24-25 aprile: due giornate di mobilitazione in tutta Italia per la battaglia per l’acqua bene comune. In Trentino va avanti il progetto della società “In House” per gestire il servizio idrico. Domani sul giornale l’Adige la lettera dei movimenti Acqua Bene Comune e le parole di Stefano Rodotà.

Verso il 6 maggio, giornata che vedrà a Trento e Bolzano esponenti dei popoli indigeni della Patagonia e della Colombia manifestare pubblicamente contro lo sfruttamento dei loro fiumi da parte di Enel.

Oggi e domani, giorno della Liberazione, i comitati territoriali per l'Acqua Bene Comune si mobiliteranno in tutta Italia per riaffermare la liberazione del servizio idrico dalle logiche di profitto come deciso dagli italiani il 12 e 13 giugno 2011.

In Trentino l’annunciata costituzione di una società In House per gestire l’acqua di Trento, Rovereto e altri 15 comuni avrà un costo solo per Trento di 37 milioni di euro e, come ente di diritto privato, non ci allontana dalle logiche di mercantilizzazione del sistema idrico: una scelta che non va nella direzione espressa dal referendum e dai cittadini.

Stefano Rodotà, ospite del Forum dei Movimenti per l'Acqua lo scorso novembre, ci aveva detto: “L’agenda politica italiana è stata modificata dai recenti referendum, una battaglia per la legalità costituzionale perché i Beni Comuni corrispondono ai diritti fondamentali delle persone. Qualsiasi connessione fra beni comuni e mercato ha a che fare direttamente con la democrazia”.

Domani sul giornale l’Adige, la nostra posizione, in seguito al dibattito nato il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, a firma dei sindaci di Trento e Rovereto, Andreatta e Miori.

E il 6 maggio, sullo sfruttamento di acqua, fiumi e montagne da parte di Enel, la testimonianza diretta dei rappresentanti delle popolazione di Patagonia e Colombia, minacciate dai megaprogetti.

Trento, 24 aprile 2013

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