Grandi opere: se questa e' una V.I.A!
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- Pubblicato: Venerdì, 22 Maggio 2015 13:18
I comitati da tutta Italia: emerse gravi criticita' su trasparenza, conflitti di interesse e partecipazione nelle procedure di valutazione di impatto ambientale in italia. I comitati chiedono stop e verifiche sui progetti.
Progetti petroliferi, autostrade, MOSE, TAV, elettrodotti, stoccaggi di gas, raffinerie, impianti geotermici industriali, ILVA occupano da anni le cronache italiane. Come vengono autorizzati i progetti? Trentacinque comitati e associazioni da tutta Italia hanno scritto ai presidenti della Repubblica e del Consiglio, ai ministri interessati, alla Commissione Europea e all'Autorità anti-corruzione per denunciare le modalità con cui sono state svolte e vengono realizzate attualmente le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale in Italia.
Questi comitati, che da anni si battono sul territorio di varie regioni italiane per evitare la sua devastazione derivante dalla realizzazione di “grandi opere” inutili ed impianti inquinanti, hanno appreso con profonda inquietudine e indignazione le notizie relative ad alcuni membri dell'attuale Commissione V.I.A. nazionale.
Tale organismo fornisce i pareri obbligatori su progetti di rilevanza nazionale ed internazionale, dalla T.A.V. alla Salerno - Reggio Calabria ed altri assi ferroviari e autostradali, dai progetti petroliferi e per lo sfruttamento del sotto-suolo all'ILVA, dai gasdotti agli elettrodotti fino agli stoccaggi gas e gli impianti geotermoelettrici. Il Ministero dell'Ambiente, su valutazione tecnica della Commissione, dovrebbe verificare, inoltre, il rispetto delle prescrizioni di carattere ambientale contenute nei decreti autorizzativi di tali opere.
In questi anni sono stati imposti dall'alto - spesso con leggi speciali - progetti ed interventi faraonici, in larga parte sovvenzionati con fondi pubblici, italiani ed europei (B.E.I.; Fondi strutturali ecc.) che stanno arrecando o causeranno un gravissimo impatto ambientale e sulla salute delle comunità. Tra l'altro da ben 9 anni vi è la possibilità per l'autorità competente di procedere con un'inchiesta pubblica (Art.24 comma 6 del D.lgs.152/2006 “Testo unico dell'Ambiente”) al fine di espletare la procedura di V.I.A. sulle opere più complesse. Leggiamo di proposte di legge per la realizzazione del dibattito pubblico. In realtà esistono già norme precise per assicurare un'effettiva partecipazione dei cittadini alle scelte riguardanti i loro territori ma è mancata finora ogni volontà di applicarle da parte dei ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali, che firmano i Decreti di compatibilità ambientale.
Esistono altresì problemi di trasparenza verso i cittadini, perché il Ministero dell'Ambiente non applica la norma, anch'essa esistente da anni (Art.28 comma 2 del “Testo unico dell'Ambiente”), che obbliga alla pubblicazione online dei dati dei monitoraggi ambientali prescritti per le opere nelle varie fasi realizzative (ante-operam, post-operam e durante la fase di cantiere). Su centinaia di interventi autorizzati solo tre appaiono effettivamente ottemperare a questo obbligo! Per decine di progetti si aggiunge l'assenza di dati circa l'ottemperanza alle prescrizioni inserite nei decreti di compatibilità ambientale.
I comitati, come detto, hanno appreso recentemente dalla stampa nazionale notizie relative a conflitti di interesse, coinvolgimento in inchieste o, addirittura, contiguità, con la malavita organizzata riguardante diversi membri della Commissione V.I.A. Vi sono stati diversi interventi del M5S in Parlamento e anche un esposto. La questione è stata sollevata anche al parlamento europeo1. Queste informazioni, che, ovviamente, devono essere verificate dagli organi competenti, assieme all'incredibile sequenza di inchieste che hanno colpito grandi opere e importanti progetti in Italia (a mero titolo di esempio, l'Ilva), non possono passare inosservate a chi subisce le conseguenze di quelle scelte e di quelle procedure.
Il Ministro dell'Ambiente in una nota rilasciata alle agenzie del 23 aprile ha annunciato l'avvio delle procedure di selezione pubblica mediante avviso della nuova Commissione V.I.A. (tra l'altro senza indicare i criteri di selezione e comparazione tra curricula pervenuti!) ma non ha fatto alcun accenno alle innumerevoli e puntuali criticità sollevate rispetto ad alcuni membri dell'attuale Commissione V.I.A. le cui scelte sono oggetto delle contestazioni dei comitati. Rispondendo ad un'interpellanza urgente alla camera del 24 aprile2 il Governo ha ribadito di fatto la posizione del Ministro senza entrare nel merito delle contestazioni a molti membri dell'attuale Commissione. Il Ministro Galletti in un'intervista è arrivato a dichiarare di non avere strumenti per intervenire sulle opere in corso quando esistono precisi obblighi di legge in tal senso. Ha attivato un'inchiesta interna al Ministero? Ha provveduto, come prescrive la legge anti-corruzione, ad effettuare i controlli sull'esistenza di conflitti di interesse? Ha segnalato eventuali situazioni di criticità all'autorità giudiziaria? Il Ministro pare dimenticare che diverse opere che hanno ricevuto il parere della Commissione V.I.A. non sono state ancora avviate, per cui si possono (anzi, si devono) fare tutte le verifiche del caso visto che stiamo parlando di interventi per decine di miliardi di euro, molti dei quali provengono dalle tasse degli italiani. Non possono rimanere ombre su opere di questa portata e dagli impatti considerevoli sul territorio, tra cui, spesso, quello negativo sull'economia diffusa a vantaggio degli interessi di pochi.
Per questo Comitati ed associazioni chiedono:
-una verifica puntuale della veridicità di tutte le informazioni riportate dalla stampa e dai parlamentari italiani ed europei, con risposte adeguate;
-di bloccare il varo di ogni Decreto positivo di compatibilità ambientale che attende di essere firmato dal Ministro dell'Ambiente e dal Ministro dei beni culturali a seguito del rilascio del parere da parte di questa Commissione V.I.A. nazionale. Ad esempio, quello dei progetti petroliferi Ombrina mare ed Elsa2 contro i quali sabato 23 maggio in Abruzzo vi sarà una manifestazione a cui hanno aderito oltre 350 organizzazioni, dalla diocesi ai centri sociali passando per le più grandi cantine sociali, le associazioni di categoria del commercio e decine di enti locali! A tal proposito stigmatizziamo l'emanazione, avvenuta in questi giorni – ad interrogazioni presentate e con gli articoli di stampa sopra ricordati già pubblicati - di diversi decreti, dalle estrazioni petrolifere in mare alla geotermia; per quest'ultima materia, addirittura, la pubblicazione del Decreto è avvenuto alla vigilia dell'esame da parte delle Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati sulla Risoluzione 8-00103 in merito alla produzione di energia da impianti geotermici, poi effettivamente approvata;
-di verificare tutti gli atti della Commissione V.I.A. degli ultimi anni (almeno dal 2005) in cui può emergere l'esistenza di posizioni di conflitto di interessi sia per attivare tutte le iniziative conseguenti, compresa la segnalazione all'autorità giudiziaria, sia per valutare in auto-tutela la correttezza e regolarità degli atti stessi e delle procedure di autorizzazione;
-di fermare le opere in corso di realizzazione con fondi pubblici e/o con denaro proveniente dai cittadini attraverso forme indirette (come il prelievo dalle bollette per elettrodotti e gasdotti) che hanno avuto il parere favorevole della Commissione V.I.A. in presenza di casi di conflitto di interessi e/o situazioni di potenziale collegamento con la malavita organizzata per avviare le dovute verifiche e valutazioni;
-di controllare la posizione di tutti i membri della commissione VIA nazionale rispetto all'attuazione delle norme sul comportamento dei dipendenti pubblici e in generale sul conflitto di interessi;
-di avviare una verifica da parte di organismi terzi dell'attuazione delle prescrizioni di tutte le opere per le quali emergono posizioni di conflitto di interesse e/o situazioni di potenziale collegamento con la malavita organizzata.
Roma, 22 Maggio 2015