Per la Provincia di Torino l'acqua è pubblica
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- Pubblicato: Lunedì, 14 Giugno 2010 00:00
La delibera di iniziativa popolare, sostenuta da quasi 10.000 firme, è stata oggi approvata dal Consiglio Provinciale di Torino. Un risultato storico, sulla strada della Puglia, di Parigi, di molti altri territori che hanno scelto l'acqua come bene comune.
E' la prima volta che accade nello Statuto di una grande provincia italiana: grazie al voto compatto della Maggioranza, presente al gran completo nell'ultima seduta e sospinta dall'onda inarrestabile dei 700.000 cittadini che hanno firmato il referendum promosso dal Forum dei Movimenti per l'Acqua. Dopo quello conseguito con la Città di Torino, un altro grande risultato dell'azione popolare che ha portato la Politica sulle vie nobili spesso dimenticate, quelle che garantiscono agli abitanti del territorio torinese che l'acqua non sarà gestita con logiche di mercato e che:
- il servizio idrico è dichiarato privo di rilevanza economica;
- gli attivi della gestione saranno reinvestiti interamente nel servizio stesso;
- la gestione delle reti e del servizio, avviene mediante enti o aziende esclusivamente pubblici.
Pur rimandando la valutazione della delibera approvata all'esame attento e analitico che sempre ci ha caratterizzato, possiamo già affermare che il testo approvato, frutto di emendamenti sui quali il Comitato ha anche dovuto combattere, contiene affermazioni di pregio espresse con maggiore chiarezza e coraggio rispetto al risultato Comunale.
Di questo va dato atto, oltre che alla tenacia della pressione popolare, a tutti i Consiglieri che hanno votato con costanza la Delibera e in particolare, per la loro opera di mediazione e di attenzione, a Silvia Fregolent (PD), Raffaele Petrarulo e Marco D'Acri (IdV) e all'Assessore Roberto Ronco.
Se quattro punti della Delibera sono passati in seconda lettura, con 28 voti a favore (incluso un Consigliere di opposizione) e nessuno contrario, il voto sfavorevole, sul quinto punto, dell'unico Consigliere dell'UdC presente in Aula ha un po' sciupato la festa. Per noi questo distinguo è incomprensibile: se si è favorevoli che l'acqua sia priva di rilevanza economica, come si può non
trarne la conseguenza di una gestione fuori dal mercato? Si vorrebbe quindi dar da bere agli assetati, ma al prezzo consigliato dal gestore privato, in regime di monopolio: che distanza da una politica ispirata a valori cristiani, o all'umana solidarietà! Chissà, forse le segreterie romane hanno richiamato all'ordine tanto loro quanto i partiti della libertà e del federalismo, che ancora oggi non partecipano al voto: la libertà è dunque quella delle multinazionali, di appropriarsi del patrimonio dei territori e delle autonomie locali?
Sembrano lontani i tempi - solo pochi mesi fa - in cui il Sindaco di Torino poteva permettersi, in piena sintonia con il Centrodestra, di snobbare l'iniziativa popolare, dichiarando sui giornali le sue mire di condurre Smat dentro una grande holding destinata agli appetiti di speculatori e grandi
banche. Ora queste posizioni sembrano più isolate, mentre ampi settori della Politica anelano, con fatica, ad allinearsi a un laboratorio sociale che elabora una nuova cultura di ciò che è comune.
Eppure, anche oggi che il referendum li sommerge di firme, sappiamo che i poteri forti non si risparmieranno per riuscire a sottrarci l'acqua e i servizi pubblici. Le proveranno tutte: il popolo dell'Acqua ci sarà.
Sappiamo anche che il nostro percorso continuerà verso l'obiettivo di una piena ripubblicizzazione della nostra azienda idrica e di un governo dell'acqua, partecipato da cittadini e lavoratori.
Ma ora, ci godiamo questa bella vittoria della democrazia.
Fatelo con noi: esito votazioni e documenti sul nostro sito
E' la prima volta che accade nello Statuto di una grande provincia italiana: grazie al voto compatto della Maggioranza, presente al gran completo nell'ultima seduta e sospinta dall'onda inarrestabile dei 700.000 cittadini che hanno firmato il referendum promosso dal Forum dei Movimenti per l'Acqua. Dopo quello conseguito con la Città di Torino, un altro grande risultato dell'azione popolare che ha portato la Politica sulle vie nobili spesso dimenticate, quelle che garantiscono agli abitanti del territorio torinese che l'acqua non sarà gestita con logiche di mercato e che:
- il servizio idrico è dichiarato privo di rilevanza economica;
- gli attivi della gestione saranno reinvestiti interamente nel servizio stesso;
- la gestione delle reti e del servizio, avviene mediante enti o aziende esclusivamente pubblici.
Pur rimandando la valutazione della delibera approvata all'esame attento e analitico che sempre ci ha caratterizzato, possiamo già affermare che il testo approvato, frutto di emendamenti sui quali il Comitato ha anche dovuto combattere, contiene affermazioni di pregio espresse con maggiore chiarezza e coraggio rispetto al risultato Comunale.
Di questo va dato atto, oltre che alla tenacia della pressione popolare, a tutti i Consiglieri che hanno votato con costanza la Delibera e in particolare, per la loro opera di mediazione e di attenzione, a Silvia Fregolent (PD), Raffaele Petrarulo e Marco D'Acri (IdV) e all'Assessore Roberto Ronco.
Se quattro punti della Delibera sono passati in seconda lettura, con 28 voti a favore (incluso un Consigliere di opposizione) e nessuno contrario, il voto sfavorevole, sul quinto punto, dell'unico Consigliere dell'UdC presente in Aula ha un po' sciupato la festa. Per noi questo distinguo è incomprensibile: se si è favorevoli che l'acqua sia priva di rilevanza economica, come si può non
trarne la conseguenza di una gestione fuori dal mercato? Si vorrebbe quindi dar da bere agli assetati, ma al prezzo consigliato dal gestore privato, in regime di monopolio: che distanza da una politica ispirata a valori cristiani, o all'umana solidarietà! Chissà, forse le segreterie romane hanno richiamato all'ordine tanto loro quanto i partiti della libertà e del federalismo, che ancora oggi non partecipano al voto: la libertà è dunque quella delle multinazionali, di appropriarsi del patrimonio dei territori e delle autonomie locali?
Sembrano lontani i tempi - solo pochi mesi fa - in cui il Sindaco di Torino poteva permettersi, in piena sintonia con il Centrodestra, di snobbare l'iniziativa popolare, dichiarando sui giornali le sue mire di condurre Smat dentro una grande holding destinata agli appetiti di speculatori e grandi
banche. Ora queste posizioni sembrano più isolate, mentre ampi settori della Politica anelano, con fatica, ad allinearsi a un laboratorio sociale che elabora una nuova cultura di ciò che è comune.
Eppure, anche oggi che il referendum li sommerge di firme, sappiamo che i poteri forti non si risparmieranno per riuscire a sottrarci l'acqua e i servizi pubblici. Le proveranno tutte: il popolo dell'Acqua ci sarà.
Sappiamo anche che il nostro percorso continuerà verso l'obiettivo di una piena ripubblicizzazione della nostra azienda idrica e di un governo dell'acqua, partecipato da cittadini e lavoratori.
Ma ora, ci godiamo questa bella vittoria della democrazia.
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