Pompei - La grande rapina dell'acqua
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- Pubblicato: Giovedì, 04 Aprile 2013 09:41
LA GRANDE RAPINA DELLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
Dalla creazione della GORI agli ultimi provvedimenti della Regione Campania, il tutto in barba alla volontà popolare espressa con i Referendum
Incontro, proiezioni e tavola rotonda - Mercoledì 3 Aprile 2013 ore 20:00
Interverranno :
Giuseppe Grauso, avvocato del comitato di Nola (che segue i ricorsi promossi dai comitati della rete Ato3 contro le delibere della GORI) ed Enzo Ruggiero del comitato di Portici.
Il Pompeilab invita tutte e tutti a partecipare per ascoltare la storia di un mostro finanziario che, anche nel nostro territorio, ha messo le mani sul bene primario per eccellenza: l’acqua e ad appassionarvi alla storia di tanti piccoli eroi, riuniti nella Rete Civica Ato3, che negli anni ha contrastato con ogni mezzo questo ulteriore sopruso ai danni di una comunità già martoriata.
Come è nato l’Ente d’Ambito? Chi c’è dietro la Gori? In che termini le è stato affidato il servizio idrico? Perché la Regione Campania ha deciso di cancellarle circa 150 milioni di debito? Gli aumenti delle bollette applicati sono legittimi? Perché dopo il referendum del 2011 non è cambiato niente? Quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare contro questi soprusi?
Queste sono domande a cui dobbiamo saper rispondere se abbiamo a cuore il nostro futuro. Perché resistere realmente al tentativo della privatizzazione dell’acqua e di tutti i beni pubblici essenziali significa, da parte nostra, conoscere a fondo prima di tutto la realtà del nostro territorio e le relative dinamiche.
Lavoro che non c’è, inquinamento, discariche, carenza di spazi, collasso del trasporto pubblico, ospedali che chiudono, sono la faccia della stessa medaglia in una società dove pochi stanno accentrando sempre di più la maggior parte della ricchezza a danno di molti.
Dopo decenni di privatizzazioni lo sfascio in ogni ambito è sotto gli occhi di tutti ed è nostro dovere respingere al mittente le loro truffaldine ricette.
P.S.
Da poco l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio Idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Ma fa anche di peggio.
Infatti, il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente.
L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.
Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finchè questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.
Perchè si scrive acqua, si legge democrazia e vogliamo ripubblicizzare entrambe.
Come è nato l’Ente d’Ambito? Chi c’è dietro la Gori? In che termini le è stato affidato il servizio idrico? Perché la Regione Campania ha deciso di cancellarle circa 150 milioni di debito? Gli aumenti delle bollette applicati sono legittimi? Perché dopo il referendum del 2011 non è cambiato niente? Quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare contro questi soprusi?
Queste sono domande a cui dobbiamo saper rispondere se abbiamo a cuore il nostro futuro. Perché resistere realmente al tentativo della privatizzazione dell’acqua e di tutti i beni pubblici essenziali significa, da parte nostra, conoscere a fondo prima di tutto la realtà del nostro territorio e le relative dinamiche.
Lavoro che non c’è, inquinamento, discariche, carenza di spazi, collasso del trasporto pubblico, ospedali che chiudono, sono la faccia della stessa medaglia in una società dove pochi stanno accentrando sempre di più la maggior parte della ricchezza a danno di molti.
Dopo decenni di privatizzazioni lo sfascio in ogni ambito è sotto gli occhi di tutti ed è nostro dovere respingere al mittente le loro truffaldine ricette.
P.S.
Da poco l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio Idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Ma fa anche di peggio.
Infatti, il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente.
L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.
Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finchè questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.
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