La chiesa e i nuovi stili di vita, la chiesa molisana prende posizione
- Dettagli
- Pubblicato: Martedì, 08 Giugno 2010 08:51
La dottrina sociale della chiesa e soprattutto l’enciclica “Deus caritas est” ricorda che in verità la Chiesa ha il dovere di offrire il suo contributo specifico finché le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili.
La chiesa non può restare ai margini della lotta per la giustizia. La battaglia morale per i nuovi stili di vita e per l’acqua pubblica è una di queste esigenze fondamentali. Sulla carta, la selezione del gestore del servizio idrico integrato attraverso lo strumento della gara si propone di tutelare l’interesse generale, individuando il soggetto che offre le migliori condizioni economiche a partire dalle tariffe e dagli investimenti.Tuttavia le caratteristiche del settore idrico impongono affidamenti particolarmente lunghi, per cui le condizioni del contratto e i parametri economici sono oggetto di frequente rinegoziazione. Benché promossa in nome della libera concorrenza, la privatizzazione ha così finito per favorire la concentrazione dei poteri e gli accordi di spartizione all’interno di un oligopolio. Il mercato degli affidamenti del settore idrico si restringe infatti a una manciata di società quotate in borsa che controllano i principali gestori nazionali: ACEA, Hera, Iride, Enia. Anche le posizioni a cavallo tra il pubblico e il privato permettono a un’élite politica, in nome della liberalizzazione e della promozione della concorrenza, di consolidare la propria influenza attraverso una rete di potere realizzata dalla politica. Le norme attualmente in vigore alimentano incertezza e confusione, non sembrano in grado di risolvere i vizi delle procedure per l’affidamento dei servizi locali, che solo raramente si configurano come gare effettivamente competitive, risultando più spesso soggette ad accordi politici e patti di non concorrenza occulti ed illegali. L’insieme di queste problematiche rinvia ad uno dei dilemmi della relazione tra democrazia e tecnocarizia e tra pubblico e privato. Nel mezzo la popolazione guarda con sospetto a questi processi, percepiti come alienazione del controllo pubblico su una risorsa strategica per il territorio e centrale nella formazione delle identità collettive, finendo per attribuire alle battaglie in nome dell’economia morale dell’acqua pubblica (referendum dei movimenti per l’acqua) la valenza più generale di critica alla legittimità democratica delle modalità di governo proprie della globalizzazione neoliberale.