Il Condominio di Via Alessandro d'Aste, dopo aver già subito un distacco idrico nel mese di ottobre 2013, ha ricevuto un nuovo avviso di distacco: a fronte di una “morosità” di 104 euro si intende nuovamente lasciare senza acqua 12 famiglie, tra cui un portatore di handicap, per aver esercitato un proprio diritto. Il Condominio infatti non è mai stato moroso, ma ha aderito alla Campagna di Obbedienza Civile promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, trattenendo dalle bollette la remunerazione del capitale investito, nel rispetto dell’esito referendario del giugno 2011.
Da mesi il Coordinamento Romano Acqua Pubblica denuncia la pratica dei distacchi idrici messa in atto da ACEA ATO 2 che, per qualche decina di euro di morosità, non esita ad interrompere completamente il flusso idrico ad intere famiglie, mentre Caltagirone e Suez si spartiscono dividendi milionari (64 milioni di euro nel 2012).
L'acqua non solo è un servizio pubblico essenziale, ma anche un diritto umano universale riconosciuto dall'ONU che, a quanto pare, il Comune non è in grado di garantire nonostante il ruolo di amministratore della città e quello di socio di maggioranza di ACEA.
Le ultime “schermaglie” tra il Sindaco Marino e i vertici di Acea non fanno, infatti, che confermare come non esista di fatto alcun controllo pubblico sull'azienda di Piazzale Ostiense, e come questo possa essere garantito solo con l'uscita del servizio idrico dal settore privato: nessuna delle richieste della Giunta Capitolina è stata, infatti, finora accolta dall'azienda, così come le stesse mozioni approvate dal Consiglio Comunale e da tanti Consigli Municipali sulla sospensione dei distacchi si sono scontrate con le risposte del servizio commerciale di ACEA.
Cos'altro serve al Sindaco Marino e a tutta l'Amministrazione Capitolina per comprendere che la scelta di campo che li attende è sempre più netta e necessaria?
Contro i distacchi e per il diritto all'acqua invitiamo quindi tutte e tutti a presidiare il condominio di Via Alessandro d'Aste, lunedì 31 dalle 8.00 alle 18.00, per evitare che venga compiuta l'ennesima violazione di un diritto fondamentale.