Risultati conferenza sui primi risultati della indagine piezometrica di Poggio Trauzzolo (Santa Fiora)
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- Pubblicato: Giovedì, 01 Luglio 2010 09:30
Un futuro con poca acqua e inquinata per l’Amiata, se non si fermano i “soffioni”. I primi risultati dell’indagine piezometrica di Poggio Trauzzolo confermano che l’acquifero si è dimezzato con lo sfruttamento del campo geotermico e che il disastro ambientale è inarrestabile
Santa Fiora. Un forte e urgente richiamo alla mobilitazione delle coscienze, a un nuovo “impegno di responsabilità civile”, a riunificare e mettere insieme tutte le energie possibili, a dare vita a una “vertenza” che si estenda oltre l’Amiata, è quanto è scaturito dalla “conferenza-dibattito”, che ha visto riuniti a Santa Fiora sabato mattina il Comitato Ambiente Amiata (Abbadia San Salvatore), Prospettiva Comune (Piancastagnaio), Rifondazione Comunista (Santa Fiora) e molti altri comitati e movimenti della provincia di Siena e Grosseto, al fine di acquisire i primi risultati dell’indagine piezometrica di Poggio Trauzzolo (Santa Fiora), illustrati dai geologi Mauro Chessa (Consiglio scientifico Rete dei comitati per la difesa del territorio) e Andrea Borgia (società Edra Roma). All’incontro, invece, seppur invitati, non hanno ritenuto utile la loro presenza i vari studiosi delle Università di Siena, Firenze e del CNR di Pisa, mentre è risultata a dir poco allarmante la totale assenza degli amministratori locali. “Quanto durerà ancora la falda acquifera amiatina?”, è stata la drammatica domanda che ogni presente si è posto. “I dati del piezometro fanno vedere che la riserva di acqua della montagna si è almeno dimezzata dall’inizio dello sfruttamento dei campi geotermici”, ha risposto Andrea Borgia. “Oggi, si dovrebbe permettere all’acquifero almeno di ricaricarsi per aumentare le portate delle sorgenti e ridurre l’inquinamento”. E Mauro Chessa: “La legge Regionale 1 del 2005 definisce ‘risorse essenziali’ l’aria, l’acqua, il suolo… in quanto beni comuni che costituiscono il patrimonio della collettività. Fitoussi (economista francese) sostiene che l’economia deve recuperare la sua funzione di servizio rispetto al benessere dell’attuale e delle future generazioni. Se la normativa regionale stabilisce queste priorità, se Fitoussi dice che nel rispetto di queste è possibile costruire un mondo migliore, perché non dobbiamo credere che lo si possa fare sull’Amiata?”. Il sondaggio geognostico profondo, realizzato dalla Regione Toscana per studiare il bilancio idrico dell’acquifero amiatino, ha intercettato la falda a 301,60 metri (205 metri al di sotto di quanto affermato dallo studio Calamai del 1970 e di quanto sostenuto da Enel negli studi d’impatto ambientale) e ha raggiunto la profondità massima di 540 metri, dove è stato fermato per la presenza di argille che si deformano. Il primo risultato, pertanto - ha commentato Borgia - è che falda si trova molto al di sotto di quanto indicato da Enel, ma al livello individuato da Borgia e Manzella (Cnr Pisa). Altro problema, le faglie, che favorirebbero il collegamento fra i bacini acquiferi. Lo scienziato romano le aveva segnalate nello studio effettuato per la Regione Toscana (2006), studio per altro contestato dalle relazioni dell’Università di Siena e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Ebbene, il sondaggio ha rilevato la presenza di una serie di faglie normali sotto i 400 metri. “La mia ipotesi”, ha sottolineato Borgia, “è stata puntualmente dimostrata”. È stato confermato inoltre quanto da lui previsto sul basamento della falda. “Il vulcano è poggiato su materiale duttile (le argille si deformano), che vengono spinte verso l’esterno”, ha aggiunto, riallacciandosi alle tesi da lui formulate sul “volcanic spreading”, su quei processi gravitativi profondi che qui in Amiata si manifestano in maniera particolarmente evidente. Anche la carta di Calamai (1970), che non riporta la depressione della falda - ha quindi aggiunto - indica che la ricarica dei campi geotermici avviene dal vulcano. L’acqua scende attraverso faglie e camini vulcanici mentre i gas geotermici, provenienti dall’ebollizione del campo, risalgono in superficie, determinando la contaminazione delle acque potabili, le eruzioni idrotermali e l’instabilità dei pozzi. Il sondaggio ha infine confermato che la falda è concava. Non a causa di anomalie delle rocce, come ipotizzato da Manzella - le carote hanno se mai evidenziato la notevole fatturazione dell’apparato vulcanico amiatino. È probabile, invece, - ha concluso Chessa - che la depressione si sia creata proprio in concomitanza del picco dello sfruttamento geotermico (1963), che avrebbe rotto il rapporto di equilibrio tra la falda freatica e quella geotermica.
Comitato Ambiente Amiata
Rifondazione Comunista Santa Fiora
Prospettiva Comune Piancastagnaio
Forum Toscano Movimenti per l’Acqua Grosseto Amiata e Val d’Orcia
Coordinamento dei Comitati e Associazioni ambientaliste della Provincia di Grosseto
Italia Nostra Grosseto
Movimento per il Bene Comune Grosseto
Maremma Viva Grosseto
WWF Grosseto