Lettera al Presidente Caldoro
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- Pubblicato: Martedì, 20 Dicembre 2011 15:15
Presidente Caldoro,
l’acqua è un Diritto, un Bene Comune, non una merce!
Apprendiamo con grande disappunto che a breve il CdA di Acquacampania SpA si riunirà. Pare che l’ENI/Italgas voglia cedere le sue quote azionarie a Caltagirone e a Veolia.
Acquacampania S.p.A. gestisce la grande adduzione e la distribuzione dell'Acquedotto campano Occidentale per circa 3.800.000 cittadini delle province di Napoli e Caserta.
L’Eni SpA è oggi innanzitutto una holding energetica presente in più di 70 Paesi. L'Eni, quinto gruppo petrolifero mondiale per giro d'affari, ha pur sempre un 30% di quote pubbliche detenute dallo Stato Italiano,
non avendo più interesse verso il settore idrico, essa dirotterà i suo interessi altrove, favorendo così la cessione delle quote idriche a Siba SpA e a Vianini SpA, già soci in affari presenti in Acquacampania con proprie quote azionarie.
Non è così per Vianini SpA e Siba SpA Società private al 100%, colossi dell’imprenditoria e della finanza.
Siamo preoccupati ed è sotto gli occhi di tutti che Veolia e Caltagirone ormai hanno messo le mani su gestione acqua, rifiuti, trasporti,energia, gas,ecc.
Già nell'aprile 2008 l'ENI/Italgas aveva cercato di attuare la stessa manovra.
La storia si ripete, gli affaristi tornano all’attacco.
Così come nel 2008 i Comitati cittadini campani ed Alex Zanotelli, si opposero fortemente alla cessione delle quote di Acquacampania SpA da parte di ENI-Italgas ( quest’ultima è una controllata ENI) a favore di Siba SpA e Vianini Lavori SpA ,
anche oggi il nostro No a questa cessione viene detto forte e chiaro, ma sia ben chiaro che il nostro NO va a qualsiasi altra SpA che gestisce il servizio idrico.
Tutto ciò renderebbe ancora più potenti queste multinazionali, depotenziando la politica della nostra regione, ma innanzitutto fortificando la privatizzazione del servizio idrico campano.
ENI/Italgas è socio di maggioranza, grazie al diritto di prelazione, le quote verranno attribuite direttamente dai membri del CdA di Acquacampania in quanto soci, ma per noi, se così avverrà, essi diverranno ancor di più padroni e predoni dei servizi pubblici locali. Un esempio lo sono stati i
conflitti d’interesse e i relativi aumenti tariffari causati da Acqualatina; e cosa dire della sentenza dell’Antitrust da cui si evince che le principali multinazionali impegnate nella gestione del servizio idrico, Suez, Veolia, Acea, si siano letteralmente spartite l'Italia, in relazione alle gestioni idriche? Oppure i casi della Sorical e di Siciliacque, Gori, Publiacqua, espressione di mala gestione che vedono presente queste multinazionali al loro interno.
I cittadini italiani, attraverso i referendum del 12 e 13 giugno u.s. hanno detto NO al profitto, No alle gestioni idriche - e dei servizi pubblici locali - da parte delle Società di , che lucrano su un bene vitale, e il cui scopo è la remunerazione del loro capitale investito, l’aumento delle tariffe, il profitto.
Acquacampania è un concessionario che funziona male, che non ha mai fatto gli interessi della Regione, rispetta in toto la pessima gestione da parte dei privati, e di quei privati!
Non permetteremo che la nostra acqua cada ancora di più nelle mani di imprenditori e di affaristi.
Per noi la vera gestione pubblica è quella affidata ad Enti di diritto pubblico, che non hanno scopo di lucro, quali l’Azienda Speciale.
Mentre a Napoli si va verso la ripubblicizzazione, mentre in alcuni Comuni campani il servizio idrico è gestito in autonomia dal pubblico , ovvero dagli Enti locali, dimostrando efficienza ed efficacia, oltre che economicità, si vuole dare questo cattivo esempio di non applicazione degli esiti referendari a livello regionale.
Se Lei , Presidente Caldoro,
nel non rispetto dei referendum del 12 e 13 giugno scorsi, non revocherà la concessione, se avverrà quanto temiamo, oltre ad aver modificato lo stato giuridico della Società,
Lei non avrà saputo tutelare i Beni Comuni e non avrà fatto gli interessi dei suoi corregionali, che oggi lanciano di nuovo un grido d’allarme.
Nel 2008 l’allora Presidente della Regione Bassolino fece un passo indietro, così come pure l’ENI.
Ci aspettiamo pertanto azioni drastiche e tempestive da Lei.
Noi non staremo a guardare,
non pagheremo e non permetteremo questo vergognoso scempio a danno dei cittadini.
Prima che sia troppo tardi revochi la concessione, fermi questo atto scellerato che l’ENI/Italgas vorrebbe portare avanti con l’accordo di Veolia e Caltagirone.
NO alle gestioni idriche attraverso le SpA dell’acqua!
Campania, 16 dicembre 2011
Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell’acqua
Per info:
beni_comuni@libero.it