Acquedotto Pugliese e Diritto all'Acqua ancora una volta merce di scambio pre-elettorale. Tentato blitz alla democrazia
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- Pubblicato: Giovedì, 04 Gennaio 2018 23:13
Nel periodo pre-natalizio abbiamo appreso dai giornali del “blitz notturno” con il quale si sarebbe dato il via libera a un emendamento (bipartisan) alla legge di Stabilità in Commissione Bilancio della Camera. Tale colpo di mano, oltre a prorogare la concessione del servizio idrico integrato ad AQP SpA, getterebbe le basi per la creazione dell’Acquedotto del Mezzogiorno, una società a scopo di lucro e, più precisamente, una holding industriale, che si dovrebbe occupare in un primo momento della grande adduzione tra Puglia, Basilicata e Calabria (per poi estendersi anche ad Abruzzo, Lazio e Molise). Già così, si tratterebbe di una struttura elefantiaca, un centro di potere praticamente incontrollabile. Ma non è tutto: emergono elementi inquietanti e poco chiari che prefigurano volontà non dichiarate ma concrete di ingresso di privati nella proprietà e di allargamento dell’ambito di attività che includerebbero anche la gestione dei rifiuti, la produzione e la distribuzione di energia elettrica.
Poi, una lite fra Emiliano e De Luca avrebbe fermato per il momento il progetto.
I giornali titolano giusto. Di un blitz si è trattato, ma alla democrazia.
Dunque, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo aver teorizzato il mega acquedotto Puglia-Albania (addirittura come compensazione ambientale del TAP!), basato sull’idea ripugnante che l’Albania abbia “bisogno di VENDERE L’ACQUA”, adesso muove l’ennesimo oltraggio alla volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011, per di più ignorando il lavoro del tavolo tecnico (da lui stesso istituito) voluto dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”. Ricordiamo che quel lavoro ha prodotto una proposta, ineccepibile sotto il profilo giuridico e politico, che porterebbe a compimento la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese (cosa più che fattibile, così come dimostrato magistralmente dal Prof. Alberto Lucarelli durante i lavori del tavolo tecnico).
Il Presidente della Regione Puglia, fiancheggiato in questo affaire da un variegato fronte “politico”, continua a rivelarsi
- noncurante delle domande a lui espressamente avanzate (anche attraverso i media) dal Prof. Riccardo Petrella e dal Prof. Alberto Lucarelli;
- sprezzante di ogni richiesta di interlocuzione da parte dei cittadini a cui, ostinatamente, si sottrae;
- perseverante nel proporre progetti riguardanti l’acquedotto pugliese di natura speculativa, contrari alla volontà popolare all’interesse generale;
ma, soprattutto,
- indifferente alle sollecitazioni della cittadinanza e all’osservanza della sovranità popolare, sancita dell’articolo 1 comma 2 della Costituzione sulla quale ha prestato giuramento.
Pertanto, ci attiveremo in ogni sede opportuna affinché sia fatta luce sulla legittimità del suo operato, con l’intento di far valere le ragioni del pubblico interesse invece dell’arbitrio e degli abusi di potere.
Non consentiremo che l'Acqua e l'Acquedotto Pugliese diventino ancora una volta merce di scambio elettorale. Con l'acqua non si scherza, chi lo fa si scotta!
Perché si scrive Acqua e si legge Democrazia
4 Gennaio 2018.
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”