Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Amazzonia, il tribunale: no alla diga

Belo_MonteVincono gli indigeni e le associazioni che da anni si battono contro la costruzione dell'opera a Belo Monte
Seconso le autorità questo è un duro colpo alle politiche energetiche del paese

MILANO- Manifestazioni. Proteste e sit-in. Senza contare l'appoggio di associazioni ambientaliste (e non solo) che si sono schierati al loro fianco. E alla fine hanno vinto. Già perché la gigantesca diga idroelettrica di Belo Monte, progetto molto discusso, non si farà. Per la gioia delle 13 tribù unite nella lotta contro l'opera che si doveva costruire nel cuore della foresta Amazzonica. Lo ha deciso la giustizia brasiliana che ha ordinato lo stop ai lavori.

LA DECISIONE- La corte federale dello Stato di Para (nord) ha vietato al consorzio Norte Energia di alterare il corso del fiume Xingu «con la costruzione di un porto, esplosioni controllate, innalzamento di dighe, incroci di canali e qualsiasi altro lavoro che modifichi il suo corso naturale» o possa «comportare rischi per la fauna ittica». La diga, considerata dalle autorità come un elemento fondamentale per lo sviluppo energetico del Paese, dovrebbe fornire una potenza di 11.200 megawatt, circa l'11% del totale in Brasile. Dopo le dighe delle Tre Gole in Cina, e di Itaipu, alla frontiera tra Brasile e Paraguay, quella di Belo Monte sarebbe la più grande diga del mondo. L'investimento previsto era di 11 miliardi di dollari. L'Istituto brasiliano dell'Ambiente ne aveva autorizzato la costruzione nel gennaio scorso.

Articolo pubblicato su www.corriere.it (29 Settembre 2011)

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