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L'indagine di Altreconomia sulla Cassa Depositi e Prestiti

altreconomiaSul numero di luglio/agosto della rivista Altreconomia (www.altreconomia.it) una risposta alle affermazione rilasciate da Franco Bassanini, presidente di Cassa depositi e prestiti, durante la campagna referendaria. Siamo andati a vedere se è vero che la Cassa non può impiegare il proprio denaro per promuovere investimenti nel settore del s.i.i., garantendo mutui ai gestori; secondo Bassanini, infatti, questo avrebbe comportato un aumento del debito pubblico. Ed è falso. Ae dedica un approfondimento alla Cassa. Nata per garantire i mutui degli enti locali, la Cassa -controllata dallo ministero del Tesoro- va trasformandosi in un fondo sovrano, forte di una liquidità di oltre 130 miliardi di euro. Si chiamerà "Fondo strategico italiano", ed è stato deliberato dal cda della società a fine giugno. Investirà nella difesa, nei trasporti, nelle infrastrutture. Peccato che il "capitale" della Cassa è messo a disposizione, per il 90,5%, dai cittadini italiani, titolari di un libretto postale o di un buono fruttifero, che credono ancora che queste risorse siano mobilitate a sostegno degli enti locali (oggi solo il 50%). Tra le ultime operazioni concluse dalla Cassa, l'acquisto di un gasdotto dalla controllata Eni e un prestito fino a 765 milioni di euro a favore della società di progetto BreBeMi (incaricata di costruite la nuova autostrada tra Brescia, Bergamo e Milano). Quando, per bocca del presidente, la Cassa afferma di non poter intervenire, come prestatore pubblico, nell'ambito del servizio idrico integrato, mostra invece una scelta "politica", senz'altro influenzata dai membri del cda e del comitato strategico. Tra gli altri, Cristiana Coppola, vice-presidente di Confindustria, il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, Carlo Colaiacovo, uno dei re del cemento e del calcestruzzo.

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