Il WWF fa ricorso al TAR su sul Piano d'Ambito dell'ATO Peligno-Alto Sangro
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- Pubblicato: Venerdì, 26 Novembre 2010 16:48
Il WWF ha notificato ieri al Commissario dell'ATO Peligno-Alto Sangro Ing. Caputi un ricorso al TAR contro l'approvazione del nuovo Piano d'Ambito dell'ATO Peligno-Alto Sangro. L'ATO Peligno-Alto Sangro comprende 37 comuni e numerosissime aree di elevatissimo valore ambientale.
Infatti interessa vaste aree del Parco nazionale della Majella, del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, del Parco Regionale Sirente Velino, di 5 riserve regionali nonchè 9 Siti di Interesse Comunitari e 3 Zone di protezione Speciale istituite in base alle Direttive “Habitat” e “Uccelli” dell'Unione Europea. Il Piano approvato è un aggiornamento del piano d'ambito approvato nel 2002. Nella versione attuale prevede progetti per ben 84 milioni di euro in 17 anni, denaro proveniente dalla tariffa pagata dai cittadini (sulla base della revisione con altra delibera l'ATO ha approvato anche l'aumento della tariffa per l'acqua ai cittadini).
Dichiara Chiara Maiorano, avvocato di Sulmona specializzato in diritto dell'ambiente e curatrice del ricorso per il WWF “Il Testo unico sull'Ambiente, il D.lgs 152/2006, prevede espressamente che tutte le principali revisioni dei piani che interessano la gestione delle acque devono essere sottoposte a Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre tutti i piani e loro revisioni che interessano aree della rete Natura2000 dell'Unione Europea come i Siti di Interesse Comunitario e le Zone di Protezione Speciale e che possono incidere su habitat e specie prioritari per la UE devono essere sottoposti in base al D.lgs 357/97 a Valutazione di Incidenza Ambientale. Queste procedure vengono svolte preliminarmente all'adozione dei piani proprio per garantire, con la VAS, la partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche che riguardano l'ambiente e, con la Valutazione di Incidenza Ambientale, prevenire, mitigare o compensare incidenze negative sulla fauna e sulla flora di particolare interesse. Il WWF aveva scritto al Commissario dell'ATO Caputi sulla necessità di avviare queste procedure prima dell'approvazione del Piano ma, evidentemente, non è servito. Lo stesso Commissario nello scrivere al Comitato di Vigilanza Nazionale il primo marzo 2010 aveva sottolineato che “Le attività di aggiornamento dei Piani d’Ambito sono state avviate alla fine del 2008; si parla dei primi piani in Abruzzo basati sui risultati tecnici ed economici delle gestioni dei SII degli ultimi anni, e non solo su stime, come è accaduto nella precedente stesura dei Piani risalente per lo più alla fine del 2003. Stime che insieme all’insufficienza dei controlli hanno originato una difficile gestibilità dell’intero sistema idrico integrato”. Molti interventi previsti nel piano consistono in opere infrastrutturali come lo scavo di pozzi, posa in opera di tubazioni ecc. che sicuramente possono influenzare il ciclo delle acque e incidere con scavi e sbancamenti su specie ed habitat prioritari. E' indubbio, quindi, che la revisione del Piano d'Ambito Peligno costituisce una variante sostanziale del piano precedente e doveva essere assoggettata a Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza Ambientale”.
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “Il Piano d'Ambito è uno strumento di fondamentale importanza per la vita dei cittadini visto che riguarda un bene primario come l'acqua. Si parla spesso della distanza tra cittadini e istituzioni ma poi non si attuano, come invece avviene in altri ATO in Italia, le procedure che garantiscono la partecipazione delle persone alle scelte che li riguardano. Nella Valle Peligna migliaia di persone hanno firmato per i referendum per l'acqua pubblica evidenziando così l'interesse alla partecipazione dei cittadini su questo tema. L'Unione Europea, con la Direttiva Acque, già dal 2000 ha sottolineato l'importanza di far partecipare i cittadini alle decisioni che riguardano la gestione dell'acqua. Peraltro in questi anni le associazioni hanno dimostrato di essere spesso più efficaci degli stessi enti pubblici nell'individuare e denunciare minacce per la qualità delle acque, come nel caso del Terzo Traforo del Gran Sasso, della vendita dell'acqua alla Puglia e dello scandalo dell'acqua contaminata dei pozzi S. Angelo distribuita a pescaresi e chietini. E' interessante notare come solo dopo l'invio una formale richiesta di accesso agli atti all'ATO di Sulmona da parte del WWF siano state pubblicate il 29 settembre sul sito dell'ATO le due delibere di approvazione della revisione del piano e dell'aumento delle tariffe, adottate dall'ATO a fine luglio! L'ATO ritiene che ciò basti e ci sta negando l'accesso agli atti che sono alla base della revisione del Piano – come studi, ricerche, documenti,lettere ecc. Ora, anche in
considerazione delle valutazioni sopra ricordate dello stesso Commissario sulla qualità dei piani precedenti che la dice lunga su quali basi è stato gestito il Servizio Idrico Integrato in Abruzzo, ci è
parso giusto approfondire questo argomento. Qualche giorno fa abbiamo quindi inviato una diffida formale ad ottemperare a quanto prevedono le norme in vigore sulla trasparenza dei dati che riguardano l'ambiente. E' un peccato che sulla gestione di un bene primario come l'acqua vi siano resistenze a garantire la massima accessibilità ai cittadini alle informazioni che riguardano l'ambiente”.