Coordinamento marchigiano ABC: sì agli investimenti previsti dal PNRR sulla rete idrica, ma con un gestore pubblico come sancito dal referendum del 2011
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- Pubblicato: Domenica, 04 Luglio 2021 12:36
Alcuni articoli recentemente pubblicati sulla stampa locale affermano che l’accesso agli importanti finanziamenti a fondo perduto previsti dal Recovery Plan per l’ammodernamento delle reti idriche e la riduzione delle perdite, sia condizionato al fatto che ci sia un'unica società di gestione per ogni Ambito Territoriale Ottimale in cui è suddivisa l’organizzazione del servizio idrico.
Premesso che tale affermazione non trova riscontro esplicito nel testo del PNRR ma trae origineda “anticipazioni e indiscrezioni” di stampa confindustriale, in realtà è del tutto evidente che l’ intenzione affatto celata sia quella di mettere in atto una sorta di ricatto, volto ad accelerare la privatizzazione del servizio idrico spacciando per efficienti solo quelle aziende che garantiscono la massimizzazione dei profitti mediante processi finanziari come se aziende pubbliche di tipo consortile non siano già in campo ovunque in Europa con risultati lusinghieri a beneficio dell’utenza e dell’ambiente.
Non è un caso che questa pretestuosa sollecitazione sia principalmente “strombazzata” nell’ambito territoriale Pesarese dove da tempo è in atto il tentativo di Marche Multi Servizi SpA (che con la presenza nel suo azionariato di Hera Spa, gigante multiservizi emiliana quotata in borsa, rappresenta il baluardo più avanzato della penetrazione del capitale e dei profitti privati nella gestione dell’acqua marchigiana) di spingere verso la fusione con Aset SpA, società pubblica che gestisce l’acqua nel comprensorio fanese.
E’ poi alquanto singolare che la stessa Marche Multi Servizi SpA, principale concessionario nella provincia di Pesaro e quindi anche responsabile della rete idrica, si accorga della necessità di effettuare lavori di manutenzione per ridurre le perdite solo quando c’è la possibilità di avere dei finanziamenti a fondo perduto.
Sembra il film, già visto purtroppo spesso nel nostro Paese, dei manager e delle imprese che hanno uno strano concetto di libero mercato, secondo il quale i profitti devono andare agli azionisti e i costi ai contribuenti e alla collettività.
Noi siamo certamente a favore di investimenti sulla rete idrica e anche per la manutenzione e la pulizia degli invasi esistenti, nonché all’impiego, alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie per la gestione e l’approvvigionamento. Ma proprio perché l’acqua è un bene comune e limitato, crediamo si debba tenerla fuori dalle logiche del mercato.
E' bene ricordare peraltro che nel referendum sull'acqua pubblica del 2011 furono quasi 168.000 le cittadine e i cittadini della provincia di Pesaro e 700.000 nelle Marche che votarono contro la possibilità di realizzare profitti sull'acqua (il secondo quesito sull'eliminazione dalla tariffa della “remunerazione del capitale investito dal gestore”).
Il problema principale non è quindi l'unificazione di Aset Spa a MMS Spa (che oggi apparirebbe come la fagocitazione della prima a vantaggio di quest 'ultima), o di altre società nei vari ambiti marchigiani, ma la presenza di soci, capitali e profitti privati nella gestione dell'acqua.
Per questa ragione sosteniamo che prima di parlare di qualsiasi unificazione dei soggetti gestori in qualsiasi ambito marchigiano sia prioritario pianificare l'uscita dei privati dalla gestione dell'acqua e del cambiamento dell'incongrua natura di SpA dei soggetti gestori che debbono ed essere trasformate in Aziende Consortili a totale controllo pubblico.
Negli Stati Uniti a dicembre 2020 l’acqua è stata quotata in borsa e si sono venduti i primi contratti future sull’acqua della California. E’ inaccettabile; l’acqua non è una merce.
Non possiamo lasciarla agli speculatori e alle logiche di mercato.
2 Luglio 2021.
Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l'Acqua Bene Comune