Forum Mondiale dell'Acqua 2024: non in nostro nome, non in Italia
- Dettagli
- Pubblicato: Venerdì, 23 Ottobre 2020 15:37
Abbiamo appreso con una certa preoccupazione della candidatura ad ospitare in Italia il Forum Mondiale dell’Acqua nel 2024 promossa dalla Scuola di Alta Specializzazione e Centro Studi per la Manutenzione e Conservazione dei Centri Storici in Territori Instabili e sostenuta dal Governo, attraverso il Ministero degli Esteri, dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’ISPRA e da associazioni, organismi ed enti non meglio precisati della società civile.
Ci teniamo a evidenziare che, a dispetto del nome, il Forum Mondiale dell’Acqua (WWF - World Water Forum) creato dal Consiglio Mondiale dell’Acqua è un organismo a cui i Governi sono chiamati a partecipare e a discutere sotto l’egida delle più grandi multinazionali del settore che tentano di ottenere il via libera alla definitiva mercificazione del diritto all’accesso all’acqua e la definitiva privatizzazione dei servizi idrici integrati.
Infatti, il Consiglio Mondale dell'Acqua si autodefinisce come una piattaforma internazionale multistakeholder, in realtà ha una governance molto verticistica e strettamente controllata dal presidente che da molti anni è Loïc Fauchon, presidente anche di Eaux de Marseille, controllata da Veolia, una delle più grandi multinazionali dell'acqua.
Siamo convinti che intorno all’acqua si giochi una sfida drammatica e globale: da una parte ci sono le popolazioni che reclamano un diritto alla vita e all’acqua e lottano perché sia finalmente riconosciuto, dall’altra, ci sono le grandi multinazionali che sull’acqua vogliono costruire il proprio grande business del XXI secolo addirittura con l’appropriazione degli acquiferi o attraverso il lancio di nuovi contratti finanziari derivati - i cosiddetti futures - sul prezzo dell'acqua per giocare in Borsa con la vita degli altri.
Proprio per contrastare questo, i movimenti mondiali per l’acqua - e quello italiano fra loro - da sempre contestano la legittimità del Forum Mondiale dell’Acqua - peraltro definito nel 2009 dal Presidente dell’Assemblea dell’ONU, Miguel D’Escoto Brockmann, come profondamente influenzato dalle società idriche private e strutturato in modo da precludere ogni possibilità che i principi relativi al riconoscimento del diritto all'accesso all'acqua e la tutela di questo bene siano le priorità della propria iniziativa.
Di fatto questa dimensione sotto l’egida delle multinazionali è da considerarsi abusiva ed autoritaria non riconoscendo l’acqua come un diritto umano universale, bensì come un bisogno, una risorsa ed “una necessità fondamentale” così come ribadito in diverse occasioni in suoi documenti e dichiarazioni ufficiali. Al contrario un bene naturale ed universale come l’acqua, connaturato com’è con la vita, ai diritti umani ed anche alla democrazia, non può che trovare sede legittima e autorevole presso l’ONU.
Nei primi incontri mondiali movimenti, ONG, popolazioni ma anche premi Nobel e personalità come Danielle Mitterand o Maude Barlow, Riccardo Petrella non sono riusciti a far sentire la propria voce perché respinti e a volte espulsi anche con la forza dagli incontri elitari organizzati dal WWF. Anche per questo tutti gli ultimi Forum Mondiale dell’Acqua hanno visto in campo i movimenti per l’acqua mediante l'organizzazione di “contro Forum” chiamati “Forum Alternativi Mondiali per l'Acqua” ( FAMA )
E’ anche grazie alla convergenza tra movimenti sociali, chiese, ONG, governi progressisti e dei continenti più colpiti dai problemi di approvvigionamento, gestione e preservazione del bene, che il 28 luglio 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione in cui ha dichiarato il diritto all'acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani. Si tratta di un risultato molto importante poiché rafforza la nostra ormai più che decennale battaglia per il riconoscimento del diritto all'acqua.
In Italia abbiamo promosso quel referendum del 2011 che ha visto 27 milioni di persone votare contro la privatizzazione dell’acqua. Siamo presenti in tutte le regioni reclamando l'attuazione dello stesso perché rimane ancora inapplicato. In Parlamento si sta discutendo di una legge quadro sull’acqua che la preservi per tutti noi e per le future generazioni, a partire da una nostra proposta di legge del 2007 che ha raccolto l’adesione di centinaia di migliaia di cittadini. Facciamo parte di un movimento, l'European Water Movement, che insieme a varie forze sociali hanno lanciato la prima ICE che ha raccolto più di 2 milioni di firme nel nostro continente e che ha portato ad una importante risoluzione del Parlamento Europeo sull’acqua come diritto e non come merce. Abbiamo importanti connessioni con reti di tutti i continenti con i quali abbiamo organizzato e partecipato a tutti i Fori Alternativi (FAMA) così come faremo anche nel 2021 Dakar.
Siamo stati e siamo sempre disponibili a discutere nel nostro Paese e nel mondo con chiunque abbia lo scopo della difesa della gestione pubblica e della preservazione quanti-qualitativa del bene acqua. Lo abbiamo fatto con molte popolazioni, con organizzazioni sociali, culturali, sindacali, Presidenti e Ministri di vari Paesi ed anche con i due ultimi Relatori ONU sul diritto umano all’acqua, Caterina De Albuquerque e Leo Heller, così come lo faremo con il neo nominato Pedro Arrojo con cui abbiamo condiviso tante proposte ed azioni in Europa ed in America Latina.
In forza di tutto questo e di fronte al dramma presente e futuro rappresentato dalla carenza d’acqua, dai suoi usi impropri e speculativi che la sottraggono al benessere collettivo, sosteniamo decisamente l’illegittimità del Forum Mondiale dell’Acqua, come luogo rappresentativo delle politiche globali in merito all’acqua.
Per questo ribadiamo la nostra netta e inequivocabile contrarietà alla candidatura dell'Italia a ospitare il Forum Mondiale dell’Acqua nel 2024.
23 Ottobre 2020.