Il Coordinamento Enti Locali per l'Acqua Bene Comune scrive alla IV Commissione dell'ARS
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- Pubblicato: Lunedì, 19 Marzo 2012 15:11
Gentili Onorevoli,
il testo della proposta regionale di iniziativa popolare e dei consigli comunali dal titolo «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Adeguamento della disciplina del servizio idrico alle risultanze del referendum popolare del 12-13 giugno 2011» che vi apprestate a discutere in Commissione, riconosce alla Assemblea regionale siciliana il delicato compito di recepire lo spirito e i principi giuridici emersi nella tornata referendaria della scorsa primavera.
Si tratta infatti di una proposta che contiene il recepimento dello spirito referendario, basato sul principio generale che l’acqua è un bene comune, pubblico e universale. Pertanto, l’accesso alle risorse idriche costituisce per l’umanità un diritto fondamentale e inalienabile. Nel testo sottoposto alla vostra cortese attenzione per l’approvazione è riportato espressamente che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e che non possono essere mercificate, che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale e che la sua gestione è realizzata senza finalità di lucro e finanziata attraverso la fiscalità generale o attraverso meccanismi tariffari.
L’obiettivo vuole essere quello di ripubblicizzare la società per azioni Siciliacque e tutte le altre società di gestione del servizio idrico integrato dell’isola, e di introdurre la forma partecipativa già prevista dalla convenzione Århus.
Si ritiene che un’attenta e responsabile gestione pubblica dell’intero ciclo delle acque attraverso aziende speciali o Enti di diritto pubblico così come contemplate dal Testo unico degli Enti locali sia in grado di garantire il soddisfacimento del bisogno primario dell’accesso all’acqua e di coniugare la sostenibilità ambientale, economica e sociale con la pianificazione territoriale, combattendo il dissesto idrogeologico.
L’approvazione di questa proposta di legge con la sua successiva conversione in legge nell’Aula dell’Assemblea regionale, andrebbe a costituire il primo e importante modello di recepimento normativo regionale dei principi espressi nei quesiti referendari che il Coordinamento nazionale degli Enti locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico, il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua bene comune, insomma, i ventisette milioni di italiani che nel referendum si sono espressi per la gestione pubblica dell’acqua attendono da troppi mesi ormai.
Se approvata, questa legge diventerà un sicuro punto di riferimento per tutte le altre regioni italiane. Non solo. Sarà un esempio, anche e soprattutto per la politica nazionale, di come sia possibile rispettare la volontà popolare e, con essa, la democrazia.
Distinti Saluti
Dr. Bengasi Battisti
Portavoce coordinamento nazionale degli Enti locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico