipo di gestione. Poi, per un anno, il silenzio!
Dal settembre 2012 Dario Galli, presidente di Provincia e ATO, cominciava a consultare solo 4 sindaci su 141 per costruire il nuovo Piano d’Ambito. Ma gli altri sindaci, guidati da Saronno (uno dei 4 grandi, che non ci sta!), chiedono di potersi informare e decidere su un tema così importante.
Il Comitato per l’Acqua Bene Comune della provincia di Varese organizza a settembre un incontro informativo sull’Azienda Speciale, pubblica e partecipata, con tutti i sindaci della provincia. In novembre i comuni di Saronno e Tradate organizzano due serate di approfondimento: sono più di venti i comuni che aderiscono, pari a un quarto della popolazione provinciale. Chiedono a Galli di prendere tempo.
Il presidente si vede costretto a convocare, il 4 dicembre 2012, una riunione illustrativa del Piano d’Ambito e di valutazione sulla forma dell’Ente gestore, aprendo alla possibilità di gestione con l’Azienda Speciale.
Galli sosteneva che la legge impone di votare il Piano d'Ambito entro il 31/12/12, ma – come per la società “in house” come unica soluzione – si è dimostrato non essere vero. Si trattava di una risoluzione della Regione Lombardia dello scorso 31/07/12 (e quindi non di una legge!). L’unica cosa sicura è che da fine anno non ci sarà più la “sua” Provincia di Varese!
Ora sostiene che le due forme di gestione sono sostanzialmente equivalenti, ma anche questo è falso: solo l’Azienda Speciale non può essere davvero venduta ai privati! Guarda caso il vero “convitato di pietra” alla Conferenza era proprio il Comune di Varese: infatti la società “pubblica” Aspem SpA è in realtà privata per il 90% delle sue azioni (possedute dal colosso A2A). Altro che “equivalenza”di modello gestionale!!!
I sindaci e il Comitato vogliono vederci chiaro e ottengono lo spostamento a fine febbraio della Conferenza dei Comuni deliberativa, che Galli avrebbe voluto entro fine dicembre. Al Comitato viene addirittura negata la risposta ad un quesito sull’Azienda Speciale, inoltrato all'ATO e che lo stesso ATO aveva autorizzato, nella Conferenza dei Sindaci.
Chiediamo a tutti i sindaci della provincia di Varese di usare bene questo tempo guadagnato, per:
1. Approfondire il tema dell’Azienda Speciale, l’unica gestione che attua pienamente il referendum, come ci ha appena ricordato l’autorevole voce di padre Alex Zanotelli: il Comitato per l’Acqua Bene Comune è disponibile per la formazione nei Comuni.
2. Garantire adeguato dibattito nelle proprie comunità, attraverso la convocazione di consigli comunali aperti, dato che riguarda l’esito di un referendum che in tutti i comuni della Provincia ha visto un’affluenza al voto superiore al 50% ed un’adesione al SI’ superiore al 90% dei cittadini.
3. Chiedere al presidente Galli che la Conferenza dei Sindaci deliberativa di fine febbraio sia aperta alla partecipazione dei cittadini, consapevoli e competenti su un tema così importante.
Perché si scrive Acqua, ma si legge Democrazia!
Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese
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