Referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari: si scrive acqua, si legge democrazia e si vota NO!
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- Pubblicato: Lunedì, 07 Settembre 2020 09:50
Lo slogan “Si scrive acqua, si legge democrazia” non è per il movimento per l'acqua solo uno slogan ma un progetto. Una progettualità che il 20 e il 21 Settembre non può che concretizzarsi anche nel NO al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Infatti, a nostro avviso la democrazia si declina nella partecipazione e nella rappresentatività. Entrambi questi 2 elementi forti di una democrazia parlamentare, quale è quella delineata dalla Costituzione, sarebbero indeboliti in caso di affermazione dei SI.
La partecipazione dei cittadini, già oggi affievolita dalle leggi elettorali nazionali e locali vigenti, sarebbe ancora di più limitata: basti pensare che la Sardegna, ad esempio, avrebbe un senatore ogni 328.000 abitanti. Contestualmente i partiti minori di fatto, scomparirebbero. La progressiva disaffezione dei cittadini e delle cittadine al voto non farebbe altro che incrementare l’astensionismo aumentando il distacco del “palazzo” dalla vita dei cittadini e delle cittadine in carne ed ossa.
Del Parlamento potrebbero far parte, pertanto, esclusivamente, le persone gradite al capo del partito e in grado di sostenere economicamente una campagna elettorale che prevederebbe una copertura territoriale molto più vasta di quella attuale. Di fatto. dunque, non delle persone elette dal popolo, ma nominate in base alla fedeltà al capo di turno. Una vera e propria oligarchia di ricchi nominati dall’alto.
Risibili sono le parole d’ordine dei sostenitori della “riforma”: efficientamento delle istituzioni e riduzione dei costi della politica. La riduzione delle commissioni parlamentari non farà infatti che aumentare i carichi di lavoro causando ritardi nella produzione legislativa che sarebbe sempre più appannaggio del Governo con decretazioni d’urgenza sottoposte al ricatto del voto di fiducia subito da parlamentari timorosi di non essere più ricandidati dai capipartito. Quanto alla riduzione dei costi della politica, siamo nell’ordine di grandezza dello 0,007 della spesa pubblica italiana pari ad un caffè all’anno per singolo cittadino.
Come movimento per l’acqua la scelta di votare NO è, dunque, scontata, essendo la riduzione degli spazi di democrazia il nemico da combattere.
Non può essere inoltre sottaciuta la stretta connessione della riduzione dei parlamentari con il progetto di “autonomia differenziata” con cui talune Regioni rivendicano, nei confronti dello Stato centrale, piena competenza normativa su materie che impattano sulla quotidianità delle persone (scuola, sanità, ambiente, infrastrutture, ecc.). L’effetto dirompente di entrambe le “riforme” costituzionali sarebbe quello di una nazione formata da singoli “staterelli” in concorrenza tra loro nell’offerta dei servizi con un Parlamento ridotto all’osso e svuotato di poteri.
A chiusura del cerchio e del progetto eversivo in corso, il rischio che venga imposta la figura centrale di un Presidente eletto direttamente dal popolo nell’illusione di rappresentarne la volontà, funzionale in realtà agli interessi dei grandi poteri e ad una gestione autoritaria a spese della tenuta democratica del paese.
Roma, 7 Settembre 2020.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua