Provincia di Pesaro-Urbino - Nevica, governo ladro!
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- Pubblicato: Mercoledì, 24 Ottobre 2012 09:11
Provincia di Pesaro-Urbino - Nevica, governo ladro!
Il leit motiv alla base di tutte le scelte liberticide e liberiste di svendita dei beni pubblici a cui neanche la Provincia di Pesaro e Urbino si sottrae è “non ci sono i soldi”.
Una metodica appoggiata dai partiti che sostengono la maggioranza consiliare, e in parte sono quei soggetti che hanno sostenuto la campagna referendaria, con alcuni iscritti che si sono anche spesi per essa (PRC), che hanno promosso quesiti differenti ma sostanzialmente simili tanto da essere stati accorpati (IDV) o che sono saliti sul carro del vincitore all’ultimo momento (PD).
Partiti che sono rimasti a guardare inermi dal 21 Luglio 2011, data in cui col DPR del 20/07/11 n. 116 viene ufficialmente riconosciuto l’esito referendario definendolo volontà della maggioranza dei cittadini italiani “immediatamente eseguibile”. Gli stessi che a livello nazionale, hanno attaccato l’ultimo governo Berlusconi che aveva provato ad aggirare i referendum, con la L. 14 agosto 2011, n. 148, bocciata come incostituzionale, cercando di reintrodurre la remunerazione del capitale investito sulla gestione dell’acqua.
Dalle affermazioni del presidente Ricci e del consigliere Savelli (con IDV e socialisti favorevoli) la vendita delle quote azionarie di MMS spa pare inevitabile e fatta “per salvare la provincia” a causa delle difficili condizioni dell’amministrazione causate dal nevone e dai tagli di Monti (nevica governo ladro!) che costringono gli amministratori “a scelte forzate e difficili per mantenere quei servizi che la provincia garantisce ai cittadini”, (segretario PRC Ciaschini); per “evitare mancate asfaltature, mancati lavori nelle scuole” (assessore Porto), il “default e quindi licenziamento” di alcuni dipendenti della provincia (Porto e Ricci).
Motivazioni addirittura riportate tra le considerazioni della delibera 73/2012 quando si scrive testualmente che “ … il mantenimento dei servizi, la gestione delle strade, scuole, ecc… richiede obbligatoriamente un consistente introito a cui è indispensabile ricorrere”, quindi una decisione inevitabile e assolutamente necessaria!
Leggendosi però il pregevole lavoro di analisi del bilancio provinciale di Francesca Palazzi Arduini dei Comitati in rete (www.comitatinrete.it), appare del tutto evidente che l’inevitabilità e la fretta della vendita sono inconsistenti e frutto di una volontà esclusivamente politica visto che, per fare solo un esempio, per il quadriennio 2011-2014 è prevista una diminuzione del volume del debito da 108 a 67 milioni di Euro e non si dovrà ricorrere ad altri mutui.
Perché si propagandano inesattezze allora?
Il compratore chi sarebbe? Non è un mistero e non lo è mai stato: il presidente Ricci già 2 settimane prima era corso dal presidente HERA spa, il “molto gentile” Tommaso Tommasi di Vignano per verificarne la disponibilità all’acquisto, manifestata pubblicamente il giorno successivo la delibera dallo stesso Tommasi di Vignano.
Tutti tranquilli eh?! L’AD di MMS spa Tiviroli (uomo di Hera) afferma che a fronte dell’acquisto del 4,08% in vendita dalla provincia, non cambierà nulla perché lo statuto MMS spa “dice che la maggioranza deve essere pubblica”. Oggi. E se dopo l’acquisizione cambiasse?
Quella HERA spa magnificata dal direttore generale della Provincia Domenicucci (lo stesso che come presidente di MMS spa a un incontro pubblico ad Urbania ha candidamente ammesso di non poter più prendere per i fondelli i cittadini arrabbiati per la pessima situazione ambientale dei nostri fiumi, verosimilmente causata dalla gestione deficitaria di alcuni depuratori) all’apertura del convegno “2002-2012 MMS e HERA 10 anni insieme”, il giorno dopo la decisione del consiglio, del quale è il responsabile del procedimento di attuazione con eseguibilità immediata, ha affermato che “dieci anni fa HERA spa era il mostro che veniva qui per fare soldi a nostre spese… e invece in questi anni ci ha fatto fare il salto di qualità”.
In merito all’azionariato diffuso non escluso da Ricci e dal sindaco di Pesaro Ceriscioli su tutti, il Coordinamento Acqua Bene Comune ATO 1 Marche Nord è contrario in quanto sarebbe di nuovo una legittimazione della logica del profitto sulla gestione della risorsa acqua.
Per questo, chiediamo al presidente Ricci e a tutto il consiglio provinciale, l’immediato ritiro della delibera prima che vengano attuate le procedure per la sua esecuzione, che vengano messe in campo da subito misure per la consultazione e partecipazione dei cittadini per il rispetto della volontà popolare espressa con i referendum del 12/13 giugno 2011 e tutelata dalla Costituzione.
Chiediamo altresì misure per ottenere una gestione dei Beni Comuni (in primis s.i.i. e rifiuti) tramite aziende speciali che rifuggano la logica del profitto al cui interno sia dato ampio spazio all’intervento dei cittadini a fini di controllo di indirizzo e di programmazione al di là del possesso di quote.
Le nostre quote le abbiamo già versate: sono 27 milioni di voti.
Siamo cittadini in un paese democratico non azionisti a piazza affari!
Francesco Veterani
Portavoce Coordinamento provinciale Acqua Bene Comune ATO1 Marche nord