Arezzo - Nuove Acque viola la Convenzione
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- Pubblicato: Martedì, 23 Luglio 2013 12:01
NUOVE ACQUE VIOLA LA CONVENZIONE: NEL 2024 CI VORRANNO DECINE DI MILIONI DI EURO PER RIPUBBLICIZZARE LA GESTIONE
Il 3 luglio 2013 l’assemblea di Nuove Acque ha approvato il bilancio dell’anno 2012 che si è chiuso con circa 3,6 milioni di euro di utili d’esercizio (e 300 mila euro distribuiti ai soci come dividendi). Continua dunque lo scandalo del non rispetto dell’esito referendario che nel giugno del 2011 attraverso il voto di 27 milioni di cittadini italiani aveva sancito la cancellazione della remunerazione del capitale investito (in pratica l’utile d’esercizio). Invece grazie a delle esose tariffe – le più care d’Italia - il gestore, con la complicità dei sindaci, continua a fare profitti in barba alla legge e alla volontà popolare.
Ma dai documenti di bilancio emerge anche un’altra gravissima dirompente decisione che – se non verrà modificata – condizionerà fortemente le scelte future dei Comuni in merito alla possibile ripubblicizzazione del servizio idrico. Come è noto la convenzione di affidamento, scaturita dalla gara del 1999, è il contratto che sancisce le regole attraverso le quali Nuove Acque deve gestire il servizio idrico. In particolare all’articolo 28 della convenzione viene stabilito che tutti gli investimenti effettuati devono essere totalmente ammortizzati alla fine della concessione (il 31 maggio 2024); il principio è sancito per dare la possibilità ai comuni, a quella data, di riappropriarsi della gestione del servizio senza alcun esborso. Ebbene con l’approvazione del bilancio 2012 questa clausola contrattuale viene cancellata – diminuendo gli ammortamenti a carico del bilancio - con l’ovvia conseguenza che nel corso dei prossimi anni aumenteranno enormemente gli utili di esercizio e nel contempo, nel 2024, se i comuni vorranno riappropriarsi della gestione dovranno sborsare decine di milioni di euro. La giustificazione di Nuove Acque fa riferimento ad una presunta disposizione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Ma ciò non corrisponde al vero in quanto l’AEEG ha solo avviato un procedimento (il 110 del 21 marzo 2013) e non ha ancora stabilito alcuna regola; del resto dal procedimento avviato dall’AEEG emerge chiaramente un principio in base al quale l’eventuale cambio di criterio di ammortamento dovrà essere accompagnato dalla creazione di un fondo di pari importo a garanzia dei subentranti (o della ripubblicizzazione del servizio).
In merito a questa decisione del 3 luglio 2013 appare certamente chiaro l’interesse del soggetto privato di Nuove Acque: aumentare gli utili di esercizio e creare le condizioni affinché alla scadenza della concessione vi siano le maggiori difficoltà possibili per ripubblicizzare il servizio idrico.
E’ incomprensibile invece l’atteggiamento dei sindaci (e del consiglio di amministrazione di parte pubblica) che quasi all’unanimità (almeno quelli presenti) hanno approvato questa sconsiderata e illegittima violazione di una fondamentale clausola contrattuale, dimostrandosi ancora una volta non in grado di tutelare l’interesse della collettività. Inoltre appare incredibile che dopo una infinita propaganda durata anni durante la quale i protagonisti della privatizzazione del servizio idrico (da Ricci a Nannini) si vantavano di questo articolo della convenzione ora esso viene cancellato nel silenzio assoluto.
Riteniamo, peraltro, che tale comportamento prefiguri anche un danno erariale, poiché i sindaci non possono dare il loro consenso alla cancellazione di una clausola di un contratto portando evidenti svantaggi alla parte pubblica in cambio di nulla. Per questo faremo un esposto alla corte dei conti.
Nel frattempo rivolgiamo un appello ai sindaci, a partire da quelli assenti all’assemblea e dall’unico che ha votato contro (il sindaco di Capolona) affinché si attivino legalmente per pretendere il rispetto del contratto di servizio.
Infine vogliamo stigmatizzare, ancora una volta, il comportamento dei sindaci che a parole si dicono a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, come il sindaco Fanfani di Arezzo, e poi, nelle decisioni amministrative, hanno sistematici comportamenti che vanno nella direzione opposta.
Arezzo 22 luglio 2013
Comitato Acqua Pubblica di Arezzo.