Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Lecco: eludono il referendum i sindaci che rifiutano l'Azienda speciale

lecco_striscioneNon si fanno profitti sull'acqua! L'acqua è di proprietà dei cittadini! E’ questo l’efficace slogan che 27 milioni di Italiani, la maggioranza assoluta, hanno inteso inequivocabilmente sancire nel giugno 2011 con uno storico referendum la cui vittoria “dal basso” in tanti abbiamo saputo determinare. Quindi la gestione dei Servizi Idrici non solo deve rimanere saldamente nelle mani pubbliche degli enti locali, ma anche e soprattutto deve stare fuori dalle logiche del mercato e del profitto.
Ora, in questo martoriato nostro Paese, la volontà popolare rischia spesso di essere stravolta e solo il costante controllo dei Cittadini può garantire la piena attuazione della massima espressione di democrazia qualè anche questo risultato referendario. Come a livello nazionale ci sono state e si stanno susseguendo tentativi più o meno striscianti di esautorarne il significato, anche a livello della Provincia di Lecco è in atto un tentativo analogo di sostanziale svuotamento. Infatti giovedì 20 dicembre, durante lo svolgimento a Lecco della Conferenza dei Comuni del cosiddetto ATO idrico (uno degli organismi preposti all’indirizzo delle scelte in materia di Acqua a livello provinciale e composto dai 90 rappresentanti comunali), è andata in scena una vera e propria farsa. Farsa perché 33 sindaci contro 18 (dunque nemmeno la maggioranza assoluta), se da un lato hanno escluso il rischio di una gara per l’assegnazione dei servizi idrici locali che avrebbe, di fatto, subito consentito l'ingresso dei privati, dall'altro lato hanno incomprensibilmente deciso di scartare - senza alcuna preliminare discussione od approfondimento - la soluzione più coerente col risultato referendario, cioè l'affidamento del servizio idrico ad una c.d. "Azienda Speciale Consortile" , forma che peraltro si sta facendo largo in varie realtà nazionali (a partire da Napoli, Torino, Cremona ….). L’Azienda Speciale Consortile, essendo un ente di diritto pubblico, è infatti universalmente riconosciuta come l’unica che può garantire non solo una gestione totalmente pubblica ma, soprattutto, l'esclusione di pure logiche di profitto a danno dei cittadini, permettendo peraltro a questi ultimi un controllo diretto e costante sul funzionamento della predetta Azienda. Giovedì 20 si è invece scelto di restringere il campo alla sola opzione cosiddetta “in house”: i nostri sindaci hanno cioè deciso che il servizio idrico dovrà essere affidato necessariamente ad una società di diritto privato (con 3 opzioni in campo: Idroservice, Idrolario, o una nuova società da creare appositamente), forma giuridica nella quale non solo il controllo e la partecipazione dei cittadini è di fatto preclusa ma, soprattutto, è sempre concreto il rischio di un potenziale futuro ingresso dei privati i quali, naturalmente, non hanno altro interesse che conseguire profitti a scapito del cittadino. Noi vogliamo pubblicamente contestare questo strisciante tentativo di svuotamento della piena attuazione della vittoria referendaria ricordando a tutti che la scelta più coerente è quella appunto dell’Azienda Speciale Consortile. Riteniamo invece che l'affidamento ad Idroservice, in quanto società di diritto privato controllata da Lario Reti Holding, multiutility che gestisce gas ed energia con scopo il mercato e il profitto, sarebbe, proprio in ragione delle sue stesse caratteristiche, uno schiaffo alla volontà popolare, oltretutto reso ancor più stridente dalla mancanza di un requisito essenziale in base alla normativa vigente, il cosiddetto “controllo analogo”, cioè il controllo diretto da parte degli amministratori comunali. Come pure valutiamo che un'eventuale conferma dell’affidamento ad Idrolario (anch'essa società di diritto privato a responsabilità limitata, composta dalla maggioranza dei comuni, che attualmente ha in carico il patrimonio strutturale e la gestione del servizio idrico in provincia) possa essere una scelta percorribile solo se la medesima Idrolario venisse adeguatamente trasformata in Azienda Speciale Consortile e resa pienamente congrua anche agli scopi operativi. Ci preme altresì pubblicamente denunciare l’autoreferenzialità dei 33 sindaci che senza aprire un dibattito a livello dei loro consigli comunali e della cittadinanza, vera destinataria delle loro decisioni, hanno deciso, A PRIORI, di escludere la forma di gestione più coerente con l’esito referendario. Ecco perché invitiamo tutti i Cittadini della Provincia a mobilitarsi con noi chiedendo trasparenza e coerenza nelle scelte. Ci rivolgiamo in particolar modo ai cittadini di quei Comuni (vedi lista allegata) che hanno ratificato l’infelice scelta di giovedì 20 ed anche agli amministratori dei rimanenti Comuni che non erano presenti. Su tutto questo grava poi una questione centrale per la nostra democrazia e cioè la trasparenza e la partecipazione collettiva alle scelte su materie delicate come questa. Invitiamo quindi i consiglieri, e tutti coloro che possono svolgere un ruolo attivo, a richiedere che queste scelte siano pubblicamente discusse in un apposito consiglio comunale aperto. Solo così si potrà dire che la tornata referendaria avrà dispiegato pienamente la sua portata partecipativa!

 

IL COMITATO LECCHESE PER L’ACQUA PUBBLICA ED I BENI COMUNI

Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni

h20lecco@gmail.com

c/o Arci Provinciale via C. Cantù 18, 23900 Lecco

 

 

VOTAZIONE DELLA CONFERENZA DEI COMUNI DELL’ATO DEL 20 DICEMBRE 2012

Siete favorevoli al reinserimento dell’azienda speciale di diritto pubblico nell’alveo delle proposte da votare il 31 gennaio 2013?

 

 

 

volantino Acqua pubblica2018