Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Forum Catanese Acqua, non esiste privatizzazione del servizio idrico che rispetti l'esito referendario

Comitato_Catania

Comunicato stampa

Leggiamo sbigottiti le dichiarazioni del vicesindaco e assessore alle partecipate
Roberto Bonaccorsi sul sito del comune (http://www.comune.catania.it/informazioni/cstampa/default.aspx?cs=27553). Ribadiamo che non esiste privatizzazione del servizio idrico integrato che rispetti l'esito referendario.

 

L’assessore scrive: “La decisione di scegliere un socio operativo di minoranza per la   gestione  del servizio idrico Sidra è perfettamente coerente con l’esito dei quesiti referendari: l’acqua è un bene comune e tale rimane. La previsione della sola cessione di una quota di minoranza al socio operativo è infatti perfettamente compatibile con gli esiti referendari i quali hanno stabilito che l’affidamento della sola gestione del servizio idrico non deve avvenire più tramite gara pubblica bensì mediante cessione, proprio quello che il Comune intende fare”.

Ci preme, innanzitutto, sottolineare che sia prima sia dopo il referendum era ed è illegittima la “cessione di una quota di minoranza al socio operativo” che avvenga non “tramite gara pubblica bensì mediante cessione”; ciò non solo ove riguardi il servizio idrico integrato, ma per tutti gli altri servizi pubblici locali. Una tale cessione sarebbe illegittima sia per la normativa interna che per la normativa comunitaria.

Per quel che attiene, poi, al servizio idrico integrato bisogna tenere in considerazione anche il secondo quesito referendario che, abrogando la norma che consentiva di ottenere profitti dalla gestione del servizio stesso, ha evidenziato la volontà di impedire la privatizzazione di tale servizio.

Per cui ogni forma di privatizzazione del servizio idrico, quindi anche la gestione tramite una società mista pubblico-privato, si porrebbe  in palese contrasto, con l’intento perseguito mediante il referendum abrogativo.

Scendendo nel dettaglio occorre precisare come per effetto del primo quesito referendario è stato abrogato 23-bis del d.l. n. 112 del 2008, che disciplinava tutti i servizi pubblici locali e non solo l’acqua. Ciò, come chiarito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 24 del 2011, ha determinato l’applicazione immediata nell'ordinamento italiano della normativa comunitaria, che ci preme ribadirlo  prevede comunque la necessità della gara ad evidenza pubblica per la scelta del socio privato.

Purtroppo, a distanza di meno di un mese dalla pubblicazione del decreto dichiarativo dell’avvenuta abrogazione del citato art. 23-bis, il Governo è intervenuto nuovamente sulla materia con l’art.4 del d.l. n. 138 del 2011 (convertito con modificazioni dalla legge n. 148 del 2011).

Tale norma è stata successivamente ed ovviamente dichiarata incostituzionale con la sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del luglio  2012 in quanto “detta una nuova disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che non solo è contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, in quanto opera una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti in house, al di là di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, ma è anche letteralmente riproduttiva, in buona parte, di svariate disposizioni dell’abrogato art. 23-bis e di molte disposizioni del regolamento attuativo del medesimo art. 23-bis contenuto nel d.P.R. n. 168 del 2010”.

Sfortunatamente il governo è intervenuto nuovamente sulla materia con l’Art. 4 D.L. 6 luglio 2012 n.95 (convertito con la legge 135 del 2012 ) imponendo di privatizzare o comunque dismettere le società controllate direttamente o indirettamente dalle società pubbliche. Tale norma è illegittima in quanto con essa viene sostanzialmente reintrodotta la disciplina già dichiarata incostituzionale con la citata sentenza del luglio 2012 (sent. Corte cost. n° n. 199). Tuttavia, anche in tale norma  si prevede comunque l’obbligo di effettuare la gara ad evidenza pubblica per la scelta del socio privato.

Alla luce del breve excursus  giuridico chiediamo, quindi, all’assessore Bonaccorsi di rivedere le sue affermazioni dopo aver consultato dei tecnici che potranno meglio di noi fornire le adeguate delucidazioni sulla materia, anche perché un’eventuale e malaugurata cessione illegittima costerebbe caro a noi contribuenti.

Noi come forum catanese acqua bene comune ribadiamo la necessità di una gestione pubblica di tutti i servizi locali, che prenda a modello l’Azienda speciale e preveda strumenti per la partecipazione diretta ed effettiva dei cittadini nelle scelte gestionali, di pianificazione e programmazione, che non degradi il cittadino a mero utente del servizio in una logica privatistica e contrattualistica.

 

Anche perché molto spesso dalla partecipazione dei cittadini possono giungere utili contributi per evitare errori nella gestione dei beni comuni.


Forum Catanese Acqua Bene Comune


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La giunta del Comune di Catania vuole privatizzare l’acqua e gli altri servizi pubblici locali.
Se non siete in grado di governare con efficienza dimettetevi!
Non svendete il patrimonio di tutti noi!

CONFERENZA STAMPA - martedì 2 ottobre ORE 11:30 Piazza Duomo

Il forum catanese acqua bene comune e come cittadini catanesi esprimiamo sconforto e preoccupazione per la scelta della giunta del Comune di Catania di privatizzare tutti i servizi pubblici locali, fra cui anche l’acqua!

Sul sito del sindaco di Catania (http://www.raffaelestancanelli.com/?p=1955) leggiamo la notizia che la giunta comunale ha approvato un piano il cui obiettivo è “quello di raggiungere l’efficienza utilizzando quelle norme di legge che incentivano le amministrazioni pubbliche a dismettere le proprie partecipazioni per arrivare alla privatizzazione della gestione dei servizi pubblici locali”.

È l’ennesima ammissione di incapacità della nostra classe politica che invece di lasciare il posto a politici competenti che sarebbero in grado di gestire con efficienza i servizi da offrire ai cittadini decide di svendere ai privati.

Decidono di svendere anche il servizio idrico calpestando il risultato referendario che ha portato 27 milioni di italiani a dire No alla privatizzazione dell’acqua!

La Corte Costituzionale solo pochi mesi fa, con sentenza n. 199 e n.200 del 2012 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale  delle norme sulla privatizzazione dei servizi pubblici voluta da Berlusconi e poi da Monti.

Ci rivolgiamo innanzitutto a voi consiglieri comunali: non approvare questo piano di privatizzazioni! È vostro compito essere interpreti e portavoce della volontà popolare!

Abbiamo già denunciato e bloccato il disastro della privatizzazione della Servizi Idrici Etnei e siamo intenzionati a fare lo stesso con queste preannunciate privatizzazioni.

Anche alla luce della “crisi del mercato” che sta mettendo in ginocchio tutti i cittadini non può più essere il mercato a gestire beni e servizi essenziali alla vita.

Come orami è noto la gestione attraverso società private (con o senza la partecipazione pubblica) ha tutelato l’interesse dei soci ai dividendi e non quello dei cittadini degradati ad utenti!

Non possono essere i cittadini a pagare il debito e la cattiva gestione dovuta alla incapacità e noncuranza dei nostri amministratori.

Occorre invece, anche alla luce delle recenti sentenze della Corte costituzionale, prefigurare un reale disegno di ripubblicizzazione di tutti i servizi locali, prendendo a modello l’ipotesi dell’Azienda speciale,  prevedendo strumenti per la partecipazione diretta ed effettiva dei cittadini nelle scelte gestionali, di pianificazione e programmazione, che non degradi il cittadino a mero utente del servizio in una logica privatistica e contrattualistica.

beni comuni sono patrimonio dell'intera comunità!

Forum Catanese Acqua Bene Comune

 

volantino Acqua pubblica2018