Dichiarazione della III Feria Internazionale dell'acqua per la Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambio Climatico e i diritti della Madre Terra
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Pubblicato: Martedì, 20 Aprile 2010 07:42
Il cambio climatico è il risultato di un modello produttivo estrattivo, depredatore e inquinante, che viene esaustivamente riassunto nello sfruttamento su larga scala delle miniere, del petrolio, del carbone, del gas e nella costruzione delle dighe, orientato a sostenere il consumo energetico dissipatore che include anche l'industria militare.
Dall'altra parte l'agricoltura industriale, che fomenta le monoculture e lo sfruttamento di enormi estensioni territoriali, acuisce il cambio climatico, emarginando la maggior parte dei popoli dalla scelte politiche e dal frutto del loro lavoro.
Queste attività si appropriano delle acque superficiali e sotterranee e distruggono gli ecosistemi generatori d'acqua; consumano acqua dolce in larga quantità, e la rimmettono nell'ambiente contaminata, compromettendo così il ciclo idrologico naturale.
Per rispondere a questo problema, causato dai Paesi industrializzati e dalle multinazionali, sono state proposte false soluzioni nella lógica del mercato: agrocombustibili, reforestazione per compensare gli effetti nell'atmosfera delle emissioni di diossido di carbonio, dighe per l'energia idroelettrica e l'energia nucleare, all'interno del così detto "Meccanismo di sviluppo pulito".
A tutto ciò si aggregano nuove proposte come il meccanismo di riduzione delle Emissioni per Deforestazione e Degradazione Evitata. A tutto questo, vengono aggiunte nuove "proposte", come il mecanismo di Riduzione delle Emissioni attraverso la riduzione di Deforestazione e Degradazione (REDD - Reducción de Emisiones por Deforestación y Degradación Evitada).
Questi meccanismi aggravano il problema climatico ed ambientale. Ma soprattutto, sono mezzi di riconoloizzazione territoriale che tolgono il diritto di uso e gestione dell'acqua, della biodiversità e del territorio alle comunità locali.
PROPONIAMO
1.Di promuovere la transizione dal modello economico basato sull'economia estrattiva, ad uno basato sui principi di solidarietà, giustizia, dignità, rispetto della vita, rciprocità, dignità, recuperando la visione andina dell'acqua come energia, essere vivo, fonte di vita, regalo della Pacha Mama, che per tanto non possa essere proprietà di nessuno
2.Revocare i permessi alle corporazioni multinazionali e nazionali, in particolare per ciò che concerne le imprese minerarie, petroliere, di monocoltivazioni, e di agroindustria e allevamento intensive: attività che consumano voracemente le riserve d'acqua per andare incontro alla crescente richiesta di consumo.
3.Esigere dai governi l'applicazione di politiche di stato che preservino il patrimonio naturale, i boschi, la biodiversità, accordo con l'equilibrio dell'ecosistema, puntando l'attenzione sulle tematiche dell'acqua, con particolare riguardo al riconoscimento dei diritti della Madre terra, dei beni comuni e all'acqua come diritto umano
4.Promuovere il recupero delle pratiche ancestrali nelle nuove tecnologie, alternative e millenarie, che siano giuste dal punto di vista ambientale e da quello sociale, e che favoriscano l'equilibrio nelle relazioni umane, soddisfando le necessità per il giusto vivere del popolo. Promuovere la èproduzione agricola organica, le opere igienico sanitarie in armonia con la nature e una gestione adeguata dei residui.
5.Esigere il riconoscimento ed il rispetto dei diritti delle popolazioni originarie, contadine e dei piccoli produttori, perchè siano loro garantiti i loro territorio, come maggiore garanzia per la preservazione dell'acqua e delle fonti che la generino. Solo così si potrà evitare le catastrofi del cambio ambientale, e prevenirle.
6.Rifiutare le false soluzioni al cambio climatico e andaré incontro alle vere necessità delle comunità.
7.Chiediamo dunque con forza ai nostri governi presenti alal Cumbre di Cochabamba, l'uscita dal Forum Mondiale dell'Acqua, che è istituzione che promuove la privatizzazione dell'acqua e gestita dalle multinazionali dell'acqua.
I partecipanti della III Feria dell'Acqua, riuniti in Cochabamba dal 14 al 18 aprile solidarizzano con la lotta del nostro popolo in difesa dell'acqua, in particolare salutiamo la resistenza del popolo dell'Honduras e la sua lotta per la democrazia. Sottolineamo che la giustizia climatica non è possibile senza una giustizia dell'acqua e che ci dichiariamo parte del movimento globale
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. *DECLARACIÓN de la * *III Feria Internacional del Agua dirigida a la * *Conferencia Mundial de los Pueblos sobre el Cambio Climático y los Derechos de la Madre Tierra *
El cambio climático es resultado de un modelo productivo extractivista, depredador y contaminante ejemplificado en la explotación de la minería de gran escala, petróleo, carbón, gas, represas de agua, orientadas a satisfacer un consumo energético derrochador, que incluye la industria militar. Por otra parte, la agricultura industrial que fomenta el monocultivo en enormes extensiones territoriales, profundiza el cambio climático, que margina a la gran mayoría de los pueblos de las tomas de decisiones y del producto de su trabajo. Estas actividades concentran y se apropian de las aguas superficiales y subterráneas y destruyen los ecosistemas generadores de agua; son altamente consumidoras de agua dulce, y devuelven a la naturaleza agua contaminada, trastornando así el ciclo hidrológico natural. A este problema generado por los países industrializados y las multinacionales se han propuesto falsas soluciones dentro de la lógica del mercado, como son: los agrocombustibles, las plantaciones forestales para sumideros de cabono, las represas hidroeléctricas y la energía nuclear dentro del mal llamado Mecanismo de Desarrollo Limpio (MDL). A esto se agregan nuevas "propuestas" como el mecanismo de Reducción de Emisiones por Deforestación y Degradación Evitada (REDD). Estos mecanismos profundizan el problema climático y ambiental, pero sobre todo son medidas de recolonización territorial que quitan el derecho de uso, manejo y gestión del agua, la biodiversidad y el territorio a las comunidades locales.
*PROPONEMOS *
1. Impulsar la transición de un modelo extractivista a uno basado en principios de solidaridad, justicia, dignidad, respeto a la vida, reciprocidad y equidad, recuperando la visión andina del agua como energía, ser vivo, fuente de vida, regalo generoso de la Pacha Mama, que por tanto no puede ser apropiada por nadie.
2. Revocar permisos a las corporaciones trasnacionales y nacionales, decir basta en particular a las empresas mineras, gaseras, petroleras, de monocultivos, agroindustriales y ganadería intensiva. Estas actividades son voraces consumidoras de agua que termina convertida en mercancías para satisfacer un consumismo creciente.
3. Exigir a los gobiernos la aplicación de políticas de estado que preserven el patrimonio natural, los bosques y la biodiversidad, acorde con el equilibrio de los ecosistemas, poniendo énfasis en el agua y en especial el reconocimiento de los derechos de la madre tierra, los bienes comunes y al agua como un derecho humano.
4. Promover la recuperación de las prácticas de nuestros ancestros en tecnologías nuevas, alternativas y milenarias, que sean ambiental y socialmente justas y favorezcan el equilibrio en el relacionamiento humano satisfaciendo las necesidades para el "buen vivir" del pueblo. Impulsar la producción agrícola orgánica, el saneamiento básico amigable con la naturaleza y un manejo adecuado de residuos. 5. Exigir el reconoconocimiento y el respeto a los derechos de los pueblos originarios, campesinos y pequeños productores a sus territorios como la mayor garantía para la preservación del agua y las fuentes que la generan. Sólo así se conseguirá evitar y enfrentar las catástrofes del cambio climático.
6. Rechazar las falsas soluciones al cambio climático y atender las verdaderas necesidades de las comunidades.
7. Reclamamos a nuestros gobiernos, presentes en la cumbre de Cochabamba, la salida del Foro Mundial del Agua por ser una instancia que promueve la privatización del agua y es liderada por las multinacionales del agua.
Los participantes de la III Feria Internacional del Agua reunidos en Cochabamba del 14 al 18 de Abril de 2010 nos solidarizamos con las luchas de nuestros pueblos por el agua, en particular saludamos la resistencia del pueblo hondureño y su lucha por la democracia. Destacamos que la justicia climática no es posible sin una justicia del agua y nos declaramos parte del movimiento social global.
Cochabamba 19 aprile 2010
Il cambio climatico è il risultato di un modello produttivo estrattivo, depredatore e inquinante, che viene esaustivamente riassunto nello sfruttamento su larga scala delle miniere, del petrolio, del carbone, del gas e nella costruzione delle dighe, orientato a sostenere il consumo energetico dissipatore che include anche l'industria militare.
Dall'altra parte l'agricoltura industriale, che fomenta le monoculture e lo sfruttamento di enormi estensioni territoriali, acuisce il cambio climatico, emarginando la maggior parte dei popoli dalla scelte politiche e dal frutto del loro lavoro.
Queste attività si appropriano delle acque superficiali e sotterranee e distruggono gli ecosistemi generatori d'acqua; consumano acqua dolce in larga quantità, e la rimmettono nell'ambiente contaminata, compromettendo così il ciclo idrologico naturale.
Per rispondere a questo problema, causato dai Paesi industrializzati e dalle multinazionali, sono state proposte false soluzioni nella lógica del mercato: agrocombustibili, reforestazione per compensare gli effetti nell'atmosfera delle emissioni di diossido di carbonio, dighe per l'energia idroelettrica e l'energia nucleare, all'interno del così detto "Meccanismo di sviluppo pulito".
A tutto ciò si aggregano nuove proposte come il meccanismo di riduzione delle Emissioni per Deforestazione e Degradazione Evitata. A tutto questo, vengono aggiunte nuove "proposte", come il mecanismo di Riduzione delle Emissioni attraverso la riduzione di Deforestazione e Degradazione (REDD - Reducción de Emisiones por Deforestación y Degradación Evitada).
Questi meccanismi aggravano il problema climatico ed ambientale. Ma soprattutto, sono mezzi di riconoloizzazione territoriale che tolgono il diritto di uso e gestione dell'acqua, della biodiversità e del territorio alle comunità locali.
PROPONIAMO
1.Di promuovere la transizione dal modello economico basato sull'economia estrattiva, ad uno basato sui principi di solidarietà, giustizia, dignità, rispetto della vita, rciprocità, dignità, recuperando la visione andina dell'acqua come energia, essere vivo, fonte di vita, regalo della Pacha Mama, che per tanto non possa essere proprietà di nessuno
2.Revocare i permessi alle corporazioni multinazionali e nazionali, in particolare per ciò che concerne le imprese minerarie, petroliere, di monocoltivazioni, e di agroindustria e allevamento intensive: attività che consumano voracemente le riserve d'acqua per andare incontro alla crescente richiesta di consumo.
3.Esigere dai governi l'applicazione di politiche di stato che preservino il patrimonio naturale, i boschi, la biodiversità, accordo con l'equilibrio dell'ecosistema, puntando l'attenzione sulle tematiche dell'acqua, con particolare riguardo al riconoscimento dei diritti della Madre terra, dei beni comuni e all'acqua come diritto umano
4.Promuovere il recupero delle pratiche ancestrali nelle nuove tecnologie, alternative e millenarie, che siano giuste dal punto di vista ambientale e da quello sociale, e che favoriscano l'equilibrio nelle relazioni umane, soddisfando le necessità per il giusto vivere del popolo. Promuovere la èproduzione agricola organica, le opere igienico sanitarie in armonia con la nature e una gestione adeguata dei residui.
5.Esigere il riconoscimento ed il rispetto dei diritti delle popolazioni originarie, contadine e dei piccoli produttori, perchè siano loro garantiti i loro territorio, come maggiore garanzia per la preservazione dell'acqua e delle fonti che la generino. Solo così si potrà evitare le catastrofi del cambio ambientale, e prevenirle.
6.Rifiutare le false soluzioni al cambio climatico e andaré incontro alle vere necessità delle comunità.
7.Chiediamo dunque con forza ai nostri governi presenti alal Cumbre di Cochabamba, l'uscita dal Forum Mondiale dell'Acqua, che è istituzione che promuove la privatizzazione dell'acqua e gestita dalle multinazionali dell'acqua.
I partecipanti della III Feria dell'Acqua, riuniti in Cochabamba dal 14 al 18 aprile solidarizzano con la lotta del nostro popolo in difesa dell'acqua, in particolare salutiamo la resistenza del popolo dell'Honduras e la sua lotta per la democrazia. Sottolineamo che la giustizia climatica non è possibile senza una giustizia dell'acqua e che ci dichiariamo parte del movimento globale
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. *DECLARACIÓN de la * *III Feria Internacional del Agua dirigida a la * *Conferencia Mundial de los Pueblos sobre el Cambio Climático y los Derechos de la Madre Tierra *
El cambio climático es resultado de un modelo productivo extractivista, depredador y contaminante ejemplificado en la explotación de la minería de gran escala, petróleo, carbón, gas, represas de agua, orientadas a satisfacer un consumo energético derrochador, que incluye la industria militar. Por otra parte, la agricultura industrial que fomenta el monocultivo en enormes extensiones territoriales, profundiza el cambio climático, que margina a la gran mayoría de los pueblos de las tomas de decisiones y del producto de su trabajo. Estas actividades concentran y se apropian de las aguas superficiales y subterráneas y destruyen los ecosistemas generadores de agua; son altamente consumidoras de agua dulce, y devuelven a la naturaleza agua contaminada, trastornando así el ciclo hidrológico natural. A este problema generado por los países industrializados y las multinacionales se han propuesto falsas soluciones dentro de la lógica del mercado, como son: los agrocombustibles, las plantaciones forestales para sumideros de cabono, las represas hidroeléctricas y la energía nuclear dentro del mal llamado Mecanismo de Desarrollo Limpio (MDL). A esto se agregan nuevas "propuestas" como el mecanismo de Reducción de Emisiones por Deforestación y Degradación Evitada (REDD). Estos mecanismos profundizan el problema climático y ambiental, pero sobre todo son medidas de recolonización territorial que quitan el derecho de uso, manejo y gestión del agua, la biodiversidad y el territorio a las comunidades locales.
*PROPONEMOS *
1. Impulsar la transición de un modelo extractivista a uno basado en principios de solidaridad, justicia, dignidad, respeto a la vida, reciprocidad y equidad, recuperando la visión andina del agua como energía, ser vivo, fuente de vida, regalo generoso de la Pacha Mama, que por tanto no puede ser apropiada por nadie.
2. Revocar permisos a las corporaciones trasnacionales y nacionales, decir basta en particular a las empresas mineras, gaseras, petroleras, de monocultivos, agroindustriales y ganadería intensiva. Estas actividades son voraces consumidoras de agua que termina convertida en mercancías para satisfacer un consumismo creciente.
3. Exigir a los gobiernos la aplicación de políticas de estado que preserven el patrimonio natural, los bosques y la biodiversidad, acorde con el equilibrio de los ecosistemas, poniendo énfasis en el agua y en especial el reconocimiento de los derechos de la madre tierra, los bienes comunes y al agua como un derecho humano.
4. Promover la recuperación de las prácticas de nuestros ancestros en tecnologías nuevas, alternativas y milenarias, que sean ambiental y socialmente justas y favorezcan el equilibrio en el relacionamiento humano satisfaciendo las necesidades para el "buen vivir" del pueblo. Impulsar la producción agrícola orgánica, el saneamiento básico amigable con la naturaleza y un manejo adecuado de residuos. 5. Exigir el reconoconocimiento y el respeto a los derechos de los pueblos originarios, campesinos y pequeños productores a sus territorios como la mayor garantía para la preservación del agua y las fuentes que la generan. Sólo así se conseguirá evitar y enfrentar las catástrofes del cambio climático.
6. Rechazar las falsas soluciones al cambio climático y atender las verdaderas necesidades de las comunidades.
7. Reclamamos a nuestros gobiernos, presentes en la cumbre de Cochabamba, la salida del Foro Mundial del Agua por ser una instancia que promueve la privatización del agua y es liderada por las multinacionales del agua.
Los participantes de la III Feria Internacional del Agua reunidos en Cochabamba del 14 al 18 de Abril de 2010 nos solidarizamos con las luchas de nuestros pueblos por el agua, en particular saludamos la resistencia del pueblo hondureño y su lucha por la democracia. Destacamos que la justicia climática no es posible sin una justicia del agua y nos declaramos parte del movimiento social global.
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Cochabamba 19 aprile 2010 |