Decreto Crescita: l'acqua pubblica è senza se e senza S.p.A.!
- Dettagli
- Pubblicato: Venerdì, 07 Giugno 2019 23:31
Abbiamo appreso con una certa soddisfazione che la maggioranza ha deciso di prendersi una pausa di riflessione in merito alla definitiva privatizzazione dell'EIPLI, l’ente che gestisce le grandi opere idrauliche come invasi, opere di captazione di sorgenti e centinaia di chilometri di reti di adduzione tra Puglia, Campania e Basilicata.
Infatti, durante la seduta della Commissione Bilancio della Camera del 3 giugno scorso si è deciso di accantonare l’emendamento 24.3 (prima firmataria On. Daga del M5S) rinviando il suo esame a data da destinarsi.
Tale emendamento prova ad addolcire la pillola, ovvero conferma a pieno la trasformazione dell’EIPLI in società per azioni seppur proponendo l’inserimento di una clausola tramite cui provare a blindare la partecipazione pubblica imponendo il divieto di cessione a privati delle quote azionarie.
La storia della privatizzazione in Italia insegna che clausole del genere sono delle mere foglie di fico, argini fragili, puntualmente travolti nel medio lungo periodo. Il problema reale è che una società di capitali, qualsiasi sia la sua compagine sociale, opera sotto l’egida del mercato e le regole della concorrenza ponendosi inevitabilmente l’obiettivo della massimizzazione del profitto.
Inoltre, l’emendamento rende possibile l’ingresso nella società anche di altre regioni del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, riducendo la partecipazione democratica, svilendo il ruolo degli Enti Locali di prossimità che vedranno azzerata la loro capacità di incidere sulle decisioni. Di fatto le comunità locali non avranno più voce in capitolo e non potranno difendere i loro diritti e rivendicare i loro bisogni.
Ad aggravare la situazione c’è il ritiro dell’emendamento 24.2 da parte dell’On. Gallo (M5S) con cui si proponeva la soppressione della norma originaria da cui deriva la privatizzazione dell’EIPLI.
Ancora una volta si è deciso di abdicare alle proprie responsabilità e di operare in continuità con le politiche portate avanti per oltre vent’anni da maggioranze di centrodestra e centrosinistra che hanno provocato la cessione al mercato e alla finanza dei beni comuni e dell’acqua.
Auspichiamo che questa pausa di riflessione porti buoni consigli ai legislatori, in particolare al M5S che, dopo l’ignavia dimostrata sulla legge per l’acqua pubblica (la fase di stallo della sua discussione perdura da 3 mesi senza che si sia levata una sola voce per denunciare l’ostruzionismo e il gioco sporco della Lega), persevera sulla strada dell’accettazione supina delle volontà delle lobby economico-finanziarie, ossia non imporre la ripubblicizzazione dell’acqua.
Se al contrario si tratterà di una quiete prima della tempesta, allora ci teniamo a dichiarare che metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per contrastare questa norma e denunceremo con forza, senza sconti per nessuno, questo ennesimo attacco all’acqua e alla democrazia, perché l’acqua pubblica è senza se, senza ma e senza S.p.A.!
Roma, 08 Maggio 2019.