"Effetto condizionato" per il ddl sull'acqua in Puglia. Passa la proposta Losappio
- Dettagli
- Pubblicato: Mercoledì, 10 Novembre 2010 16:42
Sarà una moratoria a tempo a dirimere l’impasse che la legge sulla gestione pubblica della risorsa acqua potrebbe causare a seguito di un’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale del governo nazionale. Ma spieghiamo bene di che si tratta. La seconda e la quinta commissione in seduta congiunta avrebbero dovuto iniziare l’esame del ddl proposto dall’assessore Fabiano Amati, relativo al governo e alla gestione del servizio idrico con la annessa costituzione dell’Azienda pubblica regionale.
Così non è stato. Il parere dell’ufficio legislativo, chiesto dalle commissioni congiunte, per avere un quadro di riferimento normativo corretto entro il quale muoversi, non è stato proprio quello che ci si aspettava per “sbloccare” la questione.
In realtà l’assessore Amati ha sottolineato che il legislativo ha soltanto osservato la materia da un punto di vista diverso da quello del governo.
Il tema fondamentale è quello della definizione del servizio fornito dall’Acquedotto pugliese: se è o non è “a rilevanza economica”. “Perché se viene definito a rilevanza economica – ha spiegato Amati – è evidente che la Regione non ha potestà legislativa, per un principio costituzionale, in caso contrario la Regione ha mano libera e può legiferare”.
Il punto di vista del governo è quello della “capacità legislativa della Regione su questa materia” e da qui deriva tutto il resto.
Questo è il punto fondamentale. L’assessore ha sottolineato anche che era assolutamente ovvio che l’ufficio legislativo assumesse questa corrente di pensiero giuridico, “ce lo aspettavamo”.
Ma Amati sottolinea anche che il diritto su questa materia in questi anni attraverso una serie di sentenze del Consiglio di Stato e non, insomma come si dice in gergo, la giurisprudenza ha reso questa materia un’attività discrezionale. “Il diritto è materia dinamica ed evolutiva – ha detto l’assessore Amati.
E allora? Di fronte alle sollecitazioni “garbate” come sono state definite dallo stesso assessore e dai presidenti Giovanni Brigante (seconda commissione) e Donato Pentassuglia (quinta commissione), del capogruppo del Pdl Rocco Palese, che ha chiesto un “comportamento responsabile e cauto”, la soluzione possibile l’ha proposta il capogruppo del Sel, Michele Losappio.
Ecco la proposta dell’esponente del partito del presidente Vendola: “perché non approviamo la legge e contestualmente con un ordine del giorno proposto dalle commissioni in aula non chiediamo al governo una moratoria a tempo sugli effetti della legge? In modo da preservarsi dall’eventuale effetto dirompente che potrebbe avere un esito negativo della Corte Costituzionale”.
Questa soluzione ha accontentato tutti, maggioranza e opposizione.
Il presidente Brigante calendarizzerà le prossime sedute che consentiranno l’approvazione del testo della legge che approderà in aula con “effetto condizionato”. (pat.sga.)