No "Società benefit" ma acqua realmente pubblica! (Servizio Idrico Integrato G.A.I.A. S.p.A.)
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- Pubblicato: Lunedì, 14 Settembre 2020 12:05
Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e per la ripubblicizzazione del servizio idrico boccia la proposta dello studio di G.A.I.A. S.p.A. e promette battaglia, insieme al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
A partire dall’8 settembre, il ‘Coordinamento, si sta avvalendo della collaborazione attiva e organica del ‘Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua’ e di altre realtà italiane che hanno grandi esperienze e competenze tecniche nel settore idrico. Martedì scorso, si è tenuto infatti un seminario webinar nel quale le varie realtà si sono confrontate ed hanno definito gli obiettivi per richiedere la ripubblicizzazione del servizio idrico, gestito da G.A.I.A S.p.A (Società in house). Una esperienza pilota integrata tra soggetti locali e nazionali, che si è resa necessaria per affrontare con ulteriori strumenti, i problemi legati alla gestione di questo delicato servizio.
Dopo circa due mesi, e due PEC inviate dal ‘Coordinamento’ a G.A.I.A. S.p.A, finalmente è comparso nel sito web del gestore idrico, il documento/studio “Azienda speciale vs Società di capitali nella gestione dei servizi pubblici locali”, che riporta la data di febbraio 2020. Un documento che era stato preannunciato il 18 dicembre 2019, nell’unica assemblea di G.A.I.A. alla quale era stato dato modo di partecipare a una piccola delegazione del ‘Coordinamento’. Quindi, poco più di un mese per redigerlo (date le festività di mezzo) e sette mesi per renderlo pubblico? Ogni commento riteniamo sia superfluo!
Sempre nella solita assemblea, si disse (non noi cittadini che eravamo dopo tanta fatica per poter accedere, solo in veste di ascoltatori) che si sarebbero messe a confronto la gestione del servizio idrico di una società di diritto privato cosiddetta in house - cioè una società per azioni come è attualmente G.A.I.A. - e un ente di diritto pubblico, come è un’ Azienda Speciale consortile, ovvero quella richiesta a gran voce dai cittadini.
Date le premesse, ci si sarebbe aspettati che, bene o male, si orientasse verso una delle due opzioni, ed invece dal cilindro del cappello di G.A.I.A. è uscito fuori che essa vuole trasformare l’attuale ‘Società in house’ in una ‘Società Benefit’. Ma sempre di società si tratta e non di Azienda Speciale consortile davvero pubblica.
Da un esame più approfondito effettuato dai tecnici che collaborano con il Coordinamento, è stato rilevato che si tratta di un documento preconcetto e tendenzioso con parecchie imprecisioni ed errori che, forse, sono utili solo per confondere i sindaci dei Comuni che saranno chiamati a decidere se il servizio idrico, nel nostro territorio, debba essere ri-pubblicizzato, come vogliono e come si sono espressi i cittadini con il referendum del 2011.
A noi interessa che la gestione del servizio idrico sia realmente pubblica e partecipativa, quindi che abbiano un ruolo centrale i Comuni, attraverso i sindaci ed i Consigli comunali, con un reale “controllo analogo (in questi organi societari di diritto privato come è adesso G.A.I.A., è presente una commissione denominata appunto “controllo analogo”)”, ossia con lo stesso controllo che il Comune eserciterebbe se il servizio idrico lo gestisse direttamente. Un controllo come quello che esercita il sindaco di Zeri, ma in modo collegiale, cioè consortile, con l’unica finalità di ottimizzare i costi e razionalizzare la gestione. Un controllo, per un servizio che rappresenta l’accesso a un bene naturale, diritto fondamentale e costituzionale, bisogno essenziale per la salute e la vita delle persone, che deve essere esercitato da chi è stato eletto dai cittadini.
Questo non è possibile nelle società di diritto privato che per la loro natura, indipendentemente dalla proprietà pubblica e privata, sottraggono il controllo del servizio ai Sindaci, nonostante tutte le clausole statutarie o fantasiosi organismi, per trasferirli a soggetti “nominati” e non eletti, che sono gli unici “domini” della società idrica.
La gestione del servizio idrico deve avere il solo obiettivo dell’efficienza, efficacia e economicità, che è l’equivalenza tra costi del servizio e ricavi, senza aggiunta di costi impropri, e anche un minor costo delle bollette. Anche questo non è possibile nelle società di diritto privato che per la loro natura, indipendentemente dalla proprietà pubblica e privata, hanno un unico scopo, lo dice il Codice civile, quello di produrre utili e dividerli.
L’utile si realizza in un solo modo, con l’aumento delle tariffe e delle bollette. Per le società la gestione del servizio idrico è lo strumento per produrre l’utile mentre l’efficienza, efficacia ed economicità è solo una clausola contrattuale che non sempre viene rispettata, come è nel caso di G.A.I.A.
Tutto quello che vorremmo, nell’interesse dei cittadini, è possibile solo con le Aziende Speciali consortili, dove il vero “domino” è l’assemblea consortile, ossia l’assemblea dei Comuni, alla quale competono gli indirizzi, le finalità ed il controllo della gestione del servizio, dove l’utile non è un obiettivo perché la legge impone loro il pareggio di bilancio.
Tutte le eccezioni sollevate nel documento di G.A.I.A. sono solo parole che riguardano aspetti formali estranei ed insignificanti alla gestione del servizio. La gestione del servizio è fatta dall’organizzazione, dai lavoratori e dai beni che, essendo demaniali, sono di proprietà dell’Ente Pubblico, questa non cambia, nemmeno di una virgola, sia in un caso che nell’altro. Cambia la sovrastruttura che nelle società è più onerosa, anche per effetto dell’utile, e più rischiosa perché può fare, a unico ed insindacabile giudizio degli amministratori, operazioni finanziarie dubbie.
A titolo fuorviante, diranno che le società, e non le Aziende Speciali consortili, possono accedere più facilmente a finanziamenti per gli investimenti, è un falso.
G.A.I..A. ha risolto il problema dei finanziamenti non pagando le rate dei mutui dei Comuni pregressi all’affidamento della gestione, che la legge pone a suo carico, per un importo di € 37.372.767 che, ovviamente, sono stati sottratti alle già scarse risorse dei Comuni stessi, ma anche non facendo gli investimenti o gestendo il servizio senza la richiesta qualità, come scrive nel proprio bilancio: "€ 1,57 mln a titolo di penalità mancati investimenti anno 2016-2019 (€ 1,32 mln) e mancato rispetto della qualità tecnica e commerciale 2019 (€ 0,25 mln)”.
Cosa dire della società Benefit presentata come possibile alternativa nel documento di G.A.I.A.? È solo una ipotesi illusoria e ingannevole. Nel documento non hanno illustrato le vere finalità di questo nuovo tipo di società introdotto dalla legge di Stabilità 2016, forse sarebbe stato il caso.
Le finalità sono indicate dalla stessa legge quando stabilisce che “la società benefit che non persegua le finalità di beneficio comune, è soggetta alle disposizioni in materia di pubblicità ingannevole".
Quindi se rientra in questo settore è evidente che le finalità di una società benefit sono di promozione e pubblicità.
Encomiabile se fatte da una società commerciale privata, ma un paradosso nella gestione del servizio idrico.
Ma G.A.I.A. non ha bisogno di pubblicità gestendo un servizio in regime di monopolio naturale, se così non fosse, chissà quanti utenti avrebbe già perso.
Spiegheremo tutto in modo dettagliato nel documento che stiamo preparando, allo stesso tempo invitiamo i sindaci a prestare molta attenzione perché i cittadini sono stanchi di una simile gestione della cosa pubblica e useremo tutti gli strumenti legislativi e politici perché questo finisca.
Dopo circa due mesi, e due PEC inviate dal ‘Coordinamento’ a G.A.I.A. S.p.A, finalmente è comparso nel sito web del gestore idrico, il documento/studio “Azienda speciale vs Società di capitali nella gestione dei servizi pubblici locali”, che riporta la data di febbraio 2020. Un documento che era stato preannunciato il 18 dicembre 2019, nell’unica assemblea di G.A.I.A. alla quale era stato dato modo di partecipare a una piccola delegazione del ‘Coordinamento’. Quindi, poco più di un mese per redigerlo (date le festività di mezzo) e sette mesi per renderlo pubblico? Ogni commento riteniamo sia superfluo!
Sempre nella solita assemblea, si disse (non noi cittadini che eravamo dopo tanta fatica per poter accedere, solo in veste di ascoltatori) che si sarebbero messe a confronto la gestione del servizio idrico di una società di diritto privato cosiddetta in house - cioè una società per azioni come è attualmente G.A.I.A. - e un ente di diritto pubblico, come è un’ Azienda Speciale consortile, ovvero quella richiesta a gran voce dai cittadini.
Date le premesse, ci si sarebbe aspettati che, bene o male, si orientasse verso una delle due opzioni, ed invece dal cilindro del cappello di G.A.I.A. è uscito fuori che essa vuole trasformare l’attuale ‘Società in house’ in una ‘Società Benefit’. Ma sempre di società si tratta e non di Azienda Speciale consortile davvero pubblica.
Da un esame più approfondito effettuato dai tecnici che collaborano con il Coordinamento, è stato rilevato che si tratta di un documento preconcetto e tendenzioso con parecchie imprecisioni ed errori che, forse, sono utili solo per confondere i sindaci dei Comuni che saranno chiamati a decidere se il servizio idrico, nel nostro territorio, debba essere ri-pubblicizzato, come vogliono e come si sono espressi i cittadini con il referendum del 2011.
A noi interessa che la gestione del servizio idrico sia realmente pubblica e partecipativa, quindi che abbiano un ruolo centrale i Comuni, attraverso i sindaci ed i Consigli comunali, con un reale “controllo analogo (in questi organi societari di diritto privato come è adesso G.A.I.A., è presente una commissione denominata appunto “controllo analogo”)”, ossia con lo stesso controllo che il Comune eserciterebbe se il servizio idrico lo gestisse direttamente. Un controllo come quello che esercita il sindaco di Zeri, ma in modo collegiale, cioè consortile, con l’unica finalità di ottimizzare i costi e razionalizzare la gestione. Un controllo, per un servizio che rappresenta l’accesso a un bene naturale, diritto fondamentale e costituzionale, bisogno essenziale per la salute e la vita delle persone, che deve essere esercitato da chi è stato eletto dai cittadini.
Questo non è possibile nelle società di diritto privato che per la loro natura, indipendentemente dalla proprietà pubblica e privata, sottraggono il controllo del servizio ai Sindaci, nonostante tutte le clausole statutarie o fantasiosi organismi, per trasferirli a soggetti “nominati” e non eletti, che sono gli unici “domini” della società idrica.
La gestione del servizio idrico deve avere il solo obiettivo dell’efficienza, efficacia e economicità, che è l’equivalenza tra costi del servizio e ricavi, senza aggiunta di costi impropri, e anche un minor costo delle bollette. Anche questo non è possibile nelle società di diritto privato che per la loro natura, indipendentemente dalla proprietà pubblica e privata, hanno un unico scopo, lo dice il Codice civile, quello di produrre utili e dividerli.
L’utile si realizza in un solo modo, con l’aumento delle tariffe e delle bollette. Per le società la gestione del servizio idrico è lo strumento per produrre l’utile mentre l’efficienza, efficacia ed economicità è solo una clausola contrattuale che non sempre viene rispettata, come è nel caso di G.A.I.A.
Tutto quello che vorremmo, nell’interesse dei cittadini, è possibile solo con le Aziende Speciali consortili, dove il vero “domino” è l’assemblea consortile, ossia l’assemblea dei Comuni, alla quale competono gli indirizzi, le finalità ed il controllo della gestione del servizio, dove l’utile non è un obiettivo perché la legge impone loro il pareggio di bilancio.
Tutte le eccezioni sollevate nel documento di G.A.I.A. sono solo parole che riguardano aspetti formali estranei ed insignificanti alla gestione del servizio. La gestione del servizio è fatta dall’organizzazione, dai lavoratori e dai beni che, essendo demaniali, sono di proprietà dell’Ente Pubblico, questa non cambia, nemmeno di una virgola, sia in un caso che nell’altro. Cambia la sovrastruttura che nelle società è più onerosa, anche per effetto dell’utile, e più rischiosa perché può fare, a unico ed insindacabile giudizio degli amministratori, operazioni finanziarie dubbie.
A titolo fuorviante, diranno che le società, e non le Aziende Speciali consortili, possono accedere più facilmente a finanziamenti per gli investimenti, è un falso.
G.A.I..A. ha risolto il problema dei finanziamenti non pagando le rate dei mutui dei Comuni pregressi all’affidamento della gestione, che la legge pone a suo carico, per un importo di € 37.372.767 che, ovviamente, sono stati sottratti alle già scarse risorse dei Comuni stessi, ma anche non facendo gli investimenti o gestendo il servizio senza la richiesta qualità, come scrive nel proprio bilancio: "€ 1,57 mln a titolo di penalità mancati investimenti anno 2016-2019 (€ 1,32 mln) e mancato rispetto della qualità tecnica e commerciale 2019 (€ 0,25 mln)”.
Cosa dire della società Benefit presentata come possibile alternativa nel documento di G.A.I.A.? È solo una ipotesi illusoria e ingannevole. Nel documento non hanno illustrato le vere finalità di questo nuovo tipo di società introdotto dalla legge di Stabilità 2016, forse sarebbe stato il caso.
Le finalità sono indicate dalla stessa legge quando stabilisce che “la società benefit che non persegua le finalità di beneficio comune, è soggetta alle disposizioni in materia di pubblicità ingannevole".
Quindi se rientra in questo settore è evidente che le finalità di una società benefit sono di promozione e pubblicità.
Encomiabile se fatte da una società commerciale privata, ma un paradosso nella gestione del servizio idrico.
Ma G.A.I.A. non ha bisogno di pubblicità gestendo un servizio in regime di monopolio naturale, se così non fosse, chissà quanti utenti avrebbe già perso.
Spiegheremo tutto in modo dettagliato nel documento che stiamo preparando, allo stesso tempo invitiamo i sindaci a prestare molta attenzione perché i cittadini sono stanchi di una simile gestione della cosa pubblica e useremo tutti gli strumenti legislativi e politici perché questo finisca.
14 Settembre 2020.
Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e per la ripubblicizzazione del servizio idrico:
Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana – Associazione ‘Comitato Acqua alla gola Massa’ - Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua – Movimento Consumatori Nazionale - Comitato Apuano salute e ambiente della provincia di Massa Carrara - Magliette bianche di Massa Carrara
Per informazioni 339 194 6861