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Varese - La Provincia scippa i referendum

vareseACQUA BENE COMUNE, LA PROVINCIA DI VARESE SCIPPA L’ESITO DEL REFERENDUM DEL 2011: UNA RISICATA MAGGIORANZA VOTA LA GESTIONE CON SOCIETA’ DI CAPITALE!

COMITATO E SINDACI VALUTANO IL RICORSO

Il 28 febbraio 2013 sì è consumato un grave affronto alla volontà della maggioranza dei cittadini della Provincia di Varese: la Conferenza dei Comuni ha approvato a maggioranza (75 sindaci sui 141 totali) il Piano d’Ambito e la gestione del Servizio Idrico Integrato tramite una società di capitale!

Sono state ignorate le prescrizioni del referendum del 2011, votato dalla maggioranza degli italiani (e, tra loro, dei cittadini della nostra provincia), che chiedevano la gestione dell’acqua senza profitti e con ente di diritto pubblico.

Il presidente (in uscita) della Provincia e dell’Ufficio d’Ambito, Dario Galli, ha fortemente voluto, da sempre, questa scelta. Già nel dicembre 2011 provava a far votare la forma gestionale ignorando totalmente la forma dell’Azienda Speciale Consortile, controllata direttamente dai comuni. La posizione del Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese e di alcuni sindaci (allora 2) pose il problema della scelta coerente all’esito del referendum.

Dopo un anno di silenzio totale, l’Ufficio d’Ambito tornava alla carica nello scorso ottobre, deliberando un Piano d’Ambito ancora “a senso unico” (ovvero pro-società di capitali), che tentava di imporre ai sindaci già nel dicembre 2012. Fu la “rivolta” di alcuni (oggi più di 20) a far slittare quel voto a fine febbraio. Nessun approfondimento sui temi referendari di gestione e calcolo della tariffa è stato fatto, in questi tre mesi. Il Comitato, supplendo in questi mesi alla mancanza di volontà della Provincia, ha cercato di incontrare il più sindaci possibile per spiegare loro le ragioni del referendum e dell’Azienda Speciale.

E così, in un contesto di palese ignoranza della normativa, una stretta maggioranza di sindaci hanno portato nel diritto privato la gestione dell’acqua, spesso finora in capo al comune,.in tutti i comuni della provincia.

Tutto questo si è manifestato nella Conferenza del 28 febbraio, preceduta da gravi irregolarità formali nella convocazione (il Comune di Saronno non era stato invitato nei tempi previsti dal regolamento) e nella messa a disposizione dei documenti da parte dell’Ufficio d’Ambito. E gestita in maniera smaccatamente parziale dal presidente Ballardin (sindaco di Brenta), con il presidente Galli che – pur di votare la Srl – manipola l’ordine del giorno, modificandone alcuni punti. Con cittadini e comitati relegati e “silenziati” in una stanza laterale a quella della conferenza, sotto stretta vigilanza di Polizia Provinciale e Digos.

Il resto lo fanno alcuni sindaci disinformati, che rappresenta una risicata maggioranza (75 su 141) dei sindaci della provincia. Addirittura 25, invece, le dichiarazioni di voto in favore dell’Azienda Speciale. A dimostrazione che, se la presidenza avesse accolto le ripetute richieste fatte da numerosi sindaci di avere ulteriori tempi di approfondimento del tema gestionale, la maggiore consapevolezza di altri primi cittadini avrebbe probabilmente vanificato la maggioranza ottenuta da Galli a favore della “sua” Srl.

Ma spesso la fretta è cattiva consigliera e in questo caso potrebbe rivelarsi un boomerang: infatti alcuni sindaci ed il Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese stanno meditando di ricorrere al TAR sulla regolarità dello svolgimento della Conferenza deliberativa del 28 febbraio.

Senza contare che la stessa Aspem-A2a, gestore dell'acqua di Varese e altri comuni limitrofi, ha presentato due ricorsi contro il Piano d’Ambito e le sue previsioni, che si aggiungono a quello tuttora pendente di Lurambiente SpA (di cui sono soci maggioritari i comuni di Saronno e Caronno Pertusella).

 

E mentre prosegue la partita – tutta politica – del rispetto dell’esito referendario sia per l’ente gestore (al quale il Servizio deve essere ancora affidato) sia per la modalità di calcolo della tariffa idrica, appena impugnata dai consumatori a livello nazionale, non si spengono gli echi di una decisione che ancora per molto farà parlare di sé in provincia di Varese.

Tra i cittadini che hanno votato sì al referendum, e non solo nelle “stanze dei bottoni”, agli stessi chiuse dal papabile assessore regionale Dario Galli, che in Conferenza li ha definiti, sprezzante, “gente che non c'entra niente”.

Comitato per l’Acqua Bene Comune della provincia di Varese


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