Dichiarazione di Cochabamba su Acqua e Clima
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- Pubblicato: Lunedì, 21 Giugno 2010 17:02
Siamo movimenti e organizzazioni sociali che sostengono e appoggiano il movimento globale per l'acqua come bene comune e come diritto umano universale. Molti fra noi sono convenuti a Cochabamba, altri stanno contribuendo dai loro rispettivi paesi: tutti insieme vogliamo festeggiare il decimo anniversario della vittoria della "Guerra dell'acqua" e vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà ai movimenti boliviani, che per primi sono riusciti a cacciare dal paese la multinazionale che aveva privatizzato l'acqua, divenendo i pionieri della rimunicipalizzazione del servizio idrico a livello locale.
I nostri movimenti e le nostre organizzazioni fanno appello ai Governi che prendono parte alla "Conferenza dei popoli sul cambiamento climatico e sui diritti della Madre Terra" per chiedere di intraprendere chiare e concrete azioni in grado di affrontare in maniera efficace la crisi climatica.
Facciamo appello a tutti Governi del mondo, chiedendo loro di supportare e sostenere il così detto "Protocollo di Cochabamba", che è il risultato del processo della Conferenza dei Popoli sul cambiamento climatico. Un protocollo che sfida l' "accordo" sul clima di Copenhagen, tutto centrato su meccanismi di mercato. http://pwccc.wordpress.com/
Noi ribadiamo che l'acqua non è solo una vittima degli effetti e degli impatti negativi del cambiamento climatico ma che è anche il principale elemento per la mitigazione del caos climatico. La possibilità di arrestare il riscaldamento globale e l'intrappolamento naturale di anidride carbonica dipendono dal mantenimento dell'integrità del ciclo idrologico a tutti i suoi livelli.
Le attuali politiche economiche globali impediscono la tutela e la conservazione delle risorse idriche e del ciclo naturale dell'acqua. E' stata dichiarata una vera e propria guerra all'acqua, elemento fondamentale per la vita sul pianeta: la guerra delle monocolture dell'agrobusiness globale, idroesigenti e distruttive di biodiversità; la guerra di un modello economico globalizzato fondato sul dogma della crescita infinita, che si basa su una crescita insostenibile nell'uso nella contaminazione di acqua dolce; la guerra dell'industria estrattiva e delle miniere che inquinano, deviano, sovrautilizzano e mettono in pericolo le riserve di acqua dolce; infine la privatizzazione dell'acqua, che apre un bene comune al profitto privato. Queste attività umane, e non solo queste, hanno un impatto fortemente negativo sul naturale ciclo dell'acqua e contribuiscono al disordine climatico.
Ma l'acqua e l'intero ecosistema globale sono oggi in pericolo anche a causa delle false soluzioni al cambiamento climatico, quali gli agrocombustibili o le grandi dighe per la produzione di energia il cui consumo è destinato ai paesi ricchi e alle loro economie.
I paesi del Nord, sostenuti dalla Banca Mondiale, stanno per investire nuovamente in dighe e grandi impianti per la produzione di energia idrolettrica nei paesi del Sud del mondo, per ottenere in cambio crediti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Al contrario, una strategia globale di conservazione e protezione delle risorse idriche e del naturale ciclo idrologico è una delle più importanti politiche di mitigazione del cambiamento climatico ed è in grado di eliminare alcune delle principali cause del riscaldamento globale. Il sistema climatico dipende largamente dall'acqua e dalla conservazione del suo ciclo naturale. L'acqua è elemento fondamentale nel meccanismo di circolazione globale dell'energia, è centrale per la conservazione della biodiversità e, naturalmente, è base essenziale della capacità di intrappolamento di anidride carbonica da parte delle biomasse. Tutti aspetti fondamentali per garantire l'equilibrio climatico del pianeta.
L'acqua, in tutte queste sue fondamentali dimensioni, resta esclusa dalla negoziazioni UNFCCC, sia rispetto all'analisi delle cause del cambio climatico, sia rispetto alle soluzioni positive al caos del clima. Ancor più inquietante, i meccanismi di sviluppo pulito come il "Ridurre le Emissioni da Deforestazione e Degrado" (REDD) e il mercato dei crediti di carbonio presentano vizi seri e fondamentali, inclusa la loro incapacità di restituire l'acqua agli ecosistemi e alle comunità umane, senza renderla un bene privato e mercificato.
Per tutte queste ragioni facciamo appello ai Governi, a partire da quelli che si dichiarano amici della Madre Terra, perchè assumano alcuni immediati precisi impegni:
- chiediamo la democratizzazione delle negoziazioni UNFCCC, che devono includere pienamente i governi dei paesi poveri, attualmente marginalizzati nella discussione, e aprirsi alla partecipazione dei i movimenti sociali e della società civile globale. L'annunciata esclusione delle organizzazioni sociali dalla prossima Conferenza delle Parti di Cancun (COP 16) è inaccettabile.
- chiediamo che nell'agenda delle negoziazioni UNFCCC sia incluso il tema della preservazione dell'integrità dei cicli idrogeologici come elemento chiave delle strategie di mitigazione del cambiamento climatico. Preservare i cicli idrogeologici significa che l'acqua non può essere mercificata e privatizzata ma, al contrario, deve essere protetta come un bene comune il cui accesso deve essere garantito a tutti.
Se le Nazioni Unite hanno fallito, non assumendosi fino ad oggi la responsabilità del governo globale della crisi idrica, ora è invece opportuno avviare un pubblico dibattito sulla necessità di sviluppare politiche globali dell'acqua che seguano regole e processi delle Nazioni Unite. Attualmente il governo globale dell'acqua è stato lasciato in mano a istituzioni controllate dalle multinazionali, il che è inaccettabile.
- chiediamo il riconoscimento dei diritti della Madre Terra e la definizione di meccanismi che consentano la traduzione di questi diritti in leggi e in pratiche, a partire dalle legislazioni locali e da consuetudini che riconoscano i diritti della natura; è del pari necessario un sistema globale di governo e di sanzione, che preveda anche la creazione di un Tribunale Internazionale che giudichi coloro che si sono resi colpevoli di crimini contro la Natura.
Facciamo appello a tutti Governi del mondo, chiedendo loro di supportare e sostenere il così detto "Protocollo di Cochabamba", che è il risultato del processo della Conferenza dei Popoli sul cambiamento climatico. Un protocollo che sfida l' "accordo" sul clima di Copenhagen, tutto centrato su meccanismi di mercato. http://pwccc.wordpress.com/
Noi ribadiamo che l'acqua non è solo una vittima degli effetti e degli impatti negativi del cambiamento climatico ma che è anche il principale elemento per la mitigazione del caos climatico. La possibilità di arrestare il riscaldamento globale e l'intrappolamento naturale di anidride carbonica dipendono dal mantenimento dell'integrità del ciclo idrologico a tutti i suoi livelli.
Le attuali politiche economiche globali impediscono la tutela e la conservazione delle risorse idriche e del ciclo naturale dell'acqua. E' stata dichiarata una vera e propria guerra all'acqua, elemento fondamentale per la vita sul pianeta: la guerra delle monocolture dell'agrobusiness globale, idroesigenti e distruttive di biodiversità; la guerra di un modello economico globalizzato fondato sul dogma della crescita infinita, che si basa su una crescita insostenibile nell'uso nella contaminazione di acqua dolce; la guerra dell'industria estrattiva e delle miniere che inquinano, deviano, sovrautilizzano e mettono in pericolo le riserve di acqua dolce; infine la privatizzazione dell'acqua, che apre un bene comune al profitto privato. Queste attività umane, e non solo queste, hanno un impatto fortemente negativo sul naturale ciclo dell'acqua e contribuiscono al disordine climatico.
Ma l'acqua e l'intero ecosistema globale sono oggi in pericolo anche a causa delle false soluzioni al cambiamento climatico, quali gli agrocombustibili o le grandi dighe per la produzione di energia il cui consumo è destinato ai paesi ricchi e alle loro economie.
I paesi del Nord, sostenuti dalla Banca Mondiale, stanno per investire nuovamente in dighe e grandi impianti per la produzione di energia idrolettrica nei paesi del Sud del mondo, per ottenere in cambio crediti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Al contrario, una strategia globale di conservazione e protezione delle risorse idriche e del naturale ciclo idrologico è una delle più importanti politiche di mitigazione del cambiamento climatico ed è in grado di eliminare alcune delle principali cause del riscaldamento globale. Il sistema climatico dipende largamente dall'acqua e dalla conservazione del suo ciclo naturale. L'acqua è elemento fondamentale nel meccanismo di circolazione globale dell'energia, è centrale per la conservazione della biodiversità e, naturalmente, è base essenziale della capacità di intrappolamento di anidride carbonica da parte delle biomasse. Tutti aspetti fondamentali per garantire l'equilibrio climatico del pianeta.
L'acqua, in tutte queste sue fondamentali dimensioni, resta esclusa dalla negoziazioni UNFCCC, sia rispetto all'analisi delle cause del cambio climatico, sia rispetto alle soluzioni positive al caos del clima. Ancor più inquietante, i meccanismi di sviluppo pulito come il "Ridurre le Emissioni da Deforestazione e Degrado" (REDD) e il mercato dei crediti di carbonio presentano vizi seri e fondamentali, inclusa la loro incapacità di restituire l'acqua agli ecosistemi e alle comunità umane, senza renderla un bene privato e mercificato.
Per tutte queste ragioni facciamo appello ai Governi, a partire da quelli che si dichiarano amici della Madre Terra, perchè assumano alcuni immediati precisi impegni:
- chiediamo la democratizzazione delle negoziazioni UNFCCC, che devono includere pienamente i governi dei paesi poveri, attualmente marginalizzati nella discussione, e aprirsi alla partecipazione dei i movimenti sociali e della società civile globale. L'annunciata esclusione delle organizzazioni sociali dalla prossima Conferenza delle Parti di Cancun (COP 16) è inaccettabile.
- chiediamo che nell'agenda delle negoziazioni UNFCCC sia incluso il tema della preservazione dell'integrità dei cicli idrogeologici come elemento chiave delle strategie di mitigazione del cambiamento climatico. Preservare i cicli idrogeologici significa che l'acqua non può essere mercificata e privatizzata ma, al contrario, deve essere protetta come un bene comune il cui accesso deve essere garantito a tutti.
Se le Nazioni Unite hanno fallito, non assumendosi fino ad oggi la responsabilità del governo globale della crisi idrica, ora è invece opportuno avviare un pubblico dibattito sulla necessità di sviluppare politiche globali dell'acqua che seguano regole e processi delle Nazioni Unite. Attualmente il governo globale dell'acqua è stato lasciato in mano a istituzioni controllate dalle multinazionali, il che è inaccettabile.
- chiediamo il riconoscimento dei diritti della Madre Terra e la definizione di meccanismi che consentano la traduzione di questi diritti in leggi e in pratiche, a partire dalle legislazioni locali e da consuetudini che riconoscano i diritti della natura; è del pari necessario un sistema globale di governo e di sanzione, che preveda anche la creazione di un Tribunale Internazionale che giudichi coloro che si sono resi colpevoli di crimini contro la Natura.