Il decreto “sporca italia” è legge
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- Pubblicato: Giovedì, 06 Novembre 2014 14:03
Convertito in legge a colpi di fiducia il decreto Sblocca Italia.
Un futuro nero per il bel paese
La lotta continua sui territori con cittadini, regioni ed enti locali per evitare la devastazione dei mari italiani e del territorio nazionale
“La conversione in legge del Decreto Sporca Italia potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro per un Governo che solo grazie a due fiducie è riuscito ad imporre un provvedimento dal sapore da primo novecento, arretrato rispetto alle richieste e necessità del paese” è questo il commento della Campagna BLOCCA LO SBLOCCA ITALIA a cui hanno aderito e continuano ad aderire centinaia di comitati, associazioni e movimenti.
Diverse regioni hanno già annunciato ricorso alla Corte Costituzionale per gli articoli che nei fatti escludono la partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano il territorio in cui vivono. Lo stesso Renzi ha annullato la visita a Bagnoli, prima “cavia” del provvedimento sulle bonifiche che prevede commissariamenti e “sistema MOSE”, grazie alla mobilitazione che si terrà domattina organizzata dai comitati. E’ un Governo che fa diventare tutto di interesse strategico nazionale perchè non sa o, forse, non vuole spiegare ai cittadini la bontà delle sue ricette.
Le lobby del cemento e delle bonifiche, degli inceneritori e del petrolio, assieme ai privatizzatori del servizio idrico integrato non avranno vita facile a far applicare questa legge per i loro profitti. Tantissimi cittadini si stanno mobilitando e continueranno a lottare contro questa attacco finale alla salute, alla qualità dell’ambiente e all’economia diffusa basata su turismo, accoglienza ed enogastronomia.
Oltre ai ricorsi di tipo legale ci sono diversi punti della legge su cui i cittadini potranno decidere di intervenire. Tra questi, rispetto alla deriva petrolifera che il Governo vorrebbe imporre a diverse regioni come Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche e Basilicata e ai mari Adriatico, Ionio, e canale di Sicilia, il Piano che dovrà essere redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico che dovrà identificare le aree effettivamente strategiche. E’ una norma introdotta nell’art.38 nel passaggio alla camera dopo le prime avvisaglie di mobilitazione, anch’essa fortemente criticabile perché accentra nel MISE ogni decisione. In realtà potrebbe essere un varco che può dare spazio alle lotte perché costringerà il Governo a selezionare caso per caso e mettere nero su bianco i territori su cui vorrà imporre il colore nero petrolio, magari sulle regione dello stesso colore del Governo che si sono già dette contrarie. Nella stesura del Decreto tutto il comparto diventava di interesse strategico e, quindi, non vi era alcun onere di cercare di dimostrare la strategicità effettiva dell’intervento.
In ogni caso si tratta di un provvedimento che cerca di scavare oltre il fondo del barile per svendere quello che rimane dell’ormai ex Belpaese.
Roma, 6 Novembre 2014.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Coordinamento No Triv
A SUD